30 luglio 2006

Il cielo sopra Stoccarda




E così, alla fine, ho volato. Come si evince dalle foto, ho volato in un Baby Cesna, con l'istruttore al fianco, partenza dall'aeroporto di Stoccarda alle 12.00, decollo immediato, dopo 1 minuto eravamo a 2000 piedi e lui mi ha lasciato i comandi dicendomi "Vai dove ti pare, è come andare in bicicletta". Avevo le mani un tantino sudate, e la bocca pastosa, e un bel po' di strizza, sotto sotto, ma alla fine è vero, comunque la si metta, a questi livelli, con questo clima, un aeroplano non può che volare. E così mi sono fatto un voletto di un'ora, come nei sogni, abbastanza in basso da distinguere le strade dove ero stato a zonzo il giorno prima, il fiume, le barche, le case, i castelli. Abbiamo volato, girato sulla città e sulla campagna, in questa giornata d'estate tedesca irrealmente luminosa, per poi rientrare in aeroporto. L'atterraggio l'ha fatto lui, ovviamente, ed è stato delicatissimo, come scendere da un gradino.
La giornata di attivià aziendali organizzate dal nostro direttore tedesco Frank Z. (invero olandese, ma ormai tedesco d'adozione) è continuata con una serie di eventi tutti molto testosteronici: visita al (bellissimo) museo Mercedes, aperto lo scorso maggio e con una concezione museale incredibile (una torre di cemento, vetro e acciaio, con due spirali sovrapposte discendenti che esponevano la storia dell'automobile Mercedes dall'inizio a oggi, con pezzi incredibili tipo la Papamobile, la Mercedes di Hirohito e una appartenuta per qualche anno alla principessa Diana).
A seguire, spostamento su una pista di go kart, e torneo di go kart, cui ho partecipato con entusiasmo, anche se tra caviglia slogata e i miei endemici problemi di anterolistesi mi sono limitato nella velocità (ci mancava SOLO un terzo ammaccamento e poi ero pronto per l'ospizio). Alla sera, cena al Solitude, il più famoso castello di Stoccarda.
Oggi, finalmenrte, rientro in Italia e giornata di totale relax per riprendersi dal tour de force...

Piccolo PS: ecco la mia foto del Museo D'Arte di Stoccarda, così come scattata da me con una semplice Lumix. Certo, non come quella del post precedente, ma non male.

28 luglio 2006

Stuttgart, parte 2


Art Museum in Stuttgart
Originally uploaded by iPhotograph.
Terzo giorno a Stoccarda, fine delle mega riunioni, e mezza giornata di relax. Torno in centro per fare un giro, un po' di shopping, il caldo sembra allentare la presa. I tedeschi sono gentili, sorridono sempre, e quando gli parlo nel mio tedesco da seconda media riusciamo sempre a capirci. Per non parlare poi delle camicie che producono, quelle di Hugo Boss, che sembrano disegnate sulla mia corporatura (taglia 43, FYI) e di cui mi rifornisco ogni volta che passo per la Germania.
Osservo la gente, noto come ci si sia tutti omologati. Diciannove anni fa, la prima volta che sono venuto in Germania, nella Berlino della Summer Of Love 1987, mi sembravano tutti un po' alieni come vestiti, come look, come mentalità. Oggi, mutatis mutandis, scuriti un po' i loro capelli e resa la pelle meno lattea, sono proprio come noi: come girano, come si vestono, come si acconciano, le loro passioni, etc. O forse è che ci siamo tutti un po' uniformati, noi europei, noi cittadini del continente migliore del pianeta, nella nostra mescolanza perenne e nel nostro vagabondare senza più frontiere?

Cena al ristorante del Kunstmuseum, qui riprodotto in una foto da Flickr (ho fatto anche io delle foto, ma non riesco adesso a scaricarle). Posto molto chic, ricorda un po' come concetto il Geroges al Centre Pompidou di Parigi. Cibo minimalista, tipo coda di rospo tiepida con cous cous alle erbe, gazpacho con spiedino d'anguria, cosciotto di pollo.

Ora, meritato riposo. Perché domani... domani si vola... e non come pensate voi.

27 luglio 2006

Hot in Stuttgart


Non ho fatto in tempo a recuperare e a riprendermi dalle 9 ore di fuso e dall'overload di idee e informazioni del viaggio in California, che sono subito ripartito per Stoccarda. Qui ha sede la nostra filiale germanica, e qui mi sono recato con circa 40 colleghi paninari di tutto il mondo per le nostre rituali riunioni collettive fiume... e per celebrare un Mondiale davvero eccezionale (Panini non vuol dire solo fumetti, ma anche figurine, e quindi figurine del mondiale e connessi risultati "super"). Ecco qua tutti come bravi scolari in gita scolastica, a passare ore e ore in conciliaboli senza fine, e poi a terminare le giornate a suono di bier, sekt, shnapps, stinco di maiale, strudel e altre amenità dell'ottima (almeno secondo me) cucina di queste latitudini.
Unico neo della trasferta. Fa caldo. Lo so che fa un po' meno caldo che in Italia, ma qui NESSUNO ha l'aria condizionata, né gli uffici, né i ristoranti, né gli autobus, né il metro. Sembra di galleggiare in una brodaglia bollente, e quando stasera ci hanno servito il consommé prima dello stinco di maiale, hanno iniziato a sudarmi anche i pochi capelli che ho in testa.

25 luglio 2006

Lost in San Diego



Piccolo PS su San Diego.
Credo di essere un fan di LOST della prima ora, e quindi mi sono emozionato non poco vedendo gli attori che interpretano Hurley e Jin nella lobby dell’Hilton, o stringendo la mano dello sceneggiatore Damon Lindelhof allo stand della Marvel. Ecco quest’ultimo ritratto assieme a Gabriele Dell’Otto.
Agli attori non ho osato fare foto, erano tutti circondati dal loro entourage, ma è stata davvero una piacevole sorpresa.

24 luglio 2006

Journey's end


Il sabato a San Diego di solito è una giornata di relax, e cerco di sbrigare tutta la parte lavorativa del viaggio per la serata di venerdì e quindi potermi godere almeno 24 ore come semplice visitatore o turista.
Invece, questa edizione “monstre” del 2006 comporta impegni anche nel fine settimana, e dalle 9.00 alle 17.00 mi faccio una bella infilata di meeting uno dietro l’altro, quasi tutti nel ristorante dell’Hilton Gaslamp, l’albergo davanti alla fiera, dove alla fine conosco i camerieri e il menù alla perfezione. Per motivi imponderabili, infatti, la fiera di San Diego NON dispone di un’area incontri solo per professionisti, e nell’enorme convention center ci sono posti a sedere o per terra o in affollatissimi e sporchissimi self service dove servono solo nachos con formaggio fuso e hot dog. Si è quindi costretti a chiedere ospitalità ai tre-quattro hotel adiacenti, e da sempre il piccolo ma comodissimo Hilton Gaslamp è il mio quartier generale personale.
La parte più interessante di oggi sono le due ore di appuntamento Marvel, dove veniamo messi al corrente delle linee principali del programma 2007 e guardiamo in anteprima il primo numero del DARK TOWER di Peter David e Jae Lee. Di più non posso dire, dato che sono votato al silenzio, ma ho la pelle d’oca per quasi tutta li riunione al sentire snocciolare colpi di scena e novità uno più sensazionale e gustoso dell’altro.
L’altro appuntamento clou della giornata è con Gotham Chopra di Virgin Comics, in cui vengo aggiornato sullo sviluppo dei vari progetti, e iniziamo a parlare di come lanciare internazionalmente il primo titolo Panini dedicato ai prodotti di questa casa editrice, il fumetto di John Woo e Garth Ennis.
Dopo un ultimo giro alla convention (dove quasi non si riesce a camminare per l’afflusso incredibile di visitatori --. direi oltre 130.000, a pelle ----, è tempo dei commiati. Ceno prima in un ottimo ristorante, il Ch1ve (si scrive così), poi drinks al bar dell’Hyatt, dove ci sono veramente TUTTI, da Dan Buckley e Mike Marts della Marvel a Jim Lee, e a mezzo mondo fumettistico, non solo USA (saluto Essad Ribic, Gabriele Dell’Otto, e altri ancora). Un’altra San Diego (la quindicesima!) è finita, ed è tempo di fare le valigie e tornare a casa, con un pizzico di malinconia ma anche con tante voglia di mura domestiche e vita italica.

Friday Night


La sera di venerdì è davvero speciale. Gareb Shamus, direttore di WIZARD nonché grande amico di Panini, ci porta a cena da Bertrands, un ristorante un po' fuori dal centro, all'ultimo piano di un palazzo di una dozzina di piani. Dal terrazzo, vista stratosferica sulla città, la baia, l'aeroporto in cui atterra un velivolo ogni 2 minuti. Cibo molto tradizionale, tipo bisque d'aragosta e salmone selvaggio, ma davvero a quattro stelle. Poi ci dirigiamo tutti assieme verso il party della Dark Horse, all'hotel Westgate, ma siccome non si trovano taxi, decidiamo di prendere l'autobus. Siamo in pratica noi cinque, un gruppo di barboni e un paio di altri visitatori della Convention. Sembra un po' un film neorealista, ma arriviamo al Westgate e ci immergiamo nella festa per i 20 anni della Dark Horse. Ci sono almeno 300 persone , tra cui Bryan Singer (lupus in fabula), ma nessuno me lo presenta e quindi mi limito a parlare con varia gente conosciuta o sconosciuta, di fumetti, licensing e merchandising. Rientro in hotel verso l'una, davvero soddisfatto per la serata.

22 luglio 2006

Absolutely crazy



...alla fine, San Diego ha avuto la meglio su di me, e se fino al mio arrivo in città speravo di poter riuscire a fare un post al giorno, la vera verità è che quando inizia il "flusso" di incontri, non si riesce a fare nulla. Adesso sono le 19.00 ora di San Diego del venerdì, sono in camera solo perchè la persona con cui avevo appuntamento dalle 18.00 alle 19.30 è bloccato sull'autostrada da Los Angeles, ed è il primo momento di relax che ho da giovedì mattina. Tra pochissimo dovrebbero arrivare il licenziatario desaparecido, quindi ho in pratica solo 10 minuti per voi.
Inizio a dire che la fiera è assolutamente monstre quest'anno, più piccola come dimensioni rispetto al 2005, ma molto più affollata. Con la gamba zoppa, girare è un'agonia, ma sopratutto le corsie sono così affollate che per fare 300 metri ci si mette davvero tanto. I grandi protagonisti secondo me ques'anno sono gli studios hollywoodiani. Tra stand dedicati a film e stand dedicati a telefilm, occupano decisamente la parte principale dello spazio "spettacolare". In confronto, stand di editori e produttori di cards e games sono in minoranza. San Diego sembra soprattutto un'occasione promozionale, tutto sembra organizzato per far parlare delle pellicole (e dei DVD) di azione di uscita imminente o meno. Figuratevi che in hotel, qualcuno si è preso la briga di infilare sotto le porte di ogni camera il DVD promozionale del DVD di Godzilla nipponico in uscita il 5 settembre. Altri film/telefilm molto pompati: 4400, Lost (ovviamente), Spider-Man III, ma anche SAW III, un film comico intitolato ACCEPTED (che aveva organizzato un gigantesco happening davanti alla fiera), SNAKES ON A PLANE, KYLE XY e un'infinità di altre produzioni hollywoodiane.
La parte lavorativa della fiera è davvero intensa, stile Francoforte. Per esempio oggi ho iniziato alle 8.30 con due (2) colazioni di lavoro una dietro l'altra, seguita da nove (9) incontri uno dietro l'altro, e tutti "fattivi", non di chiacchiere, per parlare di nuovi progetti o licenze da mettere assieme. Di cose interessanti sul tappeto ce ne sono davvero molte, e forse l'unica news che posso anticipare è che ho discusso con Jeff Smith (il creatore di BONE) della sua partecipazione a Lucca.
Si finisce, in una fiera colossale come questa, con decine e decine di migliaia di visitatori, di vedere un po' tutti, e alla fine di perdersi sempre qualcuno per strada. A parte i miei compagni di viaggio, ho visto Francesco Meo e Sara Mattioli della redazione, qua in vacanza, autori italici come Simone Bianchi (il cui Wolverine è stato appena annunciato), Lucio Parrillo, Alex Horley, nonché i nostri compari Gabriele Dell'Otto e Giuseppe Camuncoli (che sta discutendo con noi un progetto davvero sensazionale). Lunghe chiacchierate con José Villarubia, che è tornato in USA dopo l'anno sabbatico in Francia. Rivisto il mio amico Stefano Gaudiano, che torno a ospitare chez moi in hotel dopo la lunga parentesi di assenza da San Diego dovuta alla nascita delle sue due figlie.
Mi hanno presentato Howard Chaykin, Grant Morrison, Deepak Chopra, James Robison, Melinda Gebbie, e la lista potrebbe andare avanti un bel po'.
Chiaramente, ogni sera ci sono più feste e bisogna decidere a chi concedersi. Mercoledì era impossibile resistere allo spettacolare party "chez Jim Lee", nella sua villa da copogiro in stile giapponese a La Jolla, dove c'era un po' la creme de la creme del fumetto USA, nipponico ed europeo.
Giovedì, festa di Conan Properties per i 100 anni di R E Howard, con tanto di danzatrici del ventre e un open bar da cui ho ampiamente attinto.
Stasera, cena Wizard e quindi mega-party per i 20 anni di Dark Horse.
Scusate per la brevità di queste note. Farò altri post meno schematici e con più immagini. Fino ad allora... buona notte.

20 luglio 2006

E finalmente San Diego...



Blogger è stato in panne stamattina ora locale (traduco, mercoledì mattina PST, Pacific Standard Time), e quindi non ho potuto "postare" la cronaca del martedì se non alla fine di mercoledì, quando in Italia è già giovedì. E adesso è così tardi che se mi metto a scrivere seriamente la cronaca di questo "passaggio" da Los Angeles a San Diego si fanno le due e poi domani chi li affronta i 10 appuntamenti di lavoro che sono in programma dalle 9.00 a mezzanotte?
Per ora, solo qualche foto: quelle in alto sono della vista dalla mia camera a San Diego, poi del team Panini in auto diretto a San Diego.


Le foto in basso rappresentano invece il poster 2006 della convention, e un bel quadretto di fumettistica: da sinistra, Alex Sinclair (Wildstorm), Lee Bermejo, MML, Franz Meo e Carlos D'Anda (Wildstorm). Il tutto ripreso dal party a casa di Jim Lee per festaggiare l'inizio della fiera... A presto per altri update.

Tuesday in LA


Il programma di martedì è così simile a quello del lunedì che sono quasi tentato di non aggiornare il blog: colazione alle 8, preparazione dell’incontro di oggi, un paio d’ore al computer per la posta elettronica e le questioni italiche, lo spostamento dall’hotel fino al luogo dell’appuntamento. Oggi tocca a Bongo, quelli dei Simpsons, o meglio, allo studio legale che ne gestisce i diritti. Ormai è un appuntamento immancabile, dato che puntualmente ogni anno non possiamo esimerci dal prestare visita ai licenzianti di Homer, Marge, Lisa e Bart e parlare delle cento problematiche e questioni collegate a questi personaggi, che pubblichiamo con successo in Germania, Francia e Italia.

Questa volta si pranza a buffet nella sala riunioni dello studio, al 26esimo piano di uno dei principali grattacieli della città (“costruito dallo stesso architetto delle Twin Towers”, ci viene rivelato). Segue una lunghissima sessione di brainstorming su progetti passati e futuri dedicati ai Simpsons, nei diversi paesi in cui li gestiamo, e quando finalmente sono state coperte tutte le basi siamo già alla fine del pomeriggio, e la giornata è conclusa. Con quel poco di forze che a me sono rimaste (la caviglia è ancora fonte di agonia), ci trasciniamo in auto a Santa Monica, per vedere un altro (fornitissimo) comic shop e fare un giretto prima di cena.
Il centro pedonale di Santa Monica è incredibile. Ci sono tutti i negozi trendy tipici di un centro commerciale USA, ma inseriti in un contesto molto europeo, una sorta di passeggiata da località balneare. Tantissimi turisti, più di quanti ne ho visti nelle altre parti della città, ma soprattutto una quantità pazzesca di homeless. E siccome oggi la moda va “stracciona”, si ha una sorta di spaesamento nel vedere in uno stesso isolato borghesi francesi e middle class americana fianco a fianco di neri con la barba incolta o donne con i capelli unti, tutti comunque vestiti di stracci. Mi ha colpito moltissimo in questo senso anche visitare il negozio di Santa Monica di Abercrombie & Fitch. Trattasi di una catena americana che usa come elementi di marketing l'erotismo (suggerito ovunque), i locali molto “formali” (genere negozi di abbigliamento “bene” dell’Inghilterra degli anni ’40) e capi di vestiario tutti sempre e comunque “straccioni” e “cafoni”. Figuratevi che la nuova collezione è praticamente tutta composta da capi usurati “ad arte”, con le scritte mangiucchiate, i colletti consunti, le stoffe sbiadite, le cuciture sgrossate… sembra che abbiamo preso delle vecchie maglie e felpe di qualche universitario degli anni ’60 e ’70 e le abbiano replicate molecola per molecola. Il negozio ha tanto successo che c’erano 15 persone in fila per pagare e altrettante per provare i vestiti nei camerini. Volevo provarmi una polo grigia, stracciona ma non troppo, ma ci ho rinunciato… e sono tornato in strada dove i ricchi con gli stracci finti si mescolavano (mestamente, dico io) con i poveretti con gli stracci veri, sotto un cielo che per l’occasione era nuvoloso e freddo, e minacciava una tempesta che per ora, solo per ora, non è arrivata…

18 luglio 2006

Foto del lunedì


Blogger deve avere un problema... non mi lascia postare delle foto nel pezzo precedente.
Eccole qui, quindi. Ecco la gang con la Conan Properties a pranzo, nonché qualche immagina rubata dalla macchina e dall'ufficio di Top Cow.



To live and limp in LA

Il lunedì siamo immersi al 100% nel lavoro. Colazione alle 8, per analizzare gli incontri della giornata e stabilire le strategie, poi ognuno si collega alla posta dell’ufficio e si sbriga per un paio d’ore il lavoro italiano (potenza delle e-mail e dei computer portatili, ricordo ancora i primi anni tutti a base di fax e lunghissime telefonate con i colleghi rimasti in patria). Devo dire che la mia caviglia è decisamente peggiorata, cerco di restare disteso o seduto il più possibile, ma mi sembra sempre più gonfia e inizio a farmi venire ogni sorta di paranoie. Il primo incontro della giornata è con Conan Properties, di cui siamo licenziatari da anni (siamo stati i primi, subito dopo il passaggio a proprietà svedese dei diritti del Cimmero). Incontriamo l’amico Frederik Malmberg, il presidente, e la neo assunta licensing manager Leigh Stone, e l’affresco di progetti che ci presentano è sorprendente, come sono numerose le possibilità di collaborazione che il 2007 e anni successivi ci offriranno. Scusate se non dico di più (così come non potrò fare per nessun altro incontro). A pranzo, ci invitano a mangiare al Piccolino, considerato uno dei migliori ristoranti italiani di Los Angeles. Di solito evito di mangiare cucina nazionale all’estero, dato che tra paste scotte, porzioni gigantesche, aglio ovunque e insoliti accostamenti (tipo tacchino sugli spaghetti), mi sono bruciato un po’ troppe volte per poter amare questo tipo di locali. Mi fido di Frederik, però, svedese trapiantato in California e grande conoscitore dell’Europa e del nostro paese, e infatti mangio un piatto di tagliatelle ai funghi spettacolari, e un dessert di gelato con cioccolato fuso da leccarsi i baffi. Tutti si lamentano del caldo, ma ci sono solo 31 gradi, è ancora il paradiso paragonato alla pianura Padana in questa stagione.
Ci alziamo da tavola e andiamo a pochi isolati, alla sede della Top Cow, altro partner di vecchia data di Panini. Impazziamo per trovare l’entrata del parcheggio del palazzo, ma devo dire che Tony ha un gran naso e – senza alcuna istruzione – si infila esattamente nel vicoletto che conduce ai sotterranei dell’edificio. Finalmente entriamo nella sede di Witchblade, Darkness e compagnia, e il Direttore Matt Hawkins, altro amico di vecchissima data, si intrattiene con noi per qualche ora, tra progetti, idee, collaborazioni, etc, a 360 gradi. Usciamo carichi di doni e di idee, e dopo un breve passaggio in hotel a vedere se la valigia di Sebastien è finalmente arrivata (no, grazie British Airways), convinco tutti a fare una corsa per vedere SUPERMAN RETURNS. Pessima idea, purtroppo. Mi dispiace dirlo, dato che ritengo SUPERMAN 2 uno dei miei film preferiti di tutti i tempi, e che Christopher Reeve è uno dei miei idoli d’infanzia e Byan Singer uno dei miei registi favoriti, ma questa nuova pellicola delude assai. Non voglio infierire, ma diciamo che la sceneggiatura zoppica più di me, gli attori non convincono (Routh per primo) e che siamo un bel po’ sott’acqua. Voi il film andatelo a vedere quando uscirà, ma non aspettatevi grandi cose.
Al ritorno in hotel, la valigia di Seb è finalmente riapparsa, e resisto pochi minuti prima di sprofondare nel sonno…

17 luglio 2006

Sempre di domenica




Il secondo giorno in California è una domenica. Facciamo colazione presto, affamatissimi (nessuno ha cenato la sera prima): frutta fresca, yogurt e croissant (per uova e pancetta aspettiamo di essere “nel cuore” di San Diego). Mentre mangiamo, iniziamo a fare “brainstorming”, cioè a buttare sul tappeto idee e progetti, veramente a 360 gradi, su tutto lo scibile editoriale possibile e immaginabile. E’ uno degli aspetti più importanti di viaggi come questo, in cui veramente si gettano le basi per il lavoro di mesi e mesi a venire, ricorderò sempre certe San Diego del passato, in cui Simone e io, o io, Simone e gli altri ragazzi, abbiamo steso, magari su una tovaglietta di carta in un ristorante, il DNA editoriale di intere annate di fumetti Panini.

In questa domenica, passiamo la mattina in piscina, continuando a fare il nostro brainstorming. La caviglia mi fa ancora male, devo assolutamente minimizzare il camminarci sopra. Un po’ di nuoto a rana aiuta. Verso l’ora di pranzo, ci mettiamo in movimento, e facciamo un giro per alcuni negozi “cult” di Los Angeles: il gigantesco music shop Amoeba, dove per la prima volta in vita mia compro due CD di musica classica (Mozart e Ravel, sto sul sicuro), un po’ per sfida e un po’ per ovviare a questa specie di gigantesco abisso culturale che a 41 anni un po’ pesa; quindi Golden Orange Comics, il negozio di fumetti sulla Melrose, in assoluto uno dei più famosi dell’intero stato. Recupero una serie di albi Marvel che sono “saltati” negli invii mensili che riceviamo, più l’ultimo numero di una incredibile serie “indipendente” che sto cercando da un annetto e passa di portare nella scuderia Panini Comics (e forse ci sono riuscito, spero).

Pranziamo a metà pomeriggio, segno che all’orario californiano non ci siamo ancora abituati, in un Johnny Rockets, la catena di diners che sembra uscita da un quadro di Howard Hopper: panini di pollo e tonno, anelli di cipolla, l’immancabile Coca Cola. A questo punto, ho la caviglia che sembra un melone, torniamo in hotel per una siesta. Metto la musica nel CD player della camera, la gamba in alto sui cuscini, ma non riesco a dormire. Leggo, invece, e finalmente finisco Underworld di Don DeLillo, che sto leggendo da un pezzo, un capitolo alla volta, non perché non mi piaccia, ma perché è un libro troppo intenso, in cui le frasi si susseguono con una forza lirica e visuale da mozzare il fiato, e uno torna a leggere e rileggere lo stesso paragrafo continuamente, a sottolineare le parole. Il capitolo finale del libro è così bello che quasi mi stordisce, quasi mi fa venire le lacrime agli occhi, e l’ultima pagina la devo leggere a me stesso ad alta voce, quanto è bella, nella luce ambrata che filtra dalla finestra, mentre fuori Los Angeles tace, e aspetta il crepuscolo.


Alla sera, andiamo al Grove, questo bellissimo centro commerciale al lato del vecchio Farmers Market. Prendo del software Mac nel Mac Store, giriamo per librerie e negozi, ceniamo in una steak house che ricordiamo dalla visita del 2004 o 2003.
Al rientro in hotel, si unisce a noi Sebastien, della filiale francese, cui hanno perduto la valigia sul volo Nizza-Londra-LAX. Ironie a parte sulla finale mondiale e sull’incontro Zizou-Materazzi, parliamo delle cose da fare e poi ognuno va in camera a crollare.

16 luglio 2006

On the fly





Eccomi di nuovo a Los Angeles. Un volta doppiato l'anno di vita del blog, come vedete iniziano e ripetersi i viaggi e gli appuntamenti. Il mio lavoro purtroppo è assolutamente ciclico, anche se spero non sia e non diventi un ouroboros (un serpente che si mangia la code, per i non-lettori di ALITA). Quindi luglio significa San Diego, con il suo antefatto losangeleno. Quest'anno siamo partiti per LAX il sabato anziché il lunedì, memori delle ultime due annate in cui il mix di jet lag e di appuntamenti aveva reso troppo stressante l'inizio del pellegrinaggio nella culla dei comics. Quindi mi sono congiunto a Parigi con Simone e Tony, io da Bologna e loro rispettivamente da Milano e Firenze, e siamo partiti con un 777 di Air France diretto nella città degli angeli. Per i bizzarri giochi del karma, seduto al mio fianco c'era un ragazzo sloveno, Borut Strel, con una storia pazzesca da raccontare: suo padre fa il "nuotatore da record". Ha nuotato l'intero corso del Danubio, dello Yangtze e - nel 2007 - sarà il primo al mondo a percorrere a nuoto i 5500 km del rio delle Amazzoni. Insomma, invece di leggere o ascoltare la musica ho passato gran parte del tempo ad ascoltare le incredibili vicende di Martin Strel e dei suoi record fluviali, e a pensare se e come le nostre pubblicazioni brasiliane potrebbero essere coinvolte nella narrazione di una simile avventure.

Arrivati a LAX, come sempre macchina a noleggio e, per la prima volta dal 1994 a oggi, siamo scesi in un hotel diverso dal Sofitel, il Meridien, sempre alle pendici di Beverly Hills.
Dopo un hamburger al volo, la giornata è finita subito nonostante fossero "solo" le 18.00 per l'orologio (ma le 3.00 di notte per il mio corpo). Con un male alla caviglia insopportabile (pensavo di stare meglio, ma zoppico peggio di Don Blake), ho preso un aulin e sono crollato mezzo vestito sul letto, e ho dormito 12 ore filate alla faccia dell'insonnia da Jet Lag che di solito mi colpisce.

Adesso inizia il secondo giorno del viaggio, a dopo per gli aggiornamenti.

13 luglio 2006

Un passaggio e un suggerimento


Splendour in the mist...
Originally uploaded by lapidim.
Dato che l'annunciamo domani, un aiutino per capire il secondo progetto segreto di questi mesi ve lo posso dare,

Ho scritto "Non è una camera con vista", e quindi è un un altro romanzo di EM Forster, il mio preferito, peraltro (che oggi posso capire 100 volte di più rispetto a quando l'ho letto per la prima volta).

OK, ora dovreste potercela fare...

12 luglio 2006

Into the ditch and out of it


Non so se è molto dignitoso scrivere questo in un blog, ma sabato sono finito in un fosso in campagna a Bellisola, mentre conducevo una micro spedizione campestre alla luce della luna (volevamo imbucarci a una festa dei vicini). Risultato: eccomi con una caviglia slogata e fasciata, il tutto a tre giorni dalla partenza per la California e San Diego. Beh, c'è di peggio, potrei avere un piede rotto, e invece va tutto bene, il radiologo mi ha persino detto che ho "delle ossa bellissime" (credo fosse un complimento, immagino, di certo uno dei migliori mai sentiti).

Tre notazioni extra fumettistiche:

- ho finito di vedere tutte e 15 le puntate di SURFACE, registrate su MySky. Il fatto che ci abbia messo parecchie settimane, vedendo spesso solo 20-30 minuti alla volta, non depone a favore di questa serie, una sorta di Quinto Giorno dei poveri, con minimi effetti speciali e una trama a dir poco esile (i tre protagonisti collidono solo negli ultimi minuti dell'ultima puntata, fino a quel momento le loro vite proseguono in parallelo). Però ho voluto sorbirmelo fino in fondo, mostriciattoli carini compresi: voi, se potete, evitatelo.

- ho invece vistacchiato ENTOURAGE, serie della HBO su un aspirante giovane idolo del cinema e dei suoi tre amici sfigati che vivacchiano intorno a lui cercando di vivere di gloria riflessa. Lo show è scritto benissimo, cinico, è lo specchio fedele di come vivono a Hollywood generazioni di ragazzotti miliardari, tra spese pazze, party, droga, sesso. Vorrei solo che fosse UN PO' PIU' CINICO di così... vediamo come si svilupperà.

- Cannavaro, Cannavaro... OK, lo ammetto è il mio favorito, e mi sono sciroppato un bel po' dei festeggiamenti per la nazionale, a metà tra l'incredulo e l'affascinato. Campioni del mondo, ancora non riesco a crederci (mi hanno scritto da tutti gli angoli del globo per congratularsi, pazzesco).

11 luglio 2006

L'esorgatto (The esorcat)


L'esorgatto (The esorcat)
Originally uploaded by One_From_RM.
Aiuto! Non riesco a staccarmi da Flickr. Questa è UNA delle mille foto che si potrebbero postare...

Maledetti, vi amerò


Altro giorno, altra sorpresa. E' uscita la notizia della serie DARK SIDE, che Panini Comics ha cucinato per la GAZZETTA DELLO SPORT. Quindici volumi sui principali personaggi "oscuri" dei comics, quindici volumi tutti made in USA per chi ama i fumetti d'oltreoceano. Vi rimando alla pagina del nostro sito che annuncia i dettagli dell'operazione.
Di mio, devo solo dirvi che mi piace assai poter finalmente confezionare una serie tutta sui fumetti americani, che di titoli "dark" a me ne erano venuti in mente altri dieci o venti, ma che alla fine con Gazzetta e con l'amico Fabio Licari, contraltare in RCS dei nostri editor, siamo arrivati a una lista che è un po' il "best of the best". Certo, manca il DRACULA di Mignola (i cui diritti sono persi nel limbo del licensing) e non mi hanno passato ELEKTRA, FURY e WANTED, ma il resto c'è proprio tutto.

E con questo, ecco rivelato uno degli enigmi di qualche giorno fa...

10 luglio 2006

La coppa del mondo e il fattore C


E così ce l'abbiamo fatta... Dal quinto piano del mio Baxter Building personale sento i clacson e le trombe dei 400.000 bolognesi pronti a far cagnara per tutta la notte. Io la vittoria del Mondiale 82 me la ricordo, con Rossi sul campo e Pertini in tribuna e un piccolo televisore in bianco e nero nella casa del mare a Zadina di Cesenatico, e io che avevo 17 anni e il giorno dopo ho comprato per la prima e unica volta nella mia vita la Gazzetta dello Sport (a proposito... sapete che... beh, no, non è il caso...).

Chiudo dicendo solo una cosa. Di Prodi si è spesso parlato del "fattore C", dove C sta per la parte del corpo deputata a portare fortuna. Ci voleva un pizzico di C per arrivare in finale, e vincerla ai rigori per un palo. Non so se il C ce l'ha messo lui, o se ce l'ha messo Lippi, ma un mondiale vinto significa 1.5 punti di PIL in più per gli economisti, un bel viatico per Romano e l'amico Padoa Schioppa...

Ah, no, un'ultimissima chiosa... possiamo avere FORZA ITALIA indietro, cavaliere? Era il grido dei tifosi di tutto il paese, e lei ne ha fatto lo slogan di una parte sola del paese. Può restituirlo a tutti e 57.000.000 noi e scegliere come nome del suo partito qualcosa di meo universale? Grazie...

08 luglio 2006

Oh, Monica...

A volte escono notizie sul lavoro che faccio la cui importanza non è facilissimo capire. Il caso esemplare è la news che annuncia l'acquisizione da parte del gruppo Panini dei diritti di Turma Da Monica per Brasile e Portogallo. Monica, chi era costei? diranno i miei 120 lettori. Se foste brasiliani, questa domanda non lo fareste. Monica è la protagonista di Turma Da Monica, la "banda di Monica", il gruppo di testate per bambini di maggior successo nel paese verdeoro. Creata dal disegnatore/sceneggiatore Mauricio De Sousa, questa bambina dal cuore d'oro e dalla forza sovrumana è un fenomeno editoriale che fa impallidire la Disney. Oltre 15 milioni di copie vendute ogni anno, un tasso di popolarità che è forse del 100%, parchi gioco, merchandising di ogni genere, serie animate e film animati. Figuratevi che Mauricio è così famoso che persino quando è stato rapinato a San Paolo, il ladro ha derubato sua moglie, ma non lui, dicendogli "Te no, Mauricio, sono un fan di Cascão", rivelando la sua passione per uno degli amichetti di Monica.
L'editore di Monica e delle altre riviste a fumetti del personaggio è da venti anni Globo (proprio loro, quelli della principale rete TV brasiliana, che tutti gli italiani della mia generazione ricordano dall'epoca delle telenovelas come Dancing Days e Agua Viva). Dopo un corteggiamento lunghissimo, in cui il sottoscritto ha giocato un ruolo non marginale, finalmente Mauricio ha deciso di "cambiare squadra" e di far entrare Monica, Cascão e gli altri nel mondo di Panini Comics, in Brasile e in Portogallo. Con questa partnership, Panini Brasile diventa il principale editore di fumetti del paese carioca, e probabilmente il principale o uno dei principali di tutta l'America Latina (e scusate se è poco). Diciamo che questa notizia è l'equivalente di Panini che compra la Bonelli in Italia o Dargaud in Francia, una di quelle news che ha rilevanza solo nel paese in cui avviene, ma che in quel paese è decisamente la notizia dell'anno. Se vi ho parlato di macro progetti in questo 2006, tante volte il riferimento era proprio a questa acquisizione, alle ore e ore passate a lavorarci sopra, e alla sua importanza strategica.

La rivelazione di questa notizia apre anche uno squarcio sul passato. Ricordate la mia misteriosa sparizione di inizio marzo? Il viaggio di cui non ho potuto scrivere nulla? Ero andato proprio in Brasile, per seguire questo progetto top secret. Ora, sollevato il velo di mistero, potrò ex post raccontarvi le tante vicende di quei giorni...

Nella foto, MML e Helcio De Carvalho, editor in chief di Panini Brasile, al teatro Panamericano di San Paolo, marzo 2006

Un ringraziamento...



Originally uploaded by -gadgetgirl-.
... al sito www.flickr.com. Non so se lo conoscete, ma è quasi ipnotico. Si potrebbero passare ore a studiare questo sito pieno zeppo di foto bellissime su qualsiasi argomento e da tutto il mondo. Provate a esplorarlo, e a fare ricerche sui temi che più vi interessano: resterete a bocca spalancata.

Molte delle foto apparse su questo blog sono prese da flickr, attraverso la specifica funzione che permette di "bloggare" gran parte delle foto direttamente. Non esistono in pratica temi proibiti, a parte il sesso esplicito, e si trova di tutto, dal kitsch al sublime, dall'esilarante al drammatico genere reportage. Check it out.

05 luglio 2006

2 a 0


Italy! #4
Originally uploaded by angelocesare.
OK, ora sono decisamente interessato. Dopo oltre due ore di partita in cui ho temuto il peggio, Pupone e soci hanno colpito nel segno con due gol bellissimi. Sono commosso, ho urlato come un cretino. Forza azzurri, fatece sogna'.

03 luglio 2006

High Definition Dreams


mae west
Originally uploaded by shboom.
Sono di ritorno dalla Spagna, o forse dovrei dire dalla Catalogna, dato che mi sono inoltrato nel cuore della Costa Brava, dove ha sede Panini Spagna e dove mi sono immerso in una mega riunione/brainstorming sui nostri amati fumetti Marvel (e non solo) in salsa iberica. A parte il riuscitissimo meeting, in cui abbiamo tirato le fila del lavoro degli ultimi 18 mesi ed estratto dal cilindro idee e progetti come se piovesse, sono riuscito a strappare qualche ora di relax personale. Caso vuole (letteralmente) che a fianco di Torroella de Mongrì, dove si trova Panini Spain, abbiano casa due dei migliori amici che ho al mondo. Lui è architetto, lei è psicologa, e hanno questa specie di villa un po' araba, un po' catalana, con patio con fontana, amaca e palme e annessa stalla riconvertita in sala per riunioni, feste e seminari. Così, lavoro a parte, mi sono goduto un po' di ospitalità spagnola, con un paio di bagni nella splendida spiaggia di Pals, con un'escursione a Figueres a vedere l'incredibile Museo Teatro Salvador Dalì (lo raccomando caldamente), con la partita Italia-Ucraina vista in pizzeria a L'Estartit, urlando per i gol di Toni degustando una Quattro Stagioni non male. Ho anche partecipato per alcune ore al workshop sui sogni che la mia amica teneva in questi giorni nella stalla/salone di cui sopra. Pensavo che quasi un decennio di frequentazioni freudiane mi avessero ormai insegnato tutto lo scibile sul mondo onirico, da dormienti e da svegli. Invece ho scoperto con estatica sorpresa che non solo i sogni offrono un canale di comunicazione al nostro inconscio, ma che possono anche curarci, che gli possiamo chiedere numi e grazie, e che a volte, come un dono divino, ci rispondono. Possono dirci di sì o di no, mostrarci cosa si cela sotto il suolo, le teorie infinite di mondi a questo sottostanti, il varo dei velieri stellari dai moli di Asgard, l'inizio di cammini di complessità inimmaginabile, di storie senza fine.