24 aprile 2010

Resistenza e amore (24 aprile)

Otello, Giordano, Walter, Renzo, Ermanno, Antonio, Luciano, Corrado, Libero.



I nomi su questa targa, in via della Crocetta, in un pezzetto di Bologna ovest, nel mio "rione", come dice la targa. La targa con la stella rossa in cima, e il mazzo di rose e la corona con la fascia tricolore e le parole che fanno venire un brivido " partigiani di questo rione caduti sotto il piombo nazifascista a difesa della libertà."



La targa davanti alla quale passo ogni giorno, ma alla quale in questo mattino piovoso di aprile mi inchino, davanti alla quale mi commuovo.



Otello, Giordano, Libero, Ermanno, Renzo. I nomi di persone vere. Fratelli, padri, figli, amici, compagni, mariti. Uomini. Partigiani.



Morti in quella Resistenza di cui domani celebriamo sessantacinque anni. In quella Resistenza di cui ci si vorrebbe far dimenticare, ma che è viva, più viva e vera che mai. Una resistenza che mai come oggi sento (sentiamo in tanti) attuale e urgente. Perché davanti al razzismo, all'oscurantismo, all'intolleranza, ai bambini cui si vorrebbe negare la sepoltura, a coloro cui si vorrebbe negare la voce, davanti allo strangolamento della democrazia, ora e sempre, Resistenza.



Davanti al fascismo ormai sdoganato e risorto, spudorato, al fascismo in dosi quotidiane. Resistenza.



Resistenza e amore, come dice una canzone.Nient'altro.



Otello, Giordano, Ermanno, e proprio tu, Libero: grazie di avermi reso libero, libero di camminare in questo rione, a testa alta, oggi, 24 aprile 2010, sessantacinque anni dopo.

Un uomo libero. Come voi.

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Resistenza e amore (24 aprile)



13 aprile 2010

Ricomincio da qui


Ricomincio da qui
Inserito originariamente da LSPvestal

Ascolto Malika Ayane nella notte. Dopo il temporale. Dopo il crepuscolo. Dopo che la luce arancio di un tramonto impossibilmente perfetto ha dipinto una Bologna nuova, un po' allibita e illividita, ma viva, come sempre, viva .

Ascolto Malika e riconosco ormai le sue canzoni. Le ho sentite varie volte negli ultimi giorni.
Ho preso entrambi i CD, Grovigli, e Malika Ayane. La mia preferita è Come Foglie.





"Di tremare come foglie e poi. Di cadere al tappeto. Di estate muoio un po'. Aspetto che ritorni l'illusione di un'estate che non so. Quando arriva e quando parte. Se riparte.

E' arrivato tempo di lasciare spazio
a chi dice che di tempo e spazio non ne ho dato mai."



La ascolto nella notte, Malika, e guardo vecchie foto, leggo cose sparse, penso a cose diverse, ritagli, spezzoni, piccoli frammenti.

E' notte. Buonanotte, mondo, buonanotte.



Daybreakers


Daybreakers
Inserito originariamente da *dorachan*

Daybreakers vorrebbe essere quello che è stato Gattaca per i film di fantascienza… una pellicola originale che esce dai canoni del genere per introdurre qualcosa di nuovi, inedito, non scontato.
Solo che stavolta siamo nel settore dei film dei vampiri, genere mai usato e abusato quanto ora. Se in True Blood in televisione si è ipotizzato un mondo in cui i vampiri sono allo scoperto e convivono tra gli umani grazie all'esistenza di una forma di sangue artificiale, in Daybreakers tutti gli abitanti del pianeta o quasi sono vampiri, e si cibano dei pochi umani sopravvissuti tenendoli in allevamenti tipo mucche da mungere. E il sangue artificiale non funziona, il che sta in pratica sterminando l'intero pubblico di succhiasangue.



L'idea di una società completamente vampirica è tanto improbabile quanto affascinante, con case e città che di giorno si sigillano per lasciar fuori la luce del sole, e notti in cui tutto brulica di vita (beh, di non-vita). E l'idea degli umani/mucche è resa cinicamente, efficacemente, come tutta la visione del mondo, del vampire world.



Poi ci sono cose che non funzionano, qualche buco di sceneggiatura, scene "gore" un po' fine a se stesse, una sensazione di fretta nell'assemblare il tutto che non convince al 100%. Ma il film si vede, è un bel fantasy horror, i colpi di scena non sono proprio tutti scontati, il che è più di quanto si possa dire della maggioranza dei prodotti di genere.
Un film che si può vedere e gustare, ben lontano dal trionfo di Gattaca però.



07 aprile 2010

A latere: una piccola storia di censura


23.25 - 11.25 PM
Inserito originariamente da pepe50
Una piccola storia squallida di censura. Una piccola storia emiliana. Una storia di orchi e silenzio, di chi ha detto che il re era nudo e ha pagato il prezzo, di ex comunisti mangiapreti, ora trasformatisi per interesse in censori di stato.

Una storia triste.

Una piccola storia di provincia, di un partito che un tempo era un grande partito laico ed è ora (mi illudo, non in maniera irreversibile, ma forse mento a me stesso, per pochissimo ancora) un piccolo partito in fondo bigotto e benpensante, incapace di tollerare la discussione, pronto solo a mantenere lo status quo e a scollarsi dai suoi valori. I valori della libertà, della sinistra, del pensare fuori dal coro, del dire che il re è nudo, del parlare di tutto senza paura.

Siamo a Carpi. La città più ricca d’Italia. Una delle più di sinistra. Forse.

Un sindaco del PD, Enrico Campedelli. Un’assessore alle politiche sociali che si chiama Miria Ronchetti.

Miria ha una pagina Facebook. Scrive del suo lavoro. Non so come lavori, ma scrive cose interessanti, belle, condivisibili:
Tipo: Oggi confronto di idee con associazioni di categoria e cooperative del terzo settore sul piano attuativo 2010 (programmazione degli interventi dell'anno). Spunti stimolanti sul lavoro dei prossimi mesi.
Oppure: vorrei che tra israeliani e palestinesi scoppiasse la pace.
O anche: Dove è finita la Legge? Quella che vale per tutti, generale, imparziale, non retroattiva? Se basta essere molti per comandare alla faccia di tutte le regole non siamo messi bene. Come potranno chiedermi di riconoscere il risultato di queste elezioni?
Miria ha 57 anni. E’ sposata. Ha due figli. E’ una persona posata, seria.
Miria, davanti allo scandalo dei preti e della pedofilia, dice qualcosa che in molti pensano, che salta fuori in rete nelle battute e nelle vignette più salaci, irriguardose. Fa una boutade. Dice – testualmente - Mi viene un pensiero cattivo: non e' che i preti non vogliono l'aborto perché vogliono tanti bambini a loro disposizione?
E’ una iperbole, una iperbole satirica, una frase forte, sicuramente, che potrà fare infuriare qualcuno, e applaudire altri, ma che depurata dalla sua secchezza di status di Facebook vuol dire: ma la Chiesa Cattolica, che lotta e ha lottato indefessamente per la vita di ogni feto, di ogni bambino non nato, perché non ha lottato con altrettanta forza per proteggere i bambini nati e cresciuti, dalle mani crudeli degli orchi al suo interno? Come giustifica questa cosa, come può aver protetto anche solo UN orco che ha violentato UN SOLO bambino?

E poi è vero, Miria dice questa cosa con la forza del paradosso, irride, ma esprime comunque un pensiero. Forte, laico, forse eccessivo, e contro cui ci si può scagliare, volendo, ovviamente, ma un pensiero.

E cosa fa il sindaco del PD di Carpi. Il Compagno Sindaco Campedelli?
Si indegna. Protesta. Spinge alle dimissioni l’assessore. E oggi accetta le dimissioni, con un comunicato che dice testualmente:
“Pur riconoscendo il lavoro prezioso svolto dall’assessore Ronchetti in questi mesi, e ringraziandola per la collaborazione prestata –quanto avvenuto ha fatto venire meno il rapporto fiduciario che aveva portato alla sua nomina. Chi ricopre cariche istituzionali, a qualsiasi livello, non credo possa permettersi dichiarazioni come quelle pubblicate su Facebook.”

Esatto. Dice “non credo”. Come se il poter esprimere le proprie opinioni fosse un optional. Come se il diritto di critica, di satira, di urlare la rabbia, lo sdegno, l’ira, fosse un lusso, qualcosa che a volte si ha e altre no. E chi decide, signor Sindaco, quello di cui possiamo parlare e quello su cui dobbiamo stare zitti? Quello che possiamo criticare anche ferocemente, o su cui essere acquiescenti?

Nella lotta contro gli orchi, ci sono solo due sponde. Nella lotta per la democrazia e per la libertà di espressione, pure.

Lei da che parte sta, Signor Sindaco, Compagno Campedelli?
Lei da che parte sta?
Lei che prova sdegno non per gli orchi e i loro complici, ma per chi gli orchi li beffeggia, magari crudamente, generalizzando come fa la satira, ma li beffeggia, e ha il sacrosanto diritto di farlo.

Da che parte sta?

Nelle tue mani


La violenza dell'orco avviene in tre fasi.

Prima c'è l'abuso, la violenza. Il corpo violato. L'intimità violata. Un confine oltrepassato. Lo strazio dell'innocenza, della fiducia. La nascita della vergogna di sé, di una vergogna che non avrà confine.

Poi la seconda violenza, il silenzio imposto, dall'orco o dalla vergogna di cui sopra, o spesso il ricatto, la bugia, l'intimidazione. 

Quindi, se si trova la voce per dire "io", per dire "no", una terza violenza, quella della copertura, dell'impunità, dell'omertà sociale, delle pastoie legali, di una giustizia che o non ci sarà, o sarà tardiva, o ancora peggio, lascerà gli orchi, i boia, i carnefici, liberi di commettere altre violenze, di spezzare altre vite, di perpetuare il ciclo dell'orrore, dell'impunità.

L'orco può essere uno sconosciuto, ma più spesso è un familiare, un amico di famiglia, un insegnante. O, come sottolineato in un vortice in crescendo, da qualche mese a questa parte, un sacerdote. Un prete. Il detentore del maggior rapporto di fiducia ipotizzabile, quello tra l'uomo e dio, tra un bambino o una bambina e Dio. Dio padre. La giustizia assoluta. L'amore assoluto. Quindi, terribilmente, tremendamente, una violenza paragonabile per impatto solo all'incesto.

E se l'orco non è l'uomo nero nascosto dietro le siepi ai giardinetti, ma colui che dovrebbe guidare, proteggere, aiutare, consolare, la domanda da porsi è: da che parte vogliamo stare?
Dalla parte degli inermi, dei deboli, delle vite straziate, spezzate, delle innocenze che mai più saranno tali? O dalla parte degli orchi? Dei boia? Dei carnefici? Di coloro che abusano del rapporto di assoluta fiducia per commettere crimini di cui Gesù Cristo stesso disse: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare."

Perché - mi dispiace - non c'è via di mezzo. 
O si sta con le vittime o si sta con il carnefice. O con le vite spezzate o dalla parte di coloro che le spezzano.

Da che parte sta il ministro Alfano, che indice un'ispezione governativa contro un giudice "reo" di investigare su casi di clero e pedofilia? 
Da che parte sta la curia di Bologna, che invece di sospendere Don Andrea Agostini, condannato a sei anni di reclusione per abuso su minori, lo trasferisce al Santuario di San Luca, simbolo della mia città?
Da che parte stanno coloro che minimizzano? Coloro che invece di accertare la verità erigono barriere, steccati? Coloro che hanno taciuto, insabbiato, decine di casi (ma anche se fosse stato UN solo caso, sarebbe stato meno grave? sarebbe stata una complicità più "lieve" con l'orco?).

Da che parte stanno coloro che reputano la pedofilia un peccato perdonabile in confessione, a differenza di peccati che necessitano di salvacondotti speciali come l'aborto?

Quando sento levarsi gli scudi acriticamente in "preventiva" difesa delle gerarchie cattoliche, penso che non si tratta di fare delle crociate, e che nessuno può condannare ipso facto un'organizzazione come la chiesa cattolica che aiuta, assiste, accudisce, con dedizione, fede e generosità milioni di persone su questa terra. Ma credo anche che arroccarsi non servirà a nulla. Che non servirà a nulla paragonare questa ondata di rivelazioni mediatiche a una "crociata contro il cattolicesimo" o come stoltamente dicono alcuni, all'olocausto.
Non è in atto una campagna per "criminalizzare" la Chiesa. E' in atto una campagna per la giustizia. E nemmeno le gerarchie vaticane potranno sottrarsi alla giustizia degli uomini, alla giustizia di coloro che stanno dalla parte degli innocenti. Contro gli orchi, e contro coloro che hanno permesso agli orchi di esercitare per anni, per decenni, i loro crimini.

Finché l'ultimo prete pedofilo non sarà stato consegnato alla giustizia, e insieme a lui tutti coloro che negli anni lo hanno coperto o nascosto, che finché tutti i nomi e i cognomi e i crimini non saranno resi pubblici, in tutto il mondo, non ci sarà pace. Non ci sarà giustizia. Non ci sarà redenzione o rinascita possibile.

Forse decenni fa sarebbe stato possibile coprire tutto, nascondere tutto, ma oggi, in cui ogni evento riecheggia istantaneamente a ogni angolo del globo, ogni grido spezzato, ogni accusa, ogni lamento che un tempo sarebbe stato coperto e insabbiato, percorre i continenti alla velocità della luce, e rivela quello che per troppo tempo è rimasto sepolto dal silenzio e dalla vergogna.

(per la foto si ringrazia Floberth)





02 aprile 2010

Quarant'anni o sedici

paninicomics.it - Io sono l'altro.




Oggi Marvel Italia compie 16 anni... e quarant'anni fa questo mese i primi albi Marvel in Italia apparivano, editi dalla Corno.


Per ricordare, ecco il pezzo che ho scritto su SPIDER-MAN di questo mese, numero celebrativo dell'anniversario...