30 gennaio 2007

Till Angouleme freezes over.


Prendete il Salone del Fumetto più prestigioso del mondo, con più di 100.000 visitatori, che si svolgeva nel cuore urbano di un'affascinante cittadina storica della Francia, in cima a un suggestivo altopiano.
Spostatelo dal centro città (per fare spazio a un contestato centro commerciale in odore di speculazione edilizia) e mettetelo in un prato sotto l'altopiano, il cui unico accesso è uno stretto vicolo. Senza nessun esercizio commerciale vicino, con solo qualche bagno chimico e due o tre choschi di panini.
Aggiungeteci il maltempo, con i marciapiedi ghiacciati, il vento sferzante, temperature polari, e un servizio di autobus di collegamento inadeguato per la mole di pubblico.
Il risultato è il Salon de la BD di Angouleme di quest'anno, decisamente il peggiore cui mi sia capitato di partecipare in quanto a logistica e a riuscita commerciale.
Mentre aspettavo al gelo l'autobus assieme al altre cento persone, o facevo la fila per prendere a due euro alla tazzina un caffé genere "spremuta di calzino", mi chiedevo come si può essere involuto così tanto il Salon de la BD nel giro di due anni: da fiera urbana, a due passi da piazze, negozi, bar, a fiera suburbana, con solo la baracchina delle crepes a fare da servizio catering, e un'impossibile camminata in salita di almeno due-tre chilometri su marciapiedi ghiacciati per andare in centro. Il cambiamento di location ha avuto impatto negativo sul successo della mostra: mancava pubblico, mancava traffico nell'area business, e ho proprio avuto l'impressione che si sia trattato di un'edizione minore. Addirittura, parlando con i tassisti e i colleghi francesi, si è sentito dire che sarebbe stata l'ultima Angouleme, e che dal 2008 il Salone si trasferirà in climi più miti e in città più attrezzate. Per tutta la manifestazione, dal giovedì mattina alla domenica, sono stato di un umore un po' down.
Ma come, in Italia finalmente il Salone di Lucca torna in città dopo oltre 15 anni di esilio vicino al Palazzetto (ma comunque, a due passi dal centro), e il Salone di Angouleme va in esilio in uno spiazzo periferico? Angouleme espelle dal suo corpo urbano la manifestazione che l'ha resa famosa, che era un simbolo per noi italiani provinciali di grandeur culturale e di perfetta logistica organizzativa gallica?
E di fronte all'ecatombe organizzativa, ti vengono in mente tutte le altre defaillances del Salone, che in qualche modo finora erano rese meno pesanti dalla bellezza dell'evento: gli hotel introvabili (per non dire inesistenti) che mi costringono a dormire in una specie di Bates Motel a due stelle con riscaldamento a singhiozzo; la mancanza di un aeroporto, l'incongruo timing a fine gennaio, la snobberia dei premi, che premiano solo le cose più elitarie e sconosciute. Etc etc etc.

Huff...

Ora che mi sono sfogato, e ho condiviso con voi la delusione di questo Angouleme, veniamo invece alle cose che in fondo hanno reso piacevole l'esperienza.
Anzitutto, lo staff Panini, tra collaboratori, dipendenti e autori, che hanno reso fantastico persino andare in giro sui marciapiedi gelati. Da Andrea, Francesco, Stefano, Enrico, Simone e Matteo, a Sophie, Walter ed Anna, per andare alle guest star Olivier Coipel, Tim Sale, Gabriele Dell'Otto e Niko Henrichon (di PRIDE OF BAGHDAD), e chiudere con Sebastien, Marjorie e Benoit dell'ufficio francese.
Poi, come sempre, è stato impagabile parlare con un sacco di operatori di mezzo mondo, e capire come si evolve il business dei comics:
la sensazione è che in Francia il formato franco/belga sia in una specie di cul-de-sac evolutivo, e cerchi nuove tematiche e formati;
la sensazione è che il manga sia oggi in Francia (e non solo) l'unico settore in ascesa vertiginosa (+27% nel 2006) e che questo renda difficilissima la competizione nel settore, con titoli che passano di mano a somme vertiginose per gli standard italici;
la sensazione è che noi di Panini si sia ormai giunti a una specie di bivio, con una crescita così impetuosa e un allargamento a settori di prodotto e geografici così forte che a volte mi/ci vengono quasi le vertigini.


PS: Mi ero già scritto nella testa questo post post-Angouleme, quando sul suo blog l'amico Foschini ha deciso di epater les lecteurs e congedarsi in maniera molto impattante. Che dire? Non scomparire, fratello di blog. Se hai compiuto 31 anni, non è la fine del mondo. Puoi sempre compierne 41, e poi vedi...

2 commenti:

Andrea Mazzotta - ILGLIFO ha detto...

Ciao MArco...mi spiace che questa nno sia andato così.
Capisco il tuo disappunto per il premio come miglior Albo...


Tuttavia autori come MUNOZ ( non trovo il caratte per scrivere correttamente il nome), Burns,Frederik Peeters e riviste belle come Canicola non mi sembrano sia snobberie...
Giusto?
Comunque ben tornato a casa.
E sempre un piacere saperti sano e salvo in suolo italico...

Butter Boy ha detto...

Tu m'as convainçu, mon confrère. je reste.
Condivido l'analisi. Annata desolante. E soprattutto, asfissia di idee innovative. Respiravo l'aria di riflusso già l'anno scorso, ma quest'anno la metastasi è conclamata.
michele.