31 ottobre 2005

Lucca in pratica - 1


A Lucca ci arrivo di venerdì. Lascio l'ufficio alle 16.30 e faccio la Cisa, dal momento che sul sito della Società Autostrade non vengono segnalati incidenti. Ignoro però che la A15 NON FA parte della S.A. e quindi mi becco una coda di 11 chilometri per lavori. Due ore a passo d'uomo, nell'appennino parmense, senza sapere nulla (le radio non prendono) e senza poter chiedere info a nessuno (il numero delle infomazioni della A15 è collassato per il troppo traffico). All'inizio la prendo con calma, ascolto Moby, leggo L'Espresso. Poi, all'inizio della seconda ora di attesa mi inizio a innervosire. Penso a quelle storie terribili che si sentono alla TV di code che durano tutta la notte e per le quali arriva la protezione civile a portare i viveri. Maledico la A15, il sistema viario italiano, e i lavori in corso che nessuno pensa di sospendere in coincidenza con i ponti. Medito anche di uscire, ma l'appennino in quel punto è a strapiombo, vertiginoso, ostile. Mi vedo perduto, nonostante il satellitare, a guidare senza meta nella notte. Poi pian pianino, super il punto critico (un "banale" restringimento di carreggiata, ma disposto in modo che occorre quasi fermarsi per poter passare) e la marcia riprende regolare. Entro a Lucca alle 20.45, oltre quattro ore dopo la partenza, dopo aver percorso poco più di 200 chilometri. Mezza Italia è in viaggio, e si è visto...
Non passo neppure in hotel, vado alla fiera, dove lo staff Panini e Pan sta allestendo uno stand enorme, il più grande finora...
Ci sono Matteo e Gianni del marketing, Andrea, e un bel po' di ragazzotti della Pan, conosciuti o meno, capitanati come sempre da Alex Bertani. Non visito i padiglioni, ma mi sembra tutto colossale, e noto che nel nostro ci sono proprio tutti: Star, Kappa, il Giornalino, Disney, Bonelli, Free Books, Lizard, Coconino, la Play, la Magic, la Yamato, la Shin, la Dinyt, la D-Visual, Rainbow, Alta Fedeltà... In alcuni casi, alleati di sempre, in altri, nemesi storiche o dell'ultima ora, e in altri ancora simpatici colleghi di questo pazzo pazzo mondo del fumetto.
Senza passare dall'hotel, andiamo tutti a cena, da Buralli, dove ritroviamo Simone e famiglia, e dove in seguito ci raggiunge Giuseppe Camuncoli. Come sempre, io, Simone e Alex ci estraniamo in un angolo a parlare del mondo dei comics passato presente e futuro. Anche se lavoriamo tutti e 3 a Modena, lo facciamo da tre edifici distinti, e non capita spesso che si possa stare due ore faccia a faccia a scambiare pettegolezzi, idee e impressioni. Ceno con un "farrotto alle melanzane" (o meglio, il meno dice "risotto di farro", ma mi pare una contraddizione in termini). Poi pollo fritto con verdure fritte (una delusione) e macedonia per terminare.
Sono troppo stremato per restare fuori a bere, e me ne vado in hotel, al Celide, nostro storico albergo lucchese, dove veniamo sempre trattati con una gentilezza e una disponibilità che hanno pochi paragoni. Quest'anno non divido la camera come spesso succede con Francesco Meo, ma per la prima volta con il mio vice Andrea Rivi, e restiamo un po' alzati a parlare dei nostri argomenti preferiti (i fumetti e la politica, il compromesso storico versione XXIesimo secolo). Poi si crolla, e la vigilia di Lucca finisce...

30 ottobre 2005

La teoria di Lucca


Lucca non è bella: è bellissima. E' dal 1978 che ci vengo, quando mi portò mia madre da ragazzino, e la fiera era solo sotto il tendone verde in piazza Napoleone e mi tremavano le gambe davanti allo stand dell'editoriale Corno. Poi ci sono andato come studente liceale nel 1982, insieme al mio compagno di liceo e di avventure fumettistiche Andrea Nepoti, e quindi nel 1984 e 1986 per Fumo di China, già dentro il Palazzetto dello sport, quando si dormiva in ostello senza riscaldamento e si gelava e non c'era l'acqua calda e con Zambotto siamo stati una settimana intera senza lavarci (giuro!), e hanno dato lo Yellow Kid alla carriera a Will Eisner e quasi crollava il teatro dagli applausi, e ho intervistato Miller e Sienkiewicz, che nessuno o quasi sapeva chi fossero. Poi gli anni di "buco", e il passaggio nel 1990 da manifestazione biennale a evento semestrale, con gli appuntamenti Star Comics durati fino al 1993, e manifestazioni incredibili con John Romita e John Byrne ospiti. Nel marzo 1994, Lucca è stata la sede prescelta per il lancio della nostra casa editrice, e da allora, pur nell'attuale veste annuale, è ancora straordinariamente e inconfutabilmente la principale mostra del paese. Se ne sono accorti tutti. Tutti hanno capito che non ci sono Roma o Milano o Napoli che tengano. Lucca è per il fumetto italiano quello che è Angouleme per la Francia o Barcellona per la Spagna. E' LA Fiera del Fumetto "par excellence", cui partecipano tutti gli autori, tutti gli editori, tutti i giornalisti. Ci stai due giorni, e li vedi passare al completo, vecchi e nuovi, rampanti e cariatidi, mummie e VIP del momento. Non si può non andare, anche solo per poche ore. La logistica, va ammesso, è un inferno. Alle 9.30 già i parcheggi sono finiti (e non si può dire comodo andare in treno, data la scarsità della rete Trenitalia in zona). I bagni sono repellenti toilette chimiche al cui interno sostano i ricordini dei 1000 visitatori che ti hanno preceduto. Code chilometriche per un caffé (o per entrare, se non si hanno i pass da espositore). Un caldo incredibile nei padiglioni, da soffocare. Una calca e una ressa da stadio. Probabilmente quest'anno si supereranno i 70.000 visitatori, e Lucca così come è ora NON E' equipaggiata logisticamente per accogliere queste moltitudini. Si parla da tempo di una nuova sistemazione in una vera area fieristica, ma nessuno sa come e quando avverrà il trasferimento.
DETTO QUESTO Lucca è un piacere unico per me, mi sento veramente a casa, e anche se arrivo a sera con le gambe che tremano dalla stanchezza, e senza voce, non rinuncerei a venirci per nulla al mondo. I motivi sono essenzialmente due...
Mi piace L'HUMUS della nostra "industry", vedere e sentire colleghi, autori, redattori, conosciuti e sconosciuti, ed eliminare per poco la "virtualità" delle altre 51 settimane dell'anno in cui ci si connette solo per mail o per telefono (anche se ce ne sono cinque o sei - di persone del settore - che, se cambiassero mestiere e andassero a vendere piastrelle, sarebbe un bene per l'umanità).
Mi piace però sostanzialmente stare a contatto con il pubblico. Il 90% del tempo lo passo allo stand a fare il commesso e a chiacchierare con lettori e lettrici. Rispondo alle domande, ma faccio io a mia volta domande. Mi prendo un settore dell'enorme stand che abbiamo sempre, e mi piazzo per ore di fila a vendere fumetti, a fare conti e a dare resti, a imbustare le copie nei sacchetti, a dire "grazie 1000", "ottima scelta" o "buona lettura". Concedo sconti, più o meno a tutti quelli che spendono oltre 20-25 euro, a volte a simpatia, lo confesso. Cerco di piazzare titoli che secondo me sono appropriati per la persona che ho di fronte. Mi sforzo di capire il perché di certi mix (tipo WORST assieme a HOT GIMMICK, oppure L'IMMORTALE assieme allo SHOJO di EVANGELION). Se finisce la moneta, faccio il mio numero ben sperimentato, la famosa formula "la moneta vale doppio", in cui per 15 minuti chiunque paghi con denaro metallico si vede raddoppiare il valore delle somme che spende. Insomma, una specie di mini show utilissimo per capire tante cose, per tastare il polso di un pubblico mai variegato come adesso.

Questa è Lucca, in teoria. Quanto alla pratica di QUESTA LUCCA, delle cose dette e fatte nei giorni che sono stato alla fiera... beh, sono le 23.39, scrivo dal letto, muoio di sonno... e devo per forza dire.... CONTINUA!!

27 ottobre 2005

Pensierini del giovedì sera


Lucca è alle porte. Domani, a metà giornata, mi dirigerò verso la Capitale dei Comics, per evitare la ressa del sabato mattina. Ho molta voglia di partecipare, quest'anno. A starsene sempre isolati al secondo piano della redazione di Viale Emilio Po si perde un po' il "feeling" del pubblico, e non ho pazienza per seguire i forum che probabilmente mi darebbero un "insight" più o meno dello stesso tipo. Quindi, grande voglia di Lucca, dove passerò due giorni, senza mai lasciare lo stand, mangiando panini con la mortadella e il tonno in scatola. Sarà la Lucca dei grandi annunci. Annunceremo le graphic novel Marvel disegnate da due dei principali disegnatori italiani. La Lucca dove annunceremo l'acquisizione di una delle principali serie d'animazione giapponese. Dove infileremo un sacco di news freschissime sui programmi 2006... Insomma, una super-Lucca.

Pre-Lucca, appunti sparsi...

- Sto lavorando come un matto per budget e progetti nuovi. Un minuto sono lì che controllo che software compriamo o quanto spendiamo per i doppiaggi dei cartoni o per le uscite su pellicole del lettering dei manga. L'altro scrivo proposte per manga e comics di ogni tipo e colore... oggi per esempio ho fatto un'infornata di shojo nuovi da far tremare i polsi.

- ho letto Molecole Instabili, all'interno del MONSTER dei FQ. Incredibile, pazzesco. Una delle cose più mature della Marvel, in assoluto stile Vertigo. I fantastici quattro come puri archetipi della società americana degli anni 50... Il ragazzino con la testa calda, un po' otaku e un filino gay. La sorella che si sente abbandonata e invisibile. Il fidanzato scienziato con la testa tra le nuvole. L'amico boxeur un po' ottuso e sotto sotto innamorato della donna dell'amico. Insomma, tutte le pulsioni segrete dei FQ, raccontate nella maniera più inattesa. Un must. Peccato non averlo potuto proporre in una formula meno costosa, ma da solo, senza costumi e senza nomi di spicco, non avrebbe venduto una copia...

- ho scoperto che Sergio Algozzino, simpaticissimo e bravissimo disegnatore siculo che per noi ha fatto Piccoli Brividi qualche tempo fa, ha un suo blog. Ve lo consiglio... Sergio sta lavorando come colorista per Red Whale, e presto... beh, non voglio fare anticipazioni pre Lucca.

- a Lucca ci saranno Bermejo, Camuncoli, Dell'Otto. Fantastico!

- Celentano è lento. Vespa è lento. Cofferati è rock. E io? Mah! A seconda dei giorni e delle influenze di Saturno...

24 ottobre 2005

Cronache marziane-2

- giovedì mattina inizio ad avere i sintomi della classica "malattia di Francoforte". In pratica, il corpo è così stremato che vorrebbe dire alla testa "basta" e andarsene in tilt. Basta però un'aspirina e mi riprendo subito. Ci sono colleghi che per default prendono un'aspirina ogni mattina dopo colazione, e mi rendo conto che forse non è una tattica da sottovalutare. Salute a parte, giovedì è la giornata giapponese. In pratica, passo in rassegna uno dopo l'altro tutti i nostri licensors nipponici. Titoli ce ne sono tanti, anche se mancano forse un po' quelli "adulti" che da sempre sono il pezzo forte di Panini, quei Berserk, Blame, L'Immortale, Gantz, Akira che costituiscono il forte fascino di Planet Manga per i lettori maggiorenni e non solo. Per fortuna ci sono tanti shojo nuovi e interessanti, per la gioia delle nostre lettrici, e con un po' di fortuna contiamo che la seconda metà del 2006 sia interessante come i mesi attuali per tutte le appassionati del genere "rosa" o, come preferisco io, "rosa dolce-amaro".
Nel pomeriggio iniziano le partenze. Chi ha già fatto i meeting più importanti torna a casa, e resta solo un gruppetto di Panini Comics, io, Walter, Andrea, Sebastien, Montse e Marco R. Finisco la giornata da Wormland, un negozio di abbigliamento da uomo accanto a Hauptwache, dove da anni mi rifornisco di camicie e pullover. Questa mia scelta suscita spesso incredulità, ma la verità è che in Italia raramente ho tempo per andare a fare shopping. Mi riesce più facile trovare un'ora per fare acquisti a Barcellona, Londra, Francoforte o New York che a Modena o a Bologna, dove il lavoro mi fagocita durante gli orari di apertura (e dove il sabato ormai da un anno e passa me ne vado in campagna lontano da ogni tentazione consumistica). Non dimentichiamo inoltre che ormai l'Italia è più cara di quasi qualsiasi altro paese. Una camicia Boss in Germania mi costa 64.90 euro, e se avessi tempo potrei acquistare un abito Boss attorno ai 300. Un paio di scarpe da abito Kenneth Cole a New York costano 160 dollari...alias 133 euro... e la lista potrebbe essere infinita. Purtroppo quest'anno ho solo una mezz'ora di tempo e mi compro due camicie, una grigio asfalto e una marrone cangiante, veramente molto belle.
Per cena ci dividiamo in due gruppi. Alcuni vanno a mangiare la carne cotta sulla pietra ollare, una delle esperienze più caotiche e rumorose possibili qua a Francoforte. Io, Walter, Andrea e Montse siamo a caccia di tranquillità e ci dirigiamo invece verso una tranquilla e ottima kneipe in pieno centro, dove scopriamo che un piatto gigantesco di carne nella città più cara della Germania costa 8 euro (da noi a malapena ci si fa una pasta o un antipasto). Alle 22.00 siamo in albergo, stanchi, esausti e senza voce. Ma ormai il peggio è alle nostre spalle...
- venerdì ci sono gli incontri più "sfiziosi", tipo la Rainbow di Winx, i francesi, qualche americano, un italiano cui cui potrebbe scapparci una collaborazione inattesa e interessantissima per il pubblico dei più piccini. Riesco persino a ritagliarmi una mezz'ora libera, la prima volta negli ultimi sei-sette anni. Mi basta a malapena per visitare due corsie del padiglione dei libri d'arte, e mi rendo conto di quanto sia interessante questa fiera, al di là degli aspetti di business che mi assorbono totalmente. Mi compro anche un souvenir, un mega poster con la classificazione di tutti i pesci di acqua salata, tipo quelli che si vedono nelle pescherie, da sempre un mio pallino.
Alle 17.00, prendiamo un autobus noleggiato da Panini, e ci dirigiamo verso l'aeroporto di Hahn, dove ci attende il volo Ryanair Hahn-Forlì. Costo del biglietto: 0,01 euro + tasse aeroportuali. Il volo è impeccabile, all'arrivo Andrea mi accompagna a casa in auto. Nel tragitto, ambedue ricordiamo le nostre prime volte a Francoforte, l'inesperienza dei primi appuntamenti, il mio con la DC, cercando inutilmente di prendere i diritti DC per la Star Comics, il suo con Dupuis. Alle 22.30 sono a casa, sotto la doccia, con addosso l'ammasso di stanchezza accumulata in questi sei giorni, e che dovrò assolutamente cercare di smaltire nel fine settimana.

23 ottobre 2005

Cronache marziane-1


Riepilogando la settimana:
- domenica sera alla 20 son partito verso Cannes in auto. A Reggio ho preso con me Luca Ficarelli, che è il coordinatore editoriale di Panini Video, e ci siamo diretti verso Genova, in una notte tranquilla e luminosa, senza nebbia, vento o intemperie (a differenza del 90% dei precedenti viaggi a Cannes, sempre turbati da qualche forma di maltempo). Abbiamo fatto tappa a Varazze a mezzanotte, per spezzare il viaggio, in un bell'albergo sul mare (grazie, Guida del Gambero Rosso).
- lunedì mattina siamo arrivati a Nizza e abbiamo preso all'aeroporto Tony Verdini, in arrivo da Pisa, e finalmente siamo entrati a Cannes e nel nostro albergo verso le 12.30. Dopo una "quiche" a pranzo, abbiamo affrontato un pomeriggio di incontri con licensors di animazione presenti e - speriamo - futuri. Alla sera, abbiamo cenato noi tre con il resto dello staff Panini in un ottimo ristorante di pesce davanti alla Croisette, consigliatomi dall'amico Friderico Gatti della Rainbow (quelli di Winx).
- martedì mattina secondo round di appuntamenti al MIP. Di cose nuove interessanti da comprare non ce ne sono tantissime, e sulle due-tre migliori che vediamo ci sarà di certo la solita calca di compratori che si contendono i diritti per somme superiori anche al 200% del loro valore (è questo l'aspetto più incredibile del licensing dell'animazione, a differenza del mondo dell'editoria dove difficilmente è concepibile pagare qualcosa più di quanto vale...). Nel pomeriggio, Luca accompagna me e Tony con la mia macchina all'aeroporto di Nizza, dove noi ci imbarchiamo per Francoforte. Luca si tiene la mia auto e me la riporterà a Modena alla fine del MIP. Con un viaggio breve e senza intoppi arriviamo in Germania e scendiamo all'hotel che da parecchi anni ci accoglie nella città sul Meno, il Mercure Wings del sobborgo di Raunheim, un bell'hotel a 4 stelle, teutonicamente confortevole.
- mercoledì mattina ritroviamo in hotel il resto della gang Panini, arrivata nella notte. Ci sono i managing director di varie filiali, il nostro inossidabile DG, oltre a Sebastien Dallan da Nizza, Montse Samon da Barcellona, e da Modena un nutrito team di Panini Comics: Simone Airoldi, Andrea Rivi, Walter de Marchi, Marco Ricompensa, Elisa Panzani, Annie Dauphin.
Gli incontri previsti alla fiera sono così numerosi che adottiamo una strategia diversa dal solito. Io andrò solo a circa 7-8 meeting al giorno, anche di 1 o 2 o anche 3 ore di lunghezza, mentre Annie, Marco e Andrea si divideranno gli altri 7-8 di ogni giornata. Elisa, che segue i manga, accompagnerà me oppure i ragazzi della Germania o della Francia negli incontri con i Giapponesi, che tradizionalmente vogliono vederci divisi su base geografica e non come gruppo internazionale.
Questa suddivisione permette di approfondire i discorsi (in mezz'ora di rado si riesce a combinare qualcosa) e di focalizzare le priorità. Mi concentro soprattutto nei meeting di "licensing in", quelli di acquisizione diritti, incontrando sia partner storici di Panini, sia nuovi ed aspiranti (e promettenti) licensors.
Alla sera del mercoledì, cotto e stracotto dopo otto ore e mezza di "talks" ininterrotte, prendo la metro con Annie e Marco R e andiamo verso Sachenhausen per la tradizionale cena Panini, in un ristorante italiano bello, buono e stylish al punto giusto (o "stiloso" per preferite un neologismo alla moda). ...

22 ottobre 2005

I'm back

...sono tornato dal tour de force MIP+BUCHMESSE, in pratica una "giornata lavorativa" iniziata domenica scorsa alle 20.00 e terminata qualche ora fa, venerdì alle 22.30, al rientro a casa. Ho una "crisi di astinenza" dal blog, che non sono riuscito a fare in trasferta (onestamente, ero troppo "cotto" alla sera per pensare di mettermi a scrivere). Nel fine settimana rimedio, non preoccupatevi. See you soon...

13 ottobre 2005

Seriously, though...


.. non avevo davvero intenzione di scivolare sul politico, in questo blog, anche se la politica è una delle mie passioni da sempre, ce l'ho nel sangue, quando sono nato mia madre era nella giunta comunale di Bologna, al tempo del mitico sindaco Dozza, e ho respirato politica fin da neonato (da qualche parte ho persino il telegramma di felicitazioni ai miei di Nilde Iotti, per la mia nascita)...

...ma per tornare ad argomenti più soliti in questo blog...

Sto continuando a vedere le puntate americane di LOST, sono arrivato alla terza. Davvero spettacolari, questa è al livello della prima, e si iniziano a capire finalmente un po' di cose. Anche il buon Andrea Rivi è contagiato, e ormai ci contendiamo i CD.

Sto seguendo con interesse HOMUNCULUS, uno dei nostri manga. Particolarmente bello il primo volume, l'approccio tra un giovane senza casa e un aspirante chirurgo, deciso a svolgere una perforazione del cranio e scatenare così un "sesto senso" nella sua cavia. Bizzarria delle bizzarrie: l'hotel in cui dormono i protagonisti era quello in cui ho soggiornato nel mio ultimo viaggio a Tokyo, e ricordo benissimo lo stuolo di senza tetto che stazionavano nel parco dietro l'albergo, gli stessi di HOMUNCULUS. Quando la realtà e la fiction si sfiorano.

Manca pochissimo alla settimana prossima, quella del MIP di Cannes e della Buchmesse. Saranno sei giorni del terrore, con 14-15 appuntamenti di lavoro al giorno, e stress così intenso che alle 11.00 del mattino si è quasi senza fiato. Non so se riuscirò a "postare" durante la settimana, ma ci proverò, dovrebbe essere interessante. Hasta la vista!

12 ottobre 2005

Pensierini del mercoledì sera


Sto passando troppe ore in auto, colpa di un malefico cantiere in corrispondenza del casello di Modena Nord che ha "espanso" la duata del mio viaggio BO-MO mattutino da 35 minuti a 70-80 o 90. E preso da una sorta di masochismo nel masochismo, ho la radio sintonizzata fissa su Radio Radicale per sentirmi in diretta in dibattito in parlamento sulla legge elettorale.
Trovo sconvolgente che una maggioranza ormai allo stremo usi la forza dei numeri per far passare una legge strumentale il cui unico scopo, dichiarato, è non farle perdere le prossime elezioni, o fargliele perdere di meno di quanto succederebbe con il "mattarellum". E l'arroganza del loro silenzio, la voce di Casini che dice "la camera respinge" alla bocciatura di ogni emendamento, con la soddisfazione nella voce di chi sta facendo un buon lavoro per il suo "capo"(da cui sarà ricompensato riccamente, magari con il Quirinale o la nomina a Premier...). Insomma, come dico sempre, ho letto troppi fumetti di super eroi per non saper riconoscere i Kingpin e i Luthor tra di noi, e l'arroganza della cosiddetta "Casa delle Libertà" (quale libertà? non certo la mia) è superiore a quella di qualsiasi super-villain dei fumetti. Di solito non mi espongo così sulle mie idee politiche, ma davanti a un vero e proprio "golpe legale" come questo, il silenzio sarebbe davvero colpevole.
Nuff' said!

09 ottobre 2005

Fumo di China in CuorediChina

Altra anteprima... il pezzo per UR che apparirà a metà novembre.
Tra parentesi, il FdC in uscita in quel periodo parlerà anche di questo blog, con tanto di indirizzo. Da quel momento, non sarà più una chiacchierata tra amici... nel bene e nel male. Non penso di mettere sul sito www.paninicomics.it il link a questo blog, sarebbe sicuramente eccessivo.
Ecco a voi.


Ho recentemente rilasciato un'intervista a Fumo di China, una delle poche riviste specializzate sul fumetto ancora in circolazione. Con FdC ho una relazione molto particolare, dal momento che ho collaborato per le sue colonne all'epoca in cui era "solo" una fanzine, una pubblicazione amatoriale stampata in 500 copie a San Giovanni in Persiceto e impaginata con fotocopie e una macchina da scrivere. Anno di grazia 1982, seconda liceo al Galvani di Bologna, una passione per i fumetti e la voglia di scriverne, la coincidenza di conoscere l'amico di uno dei guru di FdC, tale Andrea Plazzi... e tutto iniziò così. Da allora Fumo di China è passato attraverso diverse metamorfosi, fino a diventare una pubblicazione da edicola edita da Rimini, e anche se le nostre strade si sono separate al finire degli anni '80, ho continuato a tifare per lei e a seguirla. Certo, le rimprovero a volte una certa mancanza di interesse per il nostro tipo di fumetto, e un'attenzione un po' troppo monocorde per autori italiani e francesi, ma di certo FdC resta un punto di riferimento imprescindibile. L'intervista di cui sopra è stata condotta da Sergio Rossi, una delle voci più attente della rivista, e soprattutto un passaggio mi è sembrato interessante e meritevole di esservi riproposto: perché Panini Comics non gode quasi mai del plauso della critica specializzata italiana, quasi che fossimo "invisibili" per l'intellighenzia fumettologica del nostro paese? La teoria di Rossi, per certi versi giustificata, è che il nostro "peccato originale" è di non essere dei creatori di fumetti, ma solo dei "packager", che prendono fumetti editi all'estero e li ripropongono in italiano. In qualche modo, ci si aspetta da noi una maggiore disponibilità a realizzare da zero dei fumetti... e finché non entreremo in questo agone non potremo avere gli stessi riconoscimenti di editrori come Bonelli, Astorina e tanti altri che hanno fatto della creazione dei fumetti la loro bandiera. Vi lascio leggere da soli in che modo ho ribattuto a questa osservazione durante l'intervista. A integrazione di quanto detto, mi viene da aggiungere che per certi versi è nel nostro DNA essere dei "confezionatori". Siamo nati infatti come Marvel Italia, come la casa destinata a tradurre e ristampare nel Belpaese le gesta di Spider-Man e soci. E per certi versi anche se poi nel decennio trascorso ci siamo dedicati a manga, comics indipendenti etc, siamo rimasti sempre nello stesso solco, come mentalità, come modello aziendale e come modalità di lavoro. C'è qualcosa di male in questo? Se si lavora con passione e con serietà, anche se non ci si può "fare belli" più di tanto per le opere proposte, ci si può sempre sentire orgogliosi per aver fatto conoscere autori, storie, avventure, destinate per lettori di altri continenti e che sono invece riuscite a conquistare pubblico anche da noi. E poi, diciamoci la verità, non abbiamo forse contribuito con la proposta RAT-MAN a promuovere anche un fumetto italiano nuovo, un "classico moderno", per così dire. Per non parlare poi delle tante proposte di autoproduzione che sono in cantiere, tra cui... ah, no, scusate, di questo non posso ancora parlare...

07 ottobre 2005

Canzoni della sera

If I could kiss you now
I'd kiss you now again and again
till I don't know where I begin
And where you End

Ero così convinto fosse una canzone dei REM, ma poi Google implacabile mi ha rivelato che era Moby...WHERE YOU END, da HOTEL.

Per citarvi i REM (che sto ascoltando in loop da un paio d'ore), ecco uno dei miei pezzettini favoriti (da MAKE IT ALL OKAY).

If you offered me your world, did you think I'd really stay?
If you offered me the heavens, I would have to turn away

Personalmente la musica "rock" non è forse il mio genere, ma i REM...beh, ci sono periodi in cui ascolterei solo loro, le loro città bagnate dalla pioggia, i marciapiedi degli addii, la musica che si ferma, New York che bisogna lasciare, gli scarabocchi con il tappo di sughero sulla tovaglietta di carta del ristorante, i vulcanici cambiamenti di opinione, le convinzioni che si perdono... una vita meno che ordinaria in bilico tra il crepuscolo e la notte, con una malinconia che si strugge e ci strugge.

05 ottobre 2005

Lost in lost


Mentre in Italia RaiDue decide misteriosamente di postporne la messa in onda, negli States LOST è tornato con la sua seconda stagione. Dopo essere diventato del tutto "addicted" a questa serie in seguito al passaggio su Sky, mi sto vedendo in semi-diretta gli episodi ancora inediti da noi, grazie a un amico smanettone che se li scarica rapidamente dalla rete in perfetta qualità digitale, con tanto di sottotitoli in italiano.
E' davvero sconcertante che nel mondo dell'interattività e della globalità i diritti "broadcast" siano ancora gestiti in questa maniera barbara: perché non posso ricevere anche io la ABC e vedere in tempo reale le stesse cose che vedono gli americani? Anche pagando un canone, ovvio...
Sinceramente, preferirei avere dentro Sky Italia la ABC, la CBS, la FOX americana, la HBO, la BBC, i canali spagnoli e francesi, anziché la paccottiglia dei canali minori del nostro caro e monopolista Murdoch... Chi se ne frega di Toonerang e Alice Channel, voglio la NBC e Channel 4...

Tornando a Lost, se non lo avete mai visto, è la storia di una quarantina di sopravvissuti a un disastro aereo che si ritrova su un'Isola sperduta tra l'Australia e Los Angeles. Pensate sia la versione fiction de L'isola dei famosi? Sbagliato... L'isola è un mosaico di pericoli e di orrori, e tra i sopravvissuti ce ne sono 14 le cui vite prima del disastro erano collegate tra loro da microscopici fili, insolite circostanze a volte borderline con il sovrannaturale. Man mano che la vita dei sopravvissuti procede, tra pericoli che vengono sia dalle loro interazioni personali sia da elementi esterni, ogni puntata ci racconta flashback sui 14 protagonisti principali, veri e propri "film dentro il film", spesso più avvincenti o sconvolgenti degli stessi avvenimenti sull'isola.
E dopo il doppio "cliffhanger" della puntata finale della prima serie, la seconda si apre con una sequela di colpi di scena serrati, e assolutamente, inquietantemente, la migliore e più geniale sequenza di apertura mai vista in televisione da molto tempo a questa parte.

E perché non si dica che non parlo mai di fumetti, uno degli sceneggiatori di LOST è stato assoldato dalla Marvel per scrivere ULTIMATE WOLVERINE VS HULK, prossimamente edito in Italia da Panini Comics. Oh, yeah, baby, one more time...

03 ottobre 2005

Pensierini del lunedì sera


Sto lavorando come un matto per quattro progetti così riservati e top secret che non posso neppure dire in maniera vaga di cosa si tratta. Chiamatemi paranoico, però l'idea di rivelare anche un minimo aspetto di qualcosa di importante e di delicato non è nelle mie corde. Ma togliendo i dettagli su questi progetti "hush hush", se voglio descrivere una giornata come questa mi resta poco da dire. Ho compilato il budget dei costi editoriali di Panini Brasile, preparato il comunicato con cui annunciamo che il coordinamento del licensing manga del Brasile verrà gestito da una collega spagnola, Montserrat Samon. Ho risposto a qualche decina di mail, e fatto un paio di telefonate che hanno sbrogliato un paio dei progetti di cui sopra. Ho salutato Marie Paule, che ci lascia dopo qualche anno di lavoro in redazione, e che ha deciso di continuare a collaborare da casa come free lance. Ho mangiato una zuppa di zucca al self service Ghirigoro, in mezzo agli operai del gas di Modena. Il tutto sotto un cielo grigio, uggioso, grigio metallico, con la temperatura che si è dimezzata, e costringe al primo golfino di lana della stagione, al climatizzatore dell'auto messo sui 22 gradi, soffio dell'aria sui piedi, grazie.

Poi, alla sera, dopo l'ultima mail, alle otto, mentre il resto della città cena, mi sono dilettato per la seconda volta in quindici anni in una lezione di yoga, scoprendo di essere capace di fare la posizione del loto, con le gambe doppiamente intrecciate, e il diaframma contratto verso l'interno. E alle 23.40 mi aspetta Six feet under, per un'altra dose di respiro che si spezza, di TV in apnea, glottide chiusa, bocca spalancata.

Parliamo di fumetti - 3


Prima di passare di nuovo a parlare di un mix di cose... fumetto e non fumetto... la faccia visibile e quella invisibile della luna... ecco una primizia. Il pezzo sul mio "ventennale" di attività, che a breve uscirà su L'UOMO RAGNO. Appositamente sul blog. Per voi.

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Permettetemi di ricordare un anniversario personale. Giorno più, giorno meno, vent’anni fa il sottoscritto iniziava a lavorare professionalmente nel campo dei fumetti. Avevo a mia volta vent’anni compiuti da poco, frequentavo il secondo anno di università, dai tempi del liceo scribacchiavo sui comics in una fanzine bolognese, Fumo di China, e una o due volte alla settimana facevo da consulente sulle uscite americane per un negozio importatore di albi USA, Alessandro Distribuzioni.
In un sabato pomeriggio di ottobre, anno di grazia 1985, attraverso i proprietari di AD, Alessandro e Marina, conobbi il mio primo editore, Carlo Racanicchi, della Labor Comics, che da poco aveva ripreso a pubblicare gli albi Marvel, dopo un intermezzo di vuoto assoluto seguito al fallimento dell’editoriale Corno. Parlammo tutto il pomeriggio, mi permisi di dare una serie di consigli e osservazioni su quello che pubblicava la Labor, e come, e tornai a casa con il mio primo incarico, scrivere le prefazioni della linea di Graphic Novel edite dalla Labor. Tutto iniziò così, con la prefazione di KILLRAVEN, poi la traduzione e la cura editoriale di DIO AMA, L’UOMO UCCIDE, il progetto editoriale di MARVEL (rivista mensile.. durata due mesi), e tutta una serie di altri pezzi e supervisioni. Poi, fallita la Labor nell’estate 86, il lungo periodo Star Comics, che vide il ritorno trionfale di Spider e soci in Italia, sette anni in cui il mio ruolo si evolse da traduttore/editor a redattore/factotum/gestore dei diritti. Fino al lancio di Marvel Italia nel 1994, con la mia poi diventata il settore editoriale di Panini S.p.A. e infine mutata in questo secolo definitivamente in Panini Comics, con una presenza internazionale in una decina di paesi, oltre 3500 pubblicazioni, e un parco di personaggi che va da Naruto a Spider-Man, dai Simpson a Superman.
Come direbbe un cantante rock “It’s been a wild, wild ride”… E’ stata una cavalcata selvaggia. Vista dall’interno, vi mentirei se dicesse che è stata tutta rose e fiori. Come tutte le grandi passioni, ogni momento di delusione è stato vissuto con scoramento e ogni vittoria con esaltazione. Ci sono stati anni di montagne russe, altri di percorrenza liscia e senza particolari eventi. Giorni di sole, altri uggiosi. Vent’anni sono tanti. Credo che una bella porzione di chi mi legge non fosse neppure nata nel 1985, negli anni in cui non c’erano neppure i fax, gli articoli si battevano a macchina e poi venivano ricopiati da un fotocompositore. Gli anni in cui il lettering si scriveva con il pennino, sul foglio delle pellicole. Gli anni in cui le fumetterie erano pochissime, si doveva vendere in edicola, e tanto, per sopravvivere. In cui era impensabile quasi pubblicare libri a fumetti a tema Marvel, in cui l’uscita di uno speciale era un evento, in cui scrivere un articolo su un computer portatile e poi spedirlo in ufficio con una connessione bluetooth dal mac al cellulare, e poi GPRS dal cellulare al server di posta, era, assolutamente, pura fantascienza.
It’s been a wild, wild ride. Vent’anni di fumetti, che probabilmente messi uno dietro l’altro collegherebbero Bologna a Oslo o anche oltre…
Buon anniversario a me stesso, quindi, e buona lettura a voi…

02 ottobre 2005

Parliamo di fumetti - 2

E' iniziato ottobre, e questo 2005 non è un mese che possa passare
inosservato. Infatti, VENT'ANNI FA, quasi per caso, è iniziata la strada professionale che mi ha portato, due decenni dopo, qua alla Panini, a fare il direttore editoriale che gioca a Risiko con i fumetti, anzi, a una sorta di sudoku, in dieci paesi, otto lingue,tremila giornalini etc etc etc.
Non pensate che sia entusiasta di questo anniversario: come ho scritto 1000 volte, ho un problema di "percezione appiattita del tempo", per cui a me pare che il 1985 fosse ieri, e che non siano passati nel frattempo 7305 giorni, un numero astronomico di pagine, infinite gioie, un bel po' di nevrotici momenti, colleghi, capi, amici, assistenti, disegnatori, inchiostratori, agenti, redattori, grafici, e un numero anch'esso ciclopico di lettori, fan e detrattori. Insomma, un po' di vertigine, mi viene, un bel po' di vertigine...


Uno degli aspetti più incredibili di questi 20 anni sono stati i rapporti con i licenzianti. In pratica, il 99% di quel che pubblico
viene da altri editori, che ci concedono in licenza i loro personaggi e le loro storie, in cambio di una somma di denaro (solitamente, una percentuale del prezzo di copertina). Capirete quindi che il licensing è il "pane" di cui di nutre la Panini (pun not intended), e che il fulcro di tutto quello che faccio consista in pratica nel gestire, contattare, soddisfare, un esercito di licenzianti (oltre cinquanta). E i licenzianti si possono collocare in diverse categorie. Quelli interessati solo ai soldi VS quelli interessati solo alla qualità (e tutte le sfumature nel mezzo); quelli che mi cercano sempre e quelli che vedo una volta l'anno; quelli che controllano anche che i grassetti del lettering dell'edizione italiana combacino con quelli dell'edizione originale (verbatim) e quelli che secondo me non aprono neppure le scatole delle campionature che gli spediamo. Quelli che vogliono leggere il curriculum dei nostri traduttori e quelli che pensano che la Sicilia e la Sardegna siano dei paesi a parte dall'Italia. Quelli che devi spiegargli cos'è l'IVA e quelli che non vogliono pagamenti in Euro perché "non crediamo nella vostra valuta". Insomma... un vero zoo umano e culturale, nel mezzo del quale spicca il tipo di licenziante più odiato (da me): quello che te lo fa "cascare dal pero", che non ti risponde mai, che sembra che ti faccia un favore a ricevere i tuoi
soldi e a far pubblicare i suoi fumetti in decine di migliaia di copie... Sono pochi, ma ce ne sono anche così: beati loro!