23 febbraio 2010

Days of miracle and wonder


Peter Gabriel
Inserito originariamente da Marcoz aka marchio77

Sono stupefatto dall'ultimo album di Peter Gabriel, Scratch my back. Non posso e non voglio analizzarlo musicalmente. Esula delle mie capacità e - decisamente - dalle mie intenzioni. Ma mettetelo su. Mettetelo in continuous playing. E ascoltate.

Ascoltate con il cuore, con il profondo, oltre l'udito. Ascoltate. A volte sono canzoni conosciute, altre sconosciute, ma definirle cover sarebbe un insulto.

La mia preferita, The Boy in te Bubble, viene da Peter Simon, ma PG la trasforma, la trasfigura. Con la sua voce e il suo arrangiamento, acquista uno spessore, una grana, completamente nuova. Nell'ascolto si finisce in un altrove, in un luogo di luce cangiante e nera, nei giorni dei miracoli e della meraviglia, dei bambini del cuore di babbuino, dei bambini nella bolla, dai segnali in staccato di informazione costante. La canzone è come un'immersione nella lava fusa, in un calore sonoro che ti avvolge e ti tiene li', sospeso. Nella musica.

These are the days of miracle and wonder,
This is the long distance call,
The way the camera follows us in slo-mo
The way we look to us all o-yeah,
The way we look to a distant constellation
That's dying in a corner of the sky,
These are the days of miracle and wonder
And don't cry baby don't cry
Don't cry

Oltre l'ombra sul cuore


An angel over Bologna
Inserito originariamente da Marco40134

Ho visto un angelo su Bologna. Si stagliava sul cielo, che diventava il cielo di un pomeriggio d'inverno troppo primaverile per il cuore. Si stagliava su via Indipendenza, nero nel controluce, e dispensava dall'alto la sua benedizione e il suo amore e i suoi incantesimi, sulla città bella e inconsapevole. Un angelo su Bologna. Un angelo su tutti noi.
L'angelo del destino e dell'amore, l'angelo che impietosamente e miracolosamente ci tocca con la sua ala, e allevia il dolore del cuore, e ci percorre e ci sorvola. Oggi, e in questa ora, e in questa notte, e sotto questa ombra del cuore.
Un angelo.

12 febbraio 2010

La linea di confine



Lost6 

 


Siamo a febbraio e solamente al terzo post. Vedo che ogni
promessa e premessa di scriver maggiormente va disattesa. Sono forse troppo
occupato (lavoro a parte, frenetico come non mai) sostanzialmente dalla vita:
parlare, connettersi, viaggiare, spostarsi, mangiare, ridere, piangere, vivere.
E’ come essersi immerso in un fiume, cambiato le regole, alterata la gravità,
fatto un salto quantico, deviata la traiettoria durante un salto nel vuoto.



 



Siamo a febbraio ed è ripreso LOST. Stavolta FOX fa la brava
e lo mette in onda, in HD, a soli otto giorni dalla trasmissione in USA. Ero
tentato di aspettare, ma poi ho ceduto e mi sono visti i primi due episodi in
download, se non altro per paura degli spoiler che sarebbero potuti arrivare
dalla rete o dagli amici e colleghi.



 



Ma la verità è che… forse questa serie non è suscettibile di
spoiler. O meglio. Uno spoiler sì, si potrebbe fare.



 



 



 



 



 



 



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



SPOILER



 



 



In questa serie dopo i flashback e i flashforward ci sono i
flashsideways. Esatto. I what if. i “cosa sarebbe successo se” che i lettori
marvelliani conoscono bene.



 



Cosa sarebbe successo se nel 1977 Juliet fosse riuscita a
far esplodere una bomba nelle profondità dell’isola? L’isola sarebbe
sprofondata, e si sarebbe creata una realtà parallela. In cui il volo 815 della
Oceanic non sarebbe caduto, e in cui Jack, Sawyer e compagnia avrebbero seguito
il loro destino arrivati a Los Angeles, senza finire in pasto agli Altri, agli
orsi polari e al Mostro di Fumo.



 



E nella sesta stagione di Lost, almeno finora, la storia
prosegue in parallelo, un po’ nel “nostro” mondo, con Jack e compagnia
scaraventati di nuovo nel presente dopo l’incursione nel 1977, e un po’ nel
mondo “senza disastro aereo”. In cui speriamo comunque di avere alcune delle
risposte che ancora ci mancano e che da qui all’indispensabile finale della
serie ci aspettiamo di avere.



 



Nelle prime due puntate, la sensazione che si ha delle due
realtà è particolarmente estraniante, ma si intuisce che una della due farà da
contrappunto all’altra. E che scoprendo “cosa sarebbe successo se”, scopriremo
qualcosa di cruciale, ogni volta, sui nostri perduti sopravvissuti….