28 settembre 2006

September song


è già inverno?
Originally uploaded by Hilleman.
Siamo arrivati all'autunno sotto le piogge battenti e i suoi riti e le sue amarezze: scusatemi se ho postato poco in questi giorni, ho passato mezza domenica in ospedale con mia madre, per un malanno di media importanza, guardando l'horror show di un E.R. nostrano, con le barelle che si affastellano in corridoio e solo posti in piedi in sala d'attesa, mille grazie. Tutto questo mentre due persone importanti - a diversi livelli - nella mia vita devono affrontare la malattia del padre: in un caso uno straziante stillicidio, nell'altro un doppia mazzata secca.
I giorni più crudeli sono questi, quando nella seconda metà della vita la mortalità dei nostri genitori ci colpisce con un treno in corsa, e nel loro avvicinarsi alla fine vediamo anche il NOSTRO passare del tempo, il nostro essere irrimediabilmente adulti, quando vorremmo ancora nel nostro fondo rimanere, ora e per sempre, bambini.

26 settembre 2006

Manara


Seguendo il link a
ComicUS.it 4.0
trovate l'annuncio di un altro dei famosi "macroprogetti" che hanno bollito nel pentolone per parecchi mesi e che solo nell'imminenza del lancio saltano fuori. Panini Comics e Manara, un bel po' di volumi, una veste tutta nuova, con il Sol 24 Ore. E scusate se è poco...

23 settembre 2006

OK, è incredibile


La Marvel sta organizzando un crossover con Sentieri. No, sul serio. Andate a vedere questa news da Newsarama: INSIDE THE MARVEL/GUIDING LIGHT TEAM-UP - NEWSARAMA.

La cosa mi fa davvero piacere, dato che Sentieri (o "Guiding Light" o GL per gli amici) è storicamente la mia serie TV preferita, che ho visto fedelmente dal 1984 (o era il 1982? dalla storia di Nola-Morgan-Kelly) fino al 1994, quando il lavoro fisso alla Panini mi ha reso impossibile la pausa alle 14.00 per vedere il nuovo episodio.

La cosa più ironica è che per un 1° aprile di tantissimi anni fa scrissi un finto catalogo per l'allora Alessandro Distribuzione, in cui annunciavo l'ingresso di alcuni personaggi di GL nella continuity Marvel.

Era un Pesce d'Aprile, ma a un ventennio di distanza, succede davvero.

Ora devo dire che grazie al miracolo di MySky potrei registrare ogni giorno Sentieri e vedermelo di notte, ma mi risulta che Canale 4 cambi sempre orario, ritagliando le puntate originali di un'ora in spezzoni di 20 o 40 minuti. Una bieca macelleria del genere non può rendere giustizia a una soap che ha oltre 50 anni di storia e di continuity alle spalle, e che eccelle per le trame ironiche, drammatiche, sopra le righe, spesso sentitamente marvelliane, con cattivi come Alan Spaulding o Roger Thorpe che sembrano modellati sul Dottor Destino o Kingpin.

20 settembre 2006

The way we were


The way we were
Originally uploaded by Marco40134.
Ieri sera i Kappa Boys ... che per i non addetti ai lavori sono uno dei più eclettici gruppi di creatori, autori e packager di fumetti d'Italia (nonché amici da sempre ed ex colleghi dei tempi della Star Comics).... hanno deciso di festeggiare l'inizio della stagione lavorativa 2006-2007 invitando nei loro uffici nel centro di Bologna fumettari e fumettomani di mezza Emilia Romagna. C'era mezza Panini Comics, Roberto Baldazzini, Daniele Brolli, e un sacco di altra gente. Seguendo questo link troverete alcune foto dell'evento, molto spumeggiante e mondano.

Seguendo l'ispirazione della sorta di pseudo reunion Star Comics (di cui in questi mesi ricorre il ventennale) ho proiettato le diapositive scattateci nel maggio 1992 dalla fotografa Silvia Amodio e depositate in un cassetto di casa mia da quasi tre lustri. L'emozione è stata grande, e mi riprometto di digitalizzare le diapo e mettere online le migliori... Per ora, gustatevi questa foto di una foto.... con Massimiliano Degiovanni con i capelli lunghi, Max Brighel con i capelli, io abbastanza fico, Andrea Plazzi identico a oggi, Andrea Pietroni assolutamente diverso, Federico Amico prima della scomparsa nei meandri delle discoteche, Luca Scatasta con i capelli, PPR bel tenebroso come adesso, e la coppia Baricordi/Rossi in versione anni '80 anche se era il '92 (il giorno in cui uccisero il Giudice Falcone, non potrò mai dimenticarlo...).

19 settembre 2006

Cantami o diva del pelìde Achille...


Nonostante si possa pensare altrimenti, la fantascienza non è il mio tipo di letteratura di genere favorito. Se da ragazzo mi divoravo ogni Urania su cui riuscivo a mettere le mani, mi sono poi allontanato dal genere, e negli ultimi vent'anni e passa se devo leggere della fiction di genere do la preferenza a thriller e horror, in assoluto i miei preferiti.
In questi anni, praticamente, a parte poche eccezioni come un paio di libri di Ian Banks, l'unico autore di fantascienza che ho seguito con maniacale passione è stato Dan Simmons. Me lo ha fatto conoscere Daniele Brolli, nel 1991, regalandomi Hyperion per il compleanno e dicendomi "Anche se non ami la fantascienza, questo ti piacerà." ed è poi partito in qualche discorso sulla natura cyberpunk dell'opera e della rivoluzione di linguaggio e di contenuti apportata al genere da Simmons.
Vero è che mi sono portato il libro in Francia, per un viaggio per partecipare a un seminario di analisi matematica, e che ho passato ogni minuto libero per divorarmi quel libro. Ne sono rimasto folgorato, a tal punto che ne ho persino usato il titolo per la rivista Star Comics dedicata al fantastico che avrei inaugurato nel novembre di quell'anno. Simmons - forse perché non è esclusivamente un autore di fantascienza, ma ha anzi una grande esperienza come scrittore di gialli, horror, noir e saggistica - utilizza le convenzioni del genere SF, ma le rivoluziona, infonde in esse una grande sensibilità letteraria, una visionarietà fuori dall'ordinario. I suoi romanzi sono pieni di riferimenti a opere degli immortali della letteratura (Hyperion per esempio è infuso di riferimenti a Keats, che è addirittura uno dei protagonisti del libro), pieni di giochi di parole, umorismo, caratterizzazione, personaggi grondanti di umanità e di drammaticità.

A Hyperion hanno fatto seguito tre romanzi, La Caduta di Hyperion, Endymion e L'Ascesa di Endymion, che compongono una delle quadrilogie di SF più incredibili mai scritte, e che vi consiglio di leggere appena avrete una settimana (o due) di totale relax con molto tempo libero.

Il post di oggi vuole essere però una recensione dell'ultima opera di fantascienza di Simmons, Ilium & Olympos, due libri che sommati arrivano e superano le 1000 pagine, ma che costituiscono un'unica storia. In America sono passati tre anni tra il primo e il secondo volume, ma per fortuna li ho letti assieme, uno dopo l'altro, perché la trama è così complessa che non so chi possa ricordarsi a distanza di tre anni di come era rimasta in sospeso la vicenda.

Ilium si svolge circa 4000 anni nel futuro. Sulla terra, poche decine di migliaia di umani vivono nella beata ignoranza, tra feste e balli, senza saper leggere o fare nulla tranne teletrasportarsi da una città all'altra ("faxarsi") per partecipare a questo o a quel party, serviti e riveriti da automi e creature artificiali chiamati voynix.
I responsabili di questa situazione sono i post-umani, creature geneticamente evolutesi tramite biotecnologie e nanotecnologie, che hanno lasciato la terra e vivono in isolamento negli anelli orbitali che attorniano il pianeta.
L'unico intrattenimento per gli umani sono i "turin cloth", delle sindoni che poste sul viso permettono di vedere in tempo reale... la guerra di Troia.
Eh, già, perché il titolo della saga non è casuale. Da qualche parte, l'Iliade viene riprodotta dal vivo, con guerrieri veri, carne e sangue... e con i veri e propri dei dell'Olimpo, che manipolano gli eventi e neppure loro sanno come si concluderò la guerra. In mezzo ai guerrieri, invisibili ai loro occhi, ci sono una serie di studiosi omerici, clonati dagli dèi e messi sul terreno di battaglia per osservare gli eventi e narrarli. Thomas Hockenberry, professore universitario del XX secolo, esperto di letteratura omerica, si trova ricreato in laboratorio dagli dei e spedìto a Troia, dove diverrà prima una pedina dei giochi divini, e poi cercherà di ribaltare le sorti del conflitto e di sventare i complotti di Zeus.
Non vi basta? La terza storyline, una delle più gustose, riguarda i Moravec, creature artificiali senzienti create dagli umani secoli addietro e che vivono nello spazio oltre Giove. I Moravecs, che hanno perso da secoli i contatti con la terra, avvertono un'incredibile attività quantica sul monte Olimpo di Marte, e decidono di spedire una spedizione di ricognizione sul Pianeta Rosso. Della squadra fanno parte Mahnmut di Europa e Orphu di Io, due moravec che da anni sono legati da un'amicizia telematica, e accomunati dalla passione per la letteratura, il primo specializzato in Shakespeare e il secondo nella Recherche di Proust.
E la loro passione letteraria farà da let motiv dell'intero romanzo/i. Come al solito, Simmons si abbevera al mare magnum della letteratura classica, e come e più di Hyperion i miti e i topoi dei grandi scrittori prendono forma nelle sue pagine. A parte l'Iliade, cui Simmons attinge a piene mani, raccontandone in chiave cyberpunk interi canti, l'autore rende omaggio ai Sonetti di Shakespeare, a Browning, Tennyson, H.G. Wells, e riesce persino a spiegare con Proust alcune delle teorizzazioni più ardite sui retroscena delle vicende del romanzo. Eh già, dato che ovviamente le tre storie del libro/i sono interrelate, e i diversi personaggi andranno a collidere in modi inaspettati.

Come al solito, Simmons eccelle nella visionarietà della sua arte narrativa. A parte i pastiche omerici, arricchiti di nanotecnologie e fisica quantistica, la descrizione della terra del futuro è nella migliore tradizione di Hyperion: teletrasporto, strane creature mezzo macchina e mezzo biologia, inquietanti modifiche nella morfologia terrestre (tipo la breccia atlantica, un camminatoio che divide in due l'oceano permettendone l'attraversamento sul fondo, a piedi, o la Eiffelbahn, un sistema di teleferiche a velocità supersonica che consentono di andare in cabinovia dall'India al Portogallo passando per l'Everest). Geniale anche l'idea delle funzioni "nascoste" nell'organismo umano e alimentate dalla nanotecnologie, o la teoria del dna trasformato in un back up di memoria.
Fortissima anche la caratterizzazione dei personaggi, dalla storia d'amore di Ada e Harman, a quella d'amicizia dei due Moravec, a quelle di sesso tra Hockenberry e Elena di Troia.

In Italia, i due romanzi sono stati pubblicati come TRE volumi da Mondadori, una formula a dir poco insolita. Voi comunque procurateveli, chiudetevi in campagna una settimana, e immergetevi nel mondo di Ilium, che anche se è inferiore di un gradino alla quadrilogia di Hyperion, molto più audace e compiuto come affresco narrativo, rimane decisamente un ottimo romanzo di fantascienza.

15 settembre 2006

What an odd week


Strana giornata, questa. Un po' di chirurgia dentistica (estrazione di un molare e impianto di quello che tra sei settimane sarà un altro molare, bionico), poi un pomeriggio a letto con il ghiaccio, l'Aulin, il gelato, il PC acceso per lavorare un po' e il telefonino che suona ininterrottamente, con chiamate di gente che non mi chiama da anni (ma, chissà perché, ha pensato a me proprio oggi) o che non mi ha mai chiamato finora (persino il fratello di Ronaldinho, giuro).
E alla sera, mi rivedo anche in TV Goldeneye, che, crediateci o meno, è il primo film di Bond che ho visto in vita mia, prima di recuperarli poi in gran parte in DVD. e che non è male, nel suo genere, ovviamente.

Strana settimana, questa, con ondate su ondate di lavoro frenetico, ma comunque appagante, allietato da sorprese come una chiamata inattesa di Giuseppe Genna o dalla conoscenza di un simpatico editore islandese, e poi telefonate, riunioni, programmi editoriali, business plan, il 2007 che avanza (e che anno sarà), la sigla rap tedesca di Naruto, l'assistente dei fratelli, nuotate in piscina, sedute di magnetoterapia, cene al cinese con autentico hot pot, compleanni con gli hamburger.

Per illustrare la settimana, una chicca. La mappa del tour mondiale di Jeff Smith, che mi sono trovato oggi pomeriggio nella casella di e-mail. La tappa in Italia è a Lucca, ospite di Panini Comics, per il lancio italiano di BONE A COLORI volume 1.
Da non perdere---

12 settembre 2006

In the beginning - 5 di ?


Negli anni delle medie un altro cambiamento per certi versi epocale: inizia la mia ossessione per la lingua inglese, motivata in maniera non indifferente dalla speranza di poterla usare per leggere i miei amati fumetti in edizione originale. In prima media mi procuro una decina di libri di testo di inglese per le medie e me li divoro, studiandomeli da solo. In seconda media so già scrivere in inglese "basico", conservo ancora un "diario delle vacanze" scritto in quella lingua con monotona e ingenua insistenza. Mi iscrivo al British Council di Piazza Santo Stefano (un'istituzione purtroppo cancellata dai decenni e dall'indifferenza di una città un po' "morta dentro" come Bologna), e inizio a portarmi a casa i libri del dottor Doolittle in inglese, che mi leggo uno per uno con il vocabolario a fianco.

Alla fine della seconda mio padre mi organizza una vacanza studio con la SIS (ora la EF) a Worthing, in Inghilterra. Sono il più piccolo del gruppo, ma siccome sono molto alto e sembro più grande riesco a integrarmi senza problemi, e giro da solo per la città in lungo e in largo a ogni ora (penso che oggi a nessun tredicenne sarebbe concessa una cosa del genere). Durante le visite a Londra, mi svicolo dal gruppo senza permesso e me ne vado in giro a piedi e in metropolitana, alla ricerca - ovviamente - di fumetti Marvel americani. Non li trovo, a dire il vero, ma mi accontento delle gigantesche ristampe settimanali in bianco e nero edite dalla Marvel UK (ricordo ancora STAR WARS con STARLORD di Infantino in appendice, o HULK con dentro RAMPAGING HULK anch'esso in bianco e nero).
Compro anche, svenandomi, A HISTORY OF COMICS BOOKS IN AMERICA, di Les Daniels, uno dei primi libri di analisi storica e sociologica del fumetto USA, che ancora oggi è per me uno dei "testi sacri" sulla Nona Arte.
Gli unici albi USA che trovo sono alcune serie secondarie DC, che mi sbafo senza pensarci due volte, tipo GREEN LANTERN/GREEN ARROW e la JUSTICE SOCIETY. Abituato alle pubblicazioni irregolari DC in Italia, non capisco un'acca di Terra Due o delle vicende di Freccia Verde, ma sono moderatamente colpito.
Alla fine della terza media, a pochi giorni dagli esami, la rivelazione: nel negozio di fumetti di via Lame, gestito da una coppia di anziani signori pugliesi e - a volte - dal figlio Alessandro, si vendono fumetti Marvel in originale, a prezzi proibitivi ovviamente. Ne compro tre, tra mille sacrifici, a memoria direi un X-MEN di Byrne, un AVENGERS anch'esso di Byrne e un MARVEL TWO IN ONE di Byrne (si capisce chi era il mio autore preferito, e perché al momento dovuto mi ingegnai per proporre in italiano quantità industriali di materale del disegnatore canadese).
E' l'inizio di una storia d'amore, quella con i fumetti USA, da me ribattezzati "gli albetti", che si consoliderà negli anni del ginnasio....

11 settembre 2006

Riceviamo, e volentieri


Tornato a casa dopo la campagna che ha fatto seguito al matrimonio, ho avuto la sorpresa di trovare questa mail nella mia posta elettronica:


Caro Marco,

ho sentito il bisogno di scriverti per condividere un'emozione. Un'emozione purtroppo rara, anche se nel mio, nel nostro mestiere si dovrebbe vivere di emozioni così.
Per chi, come me, scrive quasi millecinquecento tavole l'anno, cioè decine di storie, alla fine capita che ogni storia valga quanto un'altra. Capita che si perda l'emozione della nascita di un nuovo figlio. L'orgoglio misto alla meraviglia. Il senso di avere fatto qualcosa di unico.
Capita, purtroppo. Ma non è sempre così. Ogni tanto c'è una storia diversa. Unica.

Ecco, lunedì scorso, mentre ero lì nel mio studio, con Claudio ed Enrico, a riguardare tutta la storia di Devil e Cap finita... mentre osservavo quei disegni e rileggevo la mia sceneggiatura, quasi scoprendola per la prima volta, come se l'avesse scritta qualcun altro (uno bravo, accidenti! Ehi, ma sono io!)... be', ho provato quell'emozione.
È una storia importante. È una storia in cui c'è un pezzo importante di me. E, credo, c'è un pezzo importante di tutti quelli che ci hanno lavorato, Marco. Anche un pezzo tuo.
Anche l'Uomo Ragno mi aveva emozionato, non lo nego. Ma questa storia è... oh, insomma, tutta un'altra storia. E non soltanto perché è più lunga, più complessa e, in un certo senso, più seria.

Ecco, volevo farti sapere questo. E ringraziarti, perché grazie a te io e Claudio abbiamo realizzato un sogno. Abbiamo (ri)trovato un'emozione.

A Lucca sarà una grande festa, che vivremo assieme. Sono astemio (nessuno è perfetto), ma per una volta brinderò volentieri. Ricordamelo: offro io.

Un abbraccio
Tito


Il mittente è Tito Faraci, l'argomento è la graphic novel che ha scritto per Marvel e Panini, su disegni di Claudio Villa, e alla cui trama ho anche dato io qualche spunto. Tra poco esce, dire che è bella è un eufemismo, e a Lucca la potrete ammirare nello splendore della mezza tinta di Claudio...

Il gran giorno di Sara e Lee





Sabato è stato il gran giorno di Sara, nostra impavida redattrice di tanti progetti speciali e meno, nonché neofita coordinatrice di licensing, e Lee, alias Lee Bermejo, grande autore USA trapiantato a Reggio Emilia. Alle nozze dei due piccioncini c'era non solo tutta la Reggio & dintorni che contano, ma anche un bel pezzo di fumetto italoamericano. Panini Comics era ben rappresentata dal sottoscritto e dai due compari "specialisti" di Sara, Francesco (Meo) e Simon (Bisi), e tra gli autori ho riconosciuto Jim Lee, Carlos D'Anda, Michele Petrucci, Gabriele Dell'Otto, e un'altra pattuglia di autori romani. Cerimonia all'americana, con gazebo all'aperto, sindachessa con la fascia che ha officiato civilmente e simpaticamente, grande buffet di antipasti nella miglior tradizione emiliana (con annessi fritti, che secondo me a un matrimonio non devono mai mancare), poi cena e danze. La location era una villa liberty sulle colline di Reggio, con panorama mozzafiato annesso, il tempo è stato complice, e alla fine siamo stati tutti felici di aver potuto condividere con Lee e Sara il coronamento della loro bellissima storia d'amore, che sembra uscita da un fumetto rosa o - come piacerebbe a me e a Sara - da una qualche originale e moderna soap opera.
Auguri, L&S.

08 settembre 2006

The Puppini Sisters

Incredibile cosa si scopre all'una di notte. Una mia compagna di scuola, cugina di una delle mie migliori amiche, è diventata una star a Londra. Ciao Marcella!


The Puppini Sisters

07 settembre 2006

Pensierini inglesi e non solo


Appunti di inizio settembre, in ordine sparso...

1) Sono stato ancora a Londra, ed è un po' come tornare a casa. Ne ho parlato un anno fa, di come mi senta chez moi per queste strade, in questi viaggi annuali modulari: un po' di Londra, un po' di Kent, la gente che sciama per le strade, i tassisti che attaccano bottone e sono gentilissimi, ognuno con la sua storia (quest'anno, un ex responsabile repro di una tipografia inglese... credo che meno dello 0,01% dei suoi clienti sappia cosa significa "repro").

2) Prima o poi in uno di questi viaggi voglio fermarmi un giorno o due in più e perdermi nella English Forest, in quei boschi incredibilmente verdi che si intravedono nel viaggio in auto da Tunbridge Wells, dove ha sede la Panini, e l'aeroporto di Gatwick.

3) In Inghilterra sono arrivati i manga. Vendono ancora poco per gli standard italiani o francesi o anche tedeschi (sfido, i cartoni giappi in TV in pratica non si vedono) ma le librerie li "pompano" un po' ovunque. Vanno soprattutto gli shonen, con poche eccezioni.

4) Gli amici inglesi sono finalmente pronti con la loro terza rivista Marvel "autoprodotta", SPIDER-MAN AND FRIENDS, per bambini da 3 a 6 anni, che ancora non sanno leggere, con regalino allegato. Non so se mai la vedrete in Italia, ma è davvero fantastica. La mia copia staffetta è stata oggetto delle mire di tutti i redattori a Modena, ma l'ho difesa strenuamente.

5) Devo ancora finire Olympos, di Dan Simmons, ma mancano meno di 100 pagine. Ogni giorno faccio magnetoterapia per la caviglia e ne leggo un pochino. Ho già in testa la recensione.

6) Il lavoro sta diventando brutale, soverchiante, oggi alle 19.45 sono andato via salutando le signorine delle pulizie. Programmi editoriali italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, ungheresi, brasiliani, cileni, britannici... un bel polpettone di titoli, formati, date e licenze. Volete sapere in quante formule e formati presenteremo o non presenteremo PUNISHER/BULLSEYE? O in che sequenza usciranno i volumi di C.S.I.? E quanto vende DR WHO MAGAZINE? Quanti abbonati ha il nostro BATMAN MAG francese? Per non parlare di giochi di carte, poster, libri di illustrazione, DVD, libri in compagine etc etc.

7) Per fortuna è giovedì.

04 settembre 2006

Di castello in castello



Castel del Rio è un'amena cittadina nell'alta Valle del Santerno, parallela a quella valle del Sillaro in cui passo praticamente ogni fine settimana. E Castel Del Rio è un posto che gli appassionati di fumetto conoscono bene, dato che è qui che Roberto Raviola - Magnus - ha passato gli ultimi anni della sua vita, in cui è morto e in cui è sepolto. Riesco bene a capire il fascino che questo lembo d'Appennino può esercitare: una campagna verdissima, un fiume con le acque tiepide in cui è possibile balneare parecchi mesi all'anno, gole ripidissime che si stringono e si allargano in un panorama vertiginoso che dopo pochi chilometri culmina e sfocia nel Mugello. Nel castello eponimo di CdR da qualche tempo hanno aperto una SALA MAGNUS per celebrare il famoso artista che decise di scegliere Castello come sua ultima casa, e che riuscì anche a infilarcelo in più di una vignetta.
Oggi ci sono passato anche io, in occasione di una giornata speciale commemorativa, e di una micro-mostra mercato molto interessante. Ho finalmente conosciuto la signora Raviola, Margherita, dopo tante collaborazioni insieme con REPUBBLICA, LA COMPAGNIA DELLA FORCA e non solo. Buffo, che me la immaginavo brunetta e rotonda, ed è invece bionda e snella, una vera esplosione di vita e di entusiasmo.

Certo, la Sala Magnus in sé non è nulla di spettacolare, ma è comunque un bell'omaggio a questo grande artista, ed è più di quello che abbia fatto una città come Bologna nei confronti di Magnus o di qualsiasi altro dei suoi Maestri.
Se decidete di fare un giro di queste parti, passate a vederla, e pensate per qualche minuto a questo grande artista, e allo scrigno verde di alberi e pietra in cui scelse di seppellire il suo dolore. Non ve ne pentirete.

02 settembre 2006

In the beginning - 4 di ?


Gli anni delle scuole medie (1976-1979) sono anni di grande transizione, il capitolo finale dell'infanzia, in più di un senso: cambio scuola due volte, cambio casa e quartiere, cambio amici e compagni, mio padre inizia il calvario che da un infarto all'altro lo porterà alla morte, nel 1982.
In generale, tutte le ovattate certezze delle elementari vengono rimpiazzate da nuove sfide, nuovi interessi, in un vortice di crescita accelerata. I fumetti Marvel-Corno, complice anche la chiusura del Corriere dei Ragazzi, diventano la mia lettura e passione primaria, in un crescendo. Prima inizio a comprare L'UOMO RAGNO GIGANTE, poi THOR e i FANTASTICI QUATTRO, poi DEVIL GIGANTE, poi L'UOMO RAGNO, quindi, al suo esordio, GLI ETERNI, la spettacolare rivista antologica sulle serie "fantascientifiche" della Marvel (Nova, Omega, Cybernus, i Guardiani della Galassia, 2001 Odissea Nello Spazio, e - ovviamente - gli Eternals di Jack Kirby). Il mio entusiasmo non ha confini. Compro le nuove uscite, inizio a cercare gli albi mancanti nelle rivendite dell'usato di Bologna (compreso un certo negozio di via Lame che giocherà un ruolo importantissimo negli anni a venire...). Pian piano anche le serie secondarie come DRACULA, HULK, SUPERFUMETTI IN FILM o SHANG CHI o persino EUREKA, che ospita le strisce del Ragno, vengono inglobate nella mia "lista della spesa" (l'ultima collana cui capitolo è CONAN & KA-ZAR, ebbene sì, lo confesso). Acquisto tutto in edicola, ovviamente, di solito quella davanti alla scuola, in via Sant'Isaia, aspettando maniacalmente il giorno d'uscita, sentendomi felice dentro in quelle giornate di primavera in cui entro a scuola sapendo che all'uscita ci sarà il nuovo THOR o il nuovo FQ ad aspettarmi. Inizio a tenere un index delle storie Marvel, in un quaderno ad anelli che fino a pochi anni fa mi serviva ancora come fonte di informazione inequivocabile su dove fosse apparsa una certa storia negli albi Corno. E' un index semplice, sono semplicemente le diverse collane americane in ordine alfabetico, con l'elenco degli episodi in italiano con la sigla dell'apparizione italiana e la data di uscita americana. Man mano che le mie collezioni si completano, anche gli index si riempiono, e vi assicuro che rispetto all'odierna "informazione in tempo reale" offerta dalla rete questa costruzioni "manuale" dell'informazione è decisamente più appagante.
Inizio anche, e sarà un'occupazione sempre più importante all'inizio delle superiori, a tenere un quaderno con le mie recensioni dei diversi albi Marvel, ingenue se lette adesso, ma tutte con una loro logica.
E - ovviamente - inondo la Corno di lettere, almeno una decina - di cui tre vengono pubblicate, nel breve intervallo di tempo in cui le rubriche di corrispondenza con i lettori sono curate in una maniera paragonabile a quella odierna (anche se le risposte sono sempre vaghe e - spesso - pacchianamente inesatte o "sbruffonescamente" maleducate).
Degli albi Corno mi piace quasi tutto, soprattutto su GLI ETERNI e i GIGANTI (non sono ancora in grado di capire che le traduzioni sono fatte a dir poco con i piedi, anche se almeno sono in italiano, che è più di quello che si possa dire di questi tempi).
La principale cosa che mi turba è che sono AFFAMATO di informazioni. Vorrei sapere tutto sulla Marvel, i suoi eroi, il passato, il presente, e invece negli albi le uniche rubriche sono le pagine della posta di cui sopra. Inizio a fantasticare di albi Marvel in cui siano presentate le storie, i loro autori, il contesto in cui si svolgono.
Poi: trovo bizzarri certi accostamenti tra personaggi principali e comprimari. Se L'UOMO RAGNO può vantare Devil, Hulk e Iron Man come "compagni di strada", FQ e THOR, gli altri due quindicinali, devono rimpolpare le pagine con serie che oggi al massimo vi trovereste in un 100% MARVEL, tipo Killraven o Ghost o il Figlio di Satana o il Dottor Strange (potrei mettere anche Pantera Nera nell'elenco, ma dato che probabilmente diverrà il comprimario di uno dei mensili Panini Comics nel 2007, sarebbe una contraddizione...). Con il senno di poi, la Corno non aveva altra scelta, dato che il convento passava solo quello, e in pratica non c'erano serie inedite cui pescare per la scelta dei comprimari. All'epoca non me ne rendevo conto, ma comunque imparai a farmi piacere anche Power Man e Bloodstone, tanto per gradire.
Infine, non ci voleva un genio per capire che nella pubblicazione di serie tra loro collegate (tipo FANTASTIC FOUR e MARVEL 2 IN 1, alias la collana della Cosa), la Corno se ne infischiava della sequenza di lettura corretta. Rifilava a noi lettori magari dieci numeri di FQ con dentro la Cosa, poi dieci con FF, e magari i primi avevano anticipato i colpi di scena dei secondi, o viceversa. Diciamo che gli editorial retreat come il nostro di mercoledì, in cui ci siamo scervellati per capire in che mese far iniziare CIVIL WAR per evitare "spoiler", non erano nelle corde della redazione di Viale Romagna.

4-- CONTINUA