28 aprile 2013

Interview

Giusto perché non rimanga una fila di bit nel mio iPhone ecco il file completo spedito a Repubblica a tema Twitter, in occasione del Domenicale del 28 aprile 2013.

Enjoy!

-------
Nome, età, città, titolo di studio, professione, stato civile

Marco M. Lupoi - anni 48 - Bologna - un dottorato di ricerca in matematica lasciato a mezzo oltre vent'anni fa per dedicarmi al fumetto. Lavoro come direttore publishing del gruppo Panini, e seguo un programma di albi a fumetti di qualche migliaio di titoli annui, in almeno 10 paesi.
Il mio stato civile? Innamorato.

Da quanto Twitti?
Ho iniziato nel 2007, sono stato uno degli "early adopters", quando su Twitter non c'era nessuno o quasi in Italia e dovevi scrivere in inglese e in terza persona per farti ascoltare da qualcuno.

Quante tempo ci dedichi al giorno?
Difficile quantificare, dato che sono un lettore veloce e ho un metodo di scrittura impulsivo, di pancia. Qualche minuto nelle giornate lavorative, di più la sera o nei week end o negli eventi.


Perché pensi di aver tanto seguito?

Onestamente è un mistero anche per me. Mi seguono i miei lettori, raccolti in questi cinque lustri di fumetti, ma anche tanta gente capitata per caso. E poi Twitter ha un suo algoritmo per cui se hai tanti follower il sistema ti alimenta il numero, proponendoti come "persona da seguire". A un certo punto mi seguiva pure Obama (dio solo sa perché) e l'algoritmo si è ulteriormente rinvigorito.



C'è un twit di cui sei particolarmente "fiero"?

Quando uno ne scrive migliaia è difficile restare legati a uno in particolare. Peraltro io twitto su quattro filoni: il fumetto, i miei interessi (film e telefilm), la politica, e la mia vita privata (emozioni stati d'animo momenti).
Forse sono legato al tweet in cui ho dato il mio endorsement a Matteo Renzi, o tra quelli personali quelli in cui cerco di descrivere sottili malinconie, attimi, il passaggio del tempo, la qualità della luce. O anche gioie assolute o l'abisso della tristezza, Ma anche i tweet in cui parlo di mia madre (#mammapanzer) e delle sue idee politiche, o quelli in cui bacchetto twitteri che "tubano" in diretta con l'hashtag #getaroom

Ha cambiato in qualche modo la tua vita?
Sicuramente rispetto a un blog Twitter permette una condivisione immediata, istintiva, molto in sintonia con come sono. Quindi è stato per me diario, valvola di sfogo. Ma anche metodo di socializzazione: molte grandi amicizie sono nate da Twitter, amicizie in carne e ossa. Twitter è anche un po' chat, e questo è un aspetto importante, anche se vanno evitati eccessi in questo senso.

Che soddisfazione ti dà?
Quando catturi l'esperienza o l'idea che vuoi ricordare, e la immetti in un tweet, e sono 140 caratteri che rollano sulla lingua come un vino perfetto, allora sì, hai una certa soddisfazione, anche creativa: racchiudere in 140 caratteri un pensiero, un'idea, un'immagine, una recensione, è sempre arte di scrittura.

Quali sono le tue "regole"?

In coppia si può twittare solo a colazione. Mai insultare, usare turpiloquio (salvo disastri eccezionali). Mai fare spoiler di film o fumetti. Evitare abbreviazioni o scorciatoie. Rispettare ortografia (nei limiti del corretttore automatico dell'iphone. Riservare i tweet molto personali a orari iper notturni. Riservare i tweet importnati alle ore di massima audience (Twitter è come la Tv, ha i "ratings") Non esagerare nei retwitt.
Ma soprattutto essere se stessi. L'unica cosa ormai rimasta al mondo che valga la pena fare.

Twitter dà dipendenza?
Dopo un po' inizi a riconoscere quando un'idea un evento un pensiero sono "twittablli" (un po' come quando facendo un blog capisci cosa è bloggabile o meno).
Quindi ognuno di noi twitteri a qualche modo ha una dipendenza dal mezzo, più o meno sottile, più o meno nevrotica.

Hai fatto incontri o conoscenze di qualsiasi tipo grazie a Twitter?
Moltissimi amici e amiche. Anche qualche contatto professionale o para-professionale. Direi che su Twitter si incontrano amici e persone vere, Facebook è più strumento per … altre conoscenze.

Hai messo a frutto in qualche modo questo tuo "successo"?
Solo per farmi ammettere al quartier generale di Twitter a San Francisco come uno dei VIT italiani (Very Important Twitterer) e rimediare una visita guidata e la mia T-shirt favorita

Pensi che potrebbe accadere, magari come autore testi, giornalista, politico ecc...?
Diciamo che sono uno di quelli che uno spazio ufficiale per scrivere ce l'ha, tra le varie dozzine di collane di fumetti che dirigo, quindi Twitter mi serve a comunicare divertire ed espandere un mio mondo anche personale.

Quanto durerà il fenomeno Twitter?
Difficile a dirsi. Twitter rispetto a Facebook è stato un diesel. Ma proprio per come funziona si presta a informare e creare opinione in maniera più diretta. Quindi direi (e spero) a lungo.

Cosa ti irrita maggiormente di quanto viene detto a proposito di Twitter e di quanto accade su Twitter?
Che spesso chi ne parla non ha idea. Non ha mai visto un evento seguendo i tweet su scala mondiale e non ha mai provato a raccontare come ci si sente svegliandosi all'alba del primo giorno del resto della propria vita. Ecco. L'ignoranza. #soncose