27 novembre 2006

Di yoga, decoder, comics e altro


Pensierini vari del lunedì sera----


1. Sto ancora riprendendomi dal lutto di aver perso tutto il contenuto del mio decoder-hard disc MYSKY, passato a miglior vita nel week end, con il quale sono scormparse oltre 50 ore di programmi registrati e non visti (tra cui mezza nuova serie di 24, e quasi tutta la prima serie di DR HOUSE). Adesso ho un nuovo decoder, ma anche questo non funziona bene, e - sorpresa - pare che uno dei due fuochi della parabola sia in tilt. Mi sa che dovrò presto foraggiare un antennista bolognese.

2. Ho visto SCOOP al cinema, il nuovo di Woody Allen. Davvero debole, con un Woody versione nonnino che fa' un misto di orrore e tenerezza. L'unico motivo per vederlo sono Scarlett Johanson e Hugh Jackson e soprattutto i circa 30 secondi in cui Allen ci mostra gli addominali di lui e i ---generosi pettorali--- di lei. Solo che se l'unico motivo di interesse di un film è una scena in piscina, siamo davvero messi male.

3. Ho visto in TV - pre-collasso di MySky - la puntata finale di WILL & GRACE. Per quanto abbia amato questa sitcom, la puntata finale non fa né piangere né ridere, e rispetto alle conclusioni di altri celebri serial - SEINFELD tra tutti - è un po' sottotono, priva di idee, con questo fast forward che ci mostra i quattro protagonisti nel futuro, impegnati nelle stesse identiche follie di tutta la serie, ma con le rughe e i segni della vita... Insomma, un po' un "let down".

4. Sono arrivate le ultime novità della Marvel USA, ma ne ho letta solo una minima parte. Straordinaria la quantità di "numeri uno" in questa infornata, da DAIMON HELLSTORM a WHITE TIGER, da WISDOM a ZOMBIE per non parlare degli "one shot" su Stan Lee. Questi ultimi - incredibile a dirsi - mi sono piaciuti parecchio, così come ho seguito con interesse UNION JACK e - per restare sui titoli sopracitati - WHITE TIGER di Briones (un disegnatore sul quale avrò presto molte cose da dire...).

5. Tra le campionature nostre, una menzione d'onore a MIDNIGHT NATION: forse una delle opere più intense del fumetto contemporaneo, di Straczinski e Frank, storia di un uomo finito nel confine tra la vita e la morte e del suo viaggio allucinante sul filo di lama tra l'aldilà e l'aldiqua. Se i premi avesso senso, ne vincerebbe almeno due o tre nei prossimi mesi. Invece - come sempre - ne saremo esclusi, dato che "per default" le giurie dei premi pensano che solo Coconino o Magic sappiano proporre in Italia il fumetto d'autore, dimenticandosi regolarmente di cosucce come i nostri Taniguchi, Otomo, o di Complete Peanuts... o di Midnight Nation.

6. Al lavoro tutto tace, sono i giorni di chiusura dei budget e sto soprattutto chino su Excel a macinare numeri. E' la fase meno romantica del mio lavoro, ma come ho scritto nell'ultimo post, quest'anno non mi pesa, e persino calcolare quanto è cresciuto il fatturato Marvel in Russia negli ultimi cinque anni ha un suo fascino.

7. Ho finalmente abbracciato lo yoga, dopo un corteggiamento durato mesi. Ci sto andando due volte a settimana, mescolate al nuoto, e penso " cosa ho fatto in tutti questi anni?". Dubito che esistano discipline migliori per chi come me ha bisogno di sciogliere il corpo, trovare equilibrio e elasticità.

8. Fa ancora caldo, è ancora un po' Estate di San Martino, si può state in camicia in casa o al massimo con una felpa. Ma tra poco è dicembre, alle 16 ormai è notte, sarà presto il momento dei golfini di lana pesante, delle tisane calde e – con un po’ di fortuna – della neve.

23 novembre 2006

Update from both sides of the moon


OK, posso dire che sono felice? Moderatamente felice. Timidamente felice. Timorosamente felice, ma felice. La felicità è un momento, è il giorno che ci accoglie nelle braccia dell'amore, che ci accompagna nella musica, nel silenzio, nelle parole, nell'intensità e l'incanto di una giornata di lavoro come tante, in cui però le cose sembrano quagliare, i progetti sembrano più belli e divertenti ed entusiasmanti, e anche se si pranza a patatine e yogurt, niente sembra pesare, niente fa paura, niente inquieta. E' il giorno in cui la pioggia non pesa, in cui si può essere qui e ora, e godersi un bicchiere di birra con gli amici, un piatto di passatelli con chi si ama, una notte silenziosa in cui le parole vengono da sole, le e-mail personali sono tante e piacevoli, la sensazione di consapevolezza dà pace e riempie.

Un giorno come questo, una notte come questa.

18 novembre 2006

Just like starting over

Sono di nuovo al lavoro da tre giorni, immerso in cinque centinaia di mail, progetti per l'Europa dell'Est, il Brasile che ribolle, Conan che incalza, il budget che muove le sue fauci. Ma non sono ancora uscito dallo stato psicologico del SAT. Sono "attivato gestalticamente", non c'è altro modo di dirlo. Mi interesso a tutti, ascolto ogni cosa con attenzione, sono presente a me stesso e al resto del mondo come mai ero stato prima d'ora. Si sparge la notizia in azienda e arrivano un paio di persone dall'edificio a fianco a vedere il "direttore versione 2.0". Non so quanto durerà questo stato di grazia, ma se mi aiuta a gestire più efficacemente collaboratori e licenzianti come in questo squarcio di settimana, ben venga.

Per tornare un po' sulla terra, vi segnalo il blog di Jeff Smith, che parla della sua permanenza a Lucca e inserisce un paio di foto del sottoscritto. Peccato che poi storpi il mio nome, "Marco Lupis" è una novità anche per me. Avrei preferito "Marco Lupo de Lupis" già che c'eravamo.

Infine, sapete che ho finalmente conosciuto il mio fratello di blog Michele Foschini. Ho iniziato a ricevere dei messaggini da lui, davvero ficcanti. Degli haiku sui suoi stati d'animo. Michele, mi permetti di postarli?

Bon, anche il terzo giorno del resto della mia vita si conclude, buona notte ai suonatori.

16 novembre 2006

Di cielo, non ce n'è mai abbastanza


Scusate il lungo silenzio. Finita Lucca, sono partito per il viaggio più lontano, difficile e affascinante di tutti, e me ne sono andato a Titignano, vicino Orvieto, per seguire come allievo il SAT1. Avevo fatto un obliquo riferimento a questo workshop di nove giorni nei miei propositi di inizio 2006, e finalmente sono riuscito a prendermi un breve periodo solo per me, di totale isolamento dal lavoro (ma anche da TV, giornale, vita "ordinaria") e vivere un'Esperienza con la E maiuscola, una di quelle che ti modificano nel profondo e ti aprono a una consapevolezza (di sé, della vita, del mondo, dell'Essere) che non credevi possibile. Il SAT (che significa "Seekers after truth") è qualcosa di indefinibile. E' un corso di psicologia. E' un workshop. E' una sorta di gigantesca sessione di psicoterapia di gruppo con altre 99 persone e una decina di terapeuti che seguono tutti. Per usare i termini usati dal suo ideatore, lo psichiatra cileno Claudio Naranjo, è "un programma di formazione olistica per lo sviluppo personale e professionale", un mix intensissimo di insegnamenti, meditazione, teatro, visualizzazioni, musica, vita. Tenuto dallo stesso Naranjo e da alcuni collaboratori, il SAT è un percorso di quattro anni, che si articola in altrettanti workshop residenziali di nove giorni. La location è spettacolare: un borgo medievale trasformato in agriturismo, completamente isolato: entrando nella strada sterrata che arriva a Titignano, il navigatore non riconosce più l'itinerario, e ci si trova immersi nel verde, finché il triangolo nero che simboleggia l'auto non si perde del tutto in questa macchia di colore, scomparendo al resto del mondo. Si arriva in un luogo unico, con viste sterminate della campagna tra Todi e Orvieto, il silenzio totale, i colombi, le vigne.

Dire che il SAT è stato intenso per me, e "life changing", sarebbe un eufemismo. Non voglio e non posso entrare troppo nella descrizione dell'aspetto didattico del seminario, dato che penso sia bello affrontarlo senza sapere troppo cosa aspettarsi (e se rovinassi l'esperienza anche a uno solo di voi lettori che un giorno deciderà di seguire questo percorso, non saprei perdonarmelo).

Vi dico solo che per nove giorni ho vissuto assieme ad altre 99 persone, conoscendo uomini e donne che penso potranno essere amici miei per il resto della vita, condividendo risate e lacrime (tante, lacrime), entrando nell'esperienza dell'emozione, della gestalt, condividendo segreti, emozioni, bellezza, senso del sacro, musica, spiritualità. Non sono stato per nove giorni MML, ma Marco, 6 conservativo, di Bologna, interpretando (o meglio, vivendo) il ruolo del figlio, dell'amico, dell'amante, del confidente, del deejay, del confessore, del paziente, del terapeuta, dello sconosciuto sfuggente o del compagno della vita, con un'emozione dentro così intensa ad ogni momento da sentirmi a volte quasi trasfigurato dai sentimenti, come in uno stato di percezione alterata.

Per ora non scrivo altro. Probabilmente dedicherò ampio spazio al SAT1 nel mio blog fotografico, sia con foto che con altri testi.

05 novembre 2006

13 cose bloggabili su Lucca '06


1) Il tempo. Se a Lucca di solito piove (ricordo almeno due annate alluvionali), quest'anno abbiamo avuto sole, sole, sole, con rigeneranti temperature polari. Complimenti.

2) La Fiera in versione urbana. Molto riuscita, con un sacco di visitatori, l'interfaccia della città (finalmente un caffé vero, delle vere sale proiezioni, delle vere sale conferenze, una vera "area pro") e un bel feeling con gli abitanti.

3) Conoscere Michele Foschini. Dopo mesi di contatti epistolare, è stato come per Charlie Brown incontrare il suo amico di matita, oggi diventato "l'amico di blog". Se non conoscete ancora il blog di Michele, check it out. Michele parla come se bloggasse 24/7, almeno con me, e dice cose sempre molto curiose, stimolanti. E cerca una fidanzata. Se siete interessate, sapete dove trovarlo (PS- invitatemi al matrimonio)...

4) Spiegare a cena a Tito Faraci e a Claudio Villa i miei concept vincenti per il rilancio di Tex.
ULTIMATE TEX (detto anche TEX STELLA NERA) sarebbe una versione "Born Again" di Tex, con lui che vede sterminata la sua famiglia e i suoi navajos, perde tutto, perde magari un occhio o un arto, deve scendere negli inferi (personali e letterali) per vendicarsi e far tornare dall'aldilà i suoi pards. Estremo.
BROCKEBACK TEX, detto anche SEX WILLER, vedrebbe Tex ferito, accolto in una capanna isolata da una coppia di mandriani che sono - aperte virgolette -molto, molto amici - chiuse virgolette. Tex intuirebbe il rapporto tra i due, ma poi arriverebbe qualche zoticone del villaggio per linciare i mandriani, e starebbe a Tex salvare la situazione. Magari farei morire uno dei due mandriani per un bel finale dolceamaro strappalacrime.
A questo surreale brainstorming ha assistito spanciandosi dalle risate Gabriele Dell'Otto, mentre Tito e Claudio mi guardavano sbigottiti mettendosi le mani nei capelli.

5) Intervistare in conferenza Jeff Smith di Bone e scoprire che i tre cugini Bone sono in effetti Topolino, Paperone e Pluto. Discutere a cena con Jeff dei retroscena dell'11/9 e delle imminenti elezioni di midterm.

6) Partecipare come ospite d'onore alla conferenza per i 20 anni della Star Comics (il mio ex-editore, alla cui fondazione ho collaborato fattivamente nel lontano 1986), con la gente così emozionata che metà di noi aveva le lacrime agli occhi (e sembrava ieri che ero a Lucca a presentare il primo SPECIALE UOMO RAGNO).

7) In generale, i vari incontri con il pubblico, molto piacevoli. Soprattutto quello Marvel e quello manga. Ma anche l'incontro improvvisato alla notte in piazza ovale con i forumisti, cui mi sono offerto in pasto mentre sorseggiavo una vodka lemon e didquisivo di Thunderbolts e strategie editoriali,

8) Conoscere Claudio Stassi e farmi fare un (ottimo) disegnino sul suo BRANCACCIO, edito da Becco Giallo (recensione a seguire). Conoscere i bravissimi e giovanissimi editori di Becco Giallo.

9) Conoscere meglio gli amici di Alta Fedeltà, soprattutto il mio omonimo Schiavone e il Rat-disegnatore svedese Giorgio Cantù, oltre al M.F. di cui sopra.

10) Salutare dal vivo Jacopo Camagni e Marco Felicioni, due amici autori, di Bologna, che come sempre vedo solo alle fiere o sento per mail. Il loro MAGNA VERITAS, uscito in Francia per Soleil, è davvero ottimo.

11) Intravedere Ralph Koenig, mio idolo dal lontano 1987, quando comprai un suo libro in tedesco senza capirci un'acca. Ma sono stato troppo timido stavolta e non me lo sono fatto neppure presentare.

12) Vedere la facciata di San Michele illuminata dalla luna, dalle stanze dei bottoni della Fondazione Banca del Monte di Lucca, un onore riservato a pochi.

13) Essere ancora qui, dopo ventotto anni dalla mia prima Lucca, e scoprire che nel libro dei quarant'anni della manifestazione hanno messo una mia foto tra le mille, assieme a Neary, Bagley, DeFalco. Anno di grazia, 1994. Il tempo fugge, ma non ci lascia mai.

01 novembre 2006

Da una capitale all'altra



Ripresomi dalla febbriciattola che mi ha tormentato per oltre una settimana ho ripreso la "rumba" di viaggi di lavoro. Lunedì mattina mi sono svegliato alle 4.45 per andare a Stoccolma per un cruciale meeting. Sono arrivato alle 11.30 e il nuovo treno Arlanda Express mi ha portato in 20 minuti alla Stazione Centrale, viaggiando a oltre 200 km l'ora. A Stoccolma ci ero andato nel 2001 in ferie, in giornate estive luminosissime. Stavolta l'autunno era nell'aria, c'erano non più di 4-5 gradi, il cielo plumbeo, una pioggerellina leggera; io ero bardato come se dovessi andare al polo (anche perché a Bellisola il giorno prima avevo preso il sole con 26 gradi di temperatura), mentre gli svedesi non si scomponevano e giravano tutti in camicia con la giacca o - alla peggio - in camicia con sopra il giaccone termico, religiosamente sbottonato.
Alle 12.15 mi sono incontrato con i miei interlocutori, che dopo avermi sfamato rapidamente con succhi di frutta e insalate in un bistrò molto nordico (stile designer-chic bio organico), mi hanno intrattenuto per parecchie ore nei loro uffici in conciliaboli segretissimi. A un certo punto, stremato (bramavo un'impossibile siesta), ho guardato fuori dalla finestra. Era buio. Peccato fossero solo le 14.45... il sole già era sceso e fuori c'era solo il crepuscolo autunnale nordico, bello e malinconico. Dopo un altro paio di ore di business development, me ne sono andato a fare un giretto per il centro, pensando che davvero Stoccolma è la più bella delle capitali scandinave, e forse una delle città più spettacolari e affascinanti del nostro continente. Ho attraversato a piedi Gamla Stan, il centro storico, visitato una enorme libreria di comics (tutto religiosamente in inglese o svedese), per finire nella parte commerciale a dare un'occhiata piuttosto platonica alle vetrine. Ho rivisto i miei ospiti per un drink prima di cena, e soprattutto per cenare assieme, in uno dei ristoranti tipici tradizionali alle spalle del palazzo reale, genere posti frequentati da industriali, premiati e premianti del Nobel, diplomatici vari. Devo dire che ho cenato magnificamente, in una specie di cantina, a base di un caviale fresco prodotto da un pesciolino locale dal nome impronunciabile, spalmato sui toast, con granulato di cipolle fresche, panna acida al pepe e limone spremuto, per finire con un filetto ai funghi di livello stellare, il tutto annaffiato di aqvavit e birra svedese.Poi, di nuovo in treno, per tornare in aeroporto, dormire qualche ora in hotel, svegliarmi di nuovo alle 4.45, e riprendere il volo per Bologna, arrivare alle 11.30, andare direttamente in ufficio a Modena senza pranzare, fare una serie di chiamate e meeting inderogabili, e poi alle 17.00 correre a casa per evitare di addormentarmi sulla scrivania.

Oggi invece, dopo un risveglio riposato, me ne sono andato in un'altra capitale... del fumetto, stavolta, a Lucca. Ovviamente... pioveva (cosa sarebbe Lucca Comics senza pioggia), ma non in maniera torrenziale, e la nuova disposizione "urbana" della mostra sembra funzionare. Oggi ho fatto solo una comparsata di poche ore, il mio "turno" a Lucca sarà venerdì-sabato-domenica, ma l'impressione è molto positiva, con la città che "vive" finalmente la manifestazione, e con una partecipazione di pubblico genere folle oceaniche. Sono andato a Lucca oggi per fare da giurato al Lucca Contest, un concorso per autori esordienti di comics, il cui premio è... essere pubblicati da Panini. In effetti il mio era un vero e proprio "conflitto di interessi": da un lato dovevo scegliere il miglior fumetto in assoluto tra una rosa di 12 candidati, dall'altro dovevo pensare agli interessi della mia casa editrice e selezionare qualcosa di minimamente commerciale.Il conflitto di interessi l'ho risolto proponendo come vincitore il progetto più innovativo tra i 12, IL CIMITERO DEI CALAMARI, che è decisamente difficile e autoriale, ma che ha anche alcuni elementi che potrebbero decretarne il successo (il mistero nella profonda provincia italiana, atmosfere alla Lynch, un disegno che miscela Baccilieri e Gipi). Gli altri tre giurati (Diana Shutz della Dark Horse, Massi De Giovanni di Kappa Edizioni e Andrea Plazzi) hanno concordato con me, e Tommaso e Tiziano, i due massesi del CIMITERO (da me subito ribattezzati "i CALAMARI") sono saliti sul podio, e da domani avranno dieci mesi circa per finire l'opera, che pubblicheremo alla prossima Lucca 2007.

A QUESTA Lucca abbiamo invece FORD RAVENSTOCK, il vincitore dello scorso contest, al prezzo incredibile di 4 euro, e lo consiglio spassionatamente a tutti.

Una considerazione a latere del Lucca Contest: sono entrato in giuria con poche aspettative, sono rimasto colpitissimo dalla passione e dalla bravura dei candidati, che hanno profuso intelligenza e talento nella stesura dei loro progetti. La verità è che almeno la metà dei 12 fumetti proposti meriterebbe di essere prodotta, pagata e pubblicata, e che indubbiamente ci sono fermenti e professionalità là fuori che nessun editore riesce più ad intercettare, e che sono ormai affidate all'emigrazione in Francia o al passaggio alla serialità per il WITCH o bonelliano di turno. Con la bacchetta magica, ci vorrebbe la capacità di proporre ogni anno dieci-venti-trenta opere di autori esordienti, stile mercato francese, metterle sul mercato e riuscire a vendere duemila-tremila o trentamila di ognuna, un po' come capita oltralpe (dove i lettori spontaneamente supportano massicciamente opere di illustri sconosciuti, sulla semplice base del packaging o del passaparola). Non so se questo tipo di mercato noi lo avremo mai in Italia, ma se ognuno di noi lettori con il cuore di china si IMPONESSE di comprare almeno 12 libri/albi l'anno di autori italiani COMPLETAMENTE ESORDIENTI, e ne parlasse in giro, di certo un piccolo contributo all'evoluzione della specie ci sarebbe...

Ecco... magari questa è un'idea per dei futuri post nel blog...