29 settembre 2005

Parliamo di fumetto - 1


Oggi ho nuotato per quasi un'ora. Pensavo, prima di iniziare a frequentare il centro sportivo in cui vado adesso, che nuotare fosse un'attività noiosa, ripetitiva. In realtà, dopo i primi minuti in cui il corpo si abitua alla respirazione, alla mancanza di peso, alla temperatura dell'acqua, si entra in uno stato di percezione quasi alterato, in cui è facile immergersi non solo nell'acqua, ma anche nei pensieri, e vagare nelle varie dimensioni della propria esistenza.
Fino a qualche tempo fa, nuotando pensavo spesso che mi sarebbe piaciuto scrivere un romanzo, un racconto, e magari mi facevo tutto un viaggio sul titolo, la trama, i colpi di scena. Più di recente, lo confesso, nuotando penso spesso a questo blog. Diciamo che il blog è la maniera istantanea e in pillole di soddisfare quel bisogno di scrivere, di raccontare, di "delirare", se volete. E oggi, ho pensato che in effetti, se questo blog deve essere "sui fumetti e l'altro lato della luna"... in quattro mesi sono sempre stato "on the other side", e di fumetti ho parlato poco.... no, pochissimo. Ma di fumetti VORREI parlare, e di cose ne avrei da raccontare... Solo che, diciamoci la verità, proprio perché sono il direttore di un casa editrice come Panini Comics, proprio in virtù di quello che faccio e di quello che sono, parlare di fumetti è un percorso a ostacoli.
Non posso:

a) parlare di progetti futuri e non ancora ufficiali (e il 99% di quel che faccio riguarda albi che vedrete o vedranno in qualche paese del globo tra 3-4 mesi o anche - ahimé- 3-4 anni).
b) parlare male di nessuno, amici o nemici, titoli miei o altrui

E diciamoci la verità, un blog che parla solo di cose già uscite o parla solo bene di qualsiasi cosa... sarebbe una noia, no?
Ma le sfide mi piacciono. Nella prossima entry:

- vi parlerò (senza farvi capire nulla) dei 3-4 progetti principali a cui sto lavorando
- vi parlerò delle cose e delle persone che meno sopporto in questa "industria"

Promise!

26 settembre 2005

La gatta sul letto che scotta


Da ragazzino mi regalarono Come vivere con un cane nevrotico, un libro esilarante che ancora si trova in italiano edito da Rizzoli. Era una crudele parodia dei cani, descritti nei loro aspetti più nevrastenici. Stamattina, alle 6.30, quando Emma Guay mi ha per l'ennesima volta gettato per terra gli occhiali, ho pensato che dovrei andarmi a comprare l'analogo Come vivere con un gatto nevrotico.
Vedete, Emma Guay è la mia gatta da quasi 11 anni, ed ha una serie di comportamenti bizzarri oltre misura. In primis, Emma non miagola. Mai. Non che sia muta, semplicemente pensa che miagolare sia una cosa volgare, da gattacci del quartierino. Lei, la sofisticata, fa le fusa in maniera molto rumorosa, invece di miagolare. E quando ha fame, dalle 6.00 della mattina in poi, si posiziona sulla mia schiena, sulla mia pancia, e in altre zone meno decorose, e inizia il suo concerto. Il punto è che dopo tanto tempo il sistema non funziona più, e riesco a dormire anche davanti ai suoi più ribollenti concerti. Nuova strategia: buttare a terra gli occhiali dal comodino. Non so come le sia venuto in mente, non so neppure come sia riuscita ad INTUIRE una cosa del genere, ma di certo sentire i miei occhiali di Philip Stark che volano per terra quando fuori è ancora buio riesce sempre a farmi balzare in piedi. Mi incavolo, le caccio un urlo, ma poi remissivo vado in cucina e la sfamo, pensando al prossimo paio di occhiali da comprare.
Non vi basta? Emma non mangia mettendo il muso nella ciotola, come ogni gatto che si rispetti. Emma crede di essere umana, e afferra il cibo con le zampe, si infila nelle unghie i dadini di carne e se li porta alla bocca. Chiaramente, dopo ogni pasto, l'angolo della cucina a lei dedicato sembra uno stadio dopo il passaggio degli ultras.
Ci sono poi i comportamenti nevrotici "normali", che si sentono su molti gatti: l'amore per i pisolini nel cestino della biancheria sporca, la mania di nascondersi nel guardaroba, col rischio di rimanere chiusa per ore o - come è successo - per un giorno, il voler salire sulla tastiera quando scrivo al computer, il sedersi sul giornale mentre lo sto leggendo. Eccetera. Eccetera. Eccetera.
Questo non inficia perà l'amore assoluto per Emma. Emma che è sempre alla porta quando entro in casa, che ovunque sia mi accompagna, che si mette sulla mia parte del letto per tenermelo caldo prima del mio arrivo, che sa mordicchiarmi la mano senza farmi male, che capisce quando le giornate sono "no" e mi si mette sulla pancia, con le sue fusa che sono una serenata, un volermi dire "Io ci sono. Io resto."

24 settembre 2005

Walking on the moon


Questi fine settimana di passaggio tra l'estate e l'autunno sono particolarmente godibili: fa già fresco, qua sul lembo dell'Appennino, ma il sole splende e se ci si mette come le lucertole si prende un bel tepore che scalda le ossa e può persino far sudare. Dopo un po' che non lo facevamo, siamo andati a fare un po' di trekking serio qua sulle colline in riva al Sillaro, restando quasi sempre sui sentieri, ma terminando con un "fuori pista" in discesa, sul greto secco di un torrente, che ha abbastanza spezzato le gambe al sottoscritto (ahimé, il tapis rulant in palestra non serve davvero a farsi dei polpacci d'acciaio).
Sembra incredibile, ma in quattro ore d'escursione si riescono a vedere a pochi metri cerbiatti, fagiani, stormi di poiane, un bellissimo airone cinerino, e ovviamente le mie amatissime mucche romagnole, anche loro spaparanzate sotto il sole. Nel pomeriggio, inevitabile dormire qualche ora, un piacere assoluto, almeno per me. Basta poco per cadere in un sonno profondo, mentre fuori c'è la luce, mentre nella casa si sentono passi, voci, musiche, e si precipita in un buio assoluto, più intenso di quello notturno, perché è solo della mente, e in pochissimo ritempra.

Poi, verso sera, ho iniziato a dar fondo all'ultima pila di fumetti Marvel in originale arrivati in ufficio.
Assolutamente brillante: DAREDEVIL/FATHER (siamo nei pressi del capolavoro), ma anche i capitoli finali del WOLVERINE di Millar e di ASTONISHING X-MEN di Weadon/Cassaday. IRON MAN di Ellis e Granov lascia a bocca spalancata.
Ci sono anche altre cose che si leggono senza particolari punti esclamativi (e qui inizio a sentirmi nell'imbarazzo di non poterne davvero parlare... dopo tutto - ho deciso - da inizio novembre il blog andrà "in chiaro" per i lettori Panini Comics, e quindi potrebbe essere politicamente scorretto criticare le stesse storie che in futuro dovrò professionalmente promuovere, no matter what...).

Dulcis in fundo: per la 100esima volta ho riletto il volume di Altan dei CLASSICI DEL FUMETTO SERIE ORO. L'ho letto in collettiva, con tutta la "balotta" della casa di Bellisola, declamando le battute più belle ("Cara, mi si è indurito il coso!" "Tieni duro, che prendo la Polaroid") ("Mi vengono in mente opinioni che non condivido") ("Poteva andare peggio". "No").

Dizionario slang bolognese/italiano, parte 1:
balotta = compagnia, gruppo di amici con cui si bivacca, si tira tardi, si esce assieme

19 settembre 2005

Inondazioni



Una domenica di pioggia ininterrotta ha dato seguito a un lunedì pazzesco, nel quale avrei fatto meglio a rimanere a letto... Purtroppo non posso in un blog pubblico parlare di nessun aspetto "concreto" del mio lavoro (men che meno uno di questo tipo), ma vi assicuro che se potessi parlare, non ci sarebbe nulla di divertente.

Vediamo se salvo qualcosa di questa giornata... Beh, sono le 23.20 e tra venti minuti mandano in onda su FOX la terza puntata della terza serie di una delle mie serie favorite, SIX FEET UNDER (o "Due metri sotto terra", come si chiama in Spagna). Vedere le gesta di una famiglia di becchini totalmente disfunzionali mi fa impazzire, e se esistesse la famiglia Fisher farei di tutto per farmi invitare a cena da loro almeno una volta alla settimana.

Ma se proprio devo restare in ufficio e dirvi una cosa positiva di oggi... beh, ho visto il primo numero di AKIRA COLLECTION ed è una bellezza. Un bel mattone di carta, a soli 8 euro. Prevedo un esaurimento ISTANTANEO dalle librerie. Come direbbe Sebastien Dallain, "Il a de la main" ("Ha della mano"), per dire che ha una bella sostanza.

Infine, la foto che illustra questa "entry" è opera di un fotografo famoso, Matt Shonfeld, che ha voluto fare un reportage sul mondo dei comics passando in redazione una giornata. Se andate sul suo sito e digitate Panini nel box "search", potrete vedere tutte e 46 le foto della redazione, alcune delle quali illustrano vari aspetti di come si lavora da noi, e il caos che (oggi dico "purtroppo") regna sovrano.

17 settembre 2005

Scusate se faccio il sentimentale...



Passo i primi tre giorni della settimana murato in ufficio (genere: dalle 9.00 alle 20.00) per preparare il complesso viaggio a Londra di giovedì e venerdì. Un tour de force indispensabile per i cruciali appuntamenti che mi aspettano nella capitale inglese.
Poi, finalmente, 15 settembre, volo BLQGTW delle 6.55, parto per Londra.
In ogni momento, lavorando o girando per la città, dopo quasi due anni che manco, penso a quanto mi piace, e quanti e quanto importanti e belli siano i ricordi che mi dà. Forse perché sono del Toro, o forse perché ho una sottile e personalissima vena nostalgica, sono incapace di camminare per una città, che sia Lucca o Bologna, o Londra o Francoforte, senza sentirmi vicino a tutti i miei io del passato, senza sentire il passaggio di un me stesso due, tre, dieci, venti anni più giovane, per quello stesso vicolo, in quello stesso bar, sotto quella stessa nuvola, o scroscio di pioggia, o raffica di vento. E se città come New York per esempio mi sommergono quasi sempre con ricordi a dir poco conflittivi, camminare per Londra è come fare l'amore con un corpo di cui si conosce ogni centimetro quadrato, ma non per questo meno attraente o portatore di ebrezza. In questa strada, a 12 anni, mi sono defilato dalla comitiva scolastica in cui ero intruppato, e ho girato da solo da un punto all'altro della città, a caccia di fumetti, per la prima volta in vita mia completamente solo ma completamente libero. In quella casa ho passato tanti bellissimi fine settimana. In quella libreria ho cercato libri rarissimi di matematica per la mia tesi di laurea. In quel palazzo ho conosciuto uno dei miei migliori amici, lo Stefano Gaudiano inchiostratore di Gotham Central e di Pulse. Vicino al fiume ho sostenuto il colloquio di lavoro più importante della mia vita, quando la Marvel mi ha assunto per dirigere Marvel Italia. E per la felicità mi sono andato a comprare un paio di stivali fatti a mano, ma ho sbagliato la taglia dall'emozione, non li ho mai portati, e li conservo come una reliquia.
In quel vicolo ho camminato con la neve fino alle ginocchia insieme allo storico dei comics Paul Gravett.
In quel ristorante ho intervistato Sidney Jordan, in compagnia di un grande amico del liceo, poi perduto nel diluvio della vita.
In quella piazza, in un tramonto di giugno impossibilmente luminoso e terso, ho avuto per la prima volta la consapevolezza di aver trovato l'amore della mia vita, in uno di quei momenti di chiarezza di sé assoluti rispetto ai quali può esserci nell'esistenza solo un "prima" e un "dopo".

E camminando oggi per Londra, 15 settembre 2005, mi sembra di continuare a sfiorare tutti questi miei sé del passato, ancora e perennemente vivi, e presenti al mio fianco.

11 settembre 2005

And on the 5th day...


Ho approfittato dell'ultimo week end utile prima dell'autunno per un salto di un paio di giorni all'isola d'Elba. Purtroppo è una pessima idea assentarsi dall'ufficio in periodi intensi come questo. Tra preparativi prima e smaltimento degli arretrati dopo, il prezzo che si paga in ore di lavoro e stress è decisamente troppo. E devo dire che mi sono portato sul traghetto tutte le idee, i progetti e i pensieri di questi mesi, senza riuscire davvero a staccare con la testa. Per fortuna mi hanno aiutato le 1000 e passa pagine de Il quinto giorno a staccare un po' e ad immergermi in un mondo di oceani, creature misteriori, scienziati stravaganti, teorie sull'origine della vita e del destino del mondo. Il Quinto Giorno è quella specie di mattone che occhieggia dagli scaffali delle librerie con una copertina nera e azzurra, al cui centro un'iride marina osserva lo stupito acquirente. Lo scrittore, il tedesco Frank Shatzing, scrive 1000 pagine che si leggono tutte d'un fiato (beh, persino io ci ho messo 4 giorni), zeppe di ricostruzioni gegrafiche, antropologiche, biologiche, fantapolitiche e scientifiche, davvero stupefacenti. Unico consiglio: non andate a guardarvi il sito. E' bello, ma ci sono i video di lui, Shatzing, che racconta in tedesco la genesi del libro, con una faccia da pesce lesso capace di smorzare ogni entusiasmo. Vi ho avvertiti!

05 settembre 2005

Senza una sola idea


La mia amica Laura dall'Idaho mi segnala la lettera aperta di Michael Moore a Bush, sul tema del disastro di New Orleans. Leggetela anche voi... Se non fosse una storia dell'orrore, ci sarebbe da ridere. L'espressione inglese "clueless" ("senza indizio", nel senso di "non avere un accidente d'idea di cosa fare") rende perfettamente il quadro del "povero" Bush, che non ha gli elicotteri per portare via la gente abbandonata a morire nella melma, tra le feci e i cadaveri. Non so voi, ma questa storia mi sconvolge, mi sembre più eccessiva del romanzo più cruento di Chuck Palahniuk, roba degna di numero bello forte di Hellblazer o di Punisher (bambine stuprate e fatti a pezzi? violentatori linciati dalla folla? serpenti portati dalle acque? formiche rosse assassine? gironi infernali dentro uno stadio?). Qua siamo oltre la linea Max, oltre la linea Vertigo, siamo in un orrore reale e quasi incredibile...

04 settembre 2005

Pensierini della domenica


Ho iniziato a far leggere il blog a un po' di persone fuori dalla ristretta cerchia dei collaboratori Panini. I commenti sono stati positivi, ma un lettore in particolare si è raccomandato di non fare aggiornamenti periodici, per non scadere nello scontato. Sì, penso che forse alcuni post come l'ultimo, veri e propri "diari", non siano il massimo del divertimento. Vediamo in che modo riuscirò ad adattarmi a queste osservazioni nei prossimi giorni.

Si chiude un fine settimana molto movimentato. La cosa più importante sono state le nozze di Sebastien, attuale "editore delegato" dei nostri fumetti francesi, un tempo "editor in chief" degli Stessi. Si è sposato sabato a Castello di Serravalle, in una cerimonia intima con i familiari e un manipolo di amici, tra cui il sottoscritto. La sposa è anche la madre di sua figlia di quasi 12 anni, quindi il brindisi a parte "viva gli sposi" era anche "meglio tardi che mai". Poi cena meravigliosa al ristorante La Clementina, vicino a Savigno.

02 settembre 2005

All eyes on Naruto

E finalmente si può dire... la Panini entra a testa bassa nel settore di TV, home video e merchandising, prendendosi l'esclusiva di NARUTO in mezza Europa... e NARUTO è al momento la principale property nipponica, il Pokemon/Beyblade/Dragonball dei prossimi anni. Ci abbiamo messo un anno e mezzo, il sottoscritto è stato uno del team che dietro le quinte ha organizzato la cosa, e ne sono molto, molto, molto orgoglioso...

01 settembre 2005

Planning, and more


Lunedì, grande riunione di tutti gli editor Marvel della Panini per pensare assieme alle proposte editoriali per il 2006. Pensavamo di metterci 10 ore, dalle 9.30 alle 19.30, ma alle 17.00 avevamo finito. Merito di Pierre, il "coach" che ci ha seguiti nel precedente meeting di alcuni mesi fa, e che ci ha dato una serie di "dritte" su come si organizza un brainstorming in maniera efficace. In pratica, dalle 9.30 alle 13.00 abbiamo passato in rassegna TUTTE le serie e miniserie Marvel degli ultimi mesi, dando loro un voto da A a D (A= il top, assolutamente da pubblicare / a D=impresentabile) ed elencando la serie o il formato in cui pubblicarla, nei 4 paesi di cui ci occupiamo principalmente a Modena (Italia, Spagna, Germania, Francia). Poi, nel pomeriggio, abbiamo visto le principali collane "comuni" ai diversi paesi, essenzialmente i libri e certi speciali o miniserie, e abbiamo stilato un programma di massima del primo semestre. Su una lavagna di carta, ho scritto su dei post it i titoli dei volumi in predicato, e per una mezz'ora abbiamo lavorato a tutte le possibili permutazioni. Se avete la vista acuta, nell'immagine allegata ho ripreso la lavagna in questione, con una programmazione di massima dei volumi 100% in Francia, Germania, Italia e Spagna...
Eravamo in 14: i diversi publishing manager, i sei coordinatori editoriali, poi editor esterni e interni, il munarini. Alla sera, stanchi ma felici, abbiamo festeggiato abbuffandoci in un agriturismo sulla via Emilia, davvero molto buono. Ingredienti: lambrusco, un sacco di pettegolezzi, salame, pizzelle al pomodoro e grana, tortelloni, arrosto di maiale con funghi fritti, gelato di vaniglia con marmellata di fichi.

Martedì, lungha riunione sui programmi editoriali spagnoli, con Alejandro Viturtia, l'editor di Panini Spain, ospite da noi. Poi lunga, lunghissima riunione su Panini Germania e su una serie di progetti di potenziamento per quel mercato così forte ma così imprevedibile. Infine, torno in palestra dopo una paio di settimane di stop. Mi limito a una ventina di vasche a nuoto, ma è meglio riprendere con calma.

Mercoledì, dopo i due giorni di riunioni, si torna alla normalità, con mail, telefonate, contratti, etc. Sto cercando di prendere i diritti di una manciata di nuove cose interessanti, in USA e in Giappone. Peccato che tra assenze in Panini e assenze presso i miei corrispondenti non sia così rapido. Ci sono anche da portare a termine le ultimissime negoziazioni per i volumi di Repubblica Oro, che gli scampoli d'estate rallentano parecchio. Alla sera, ancora palestra, ma stavolta torno sul tapis rulant e in sala pesi per un paio di circuiti aerobici.

Giovedì fila liscio, con lavoro frenetico ma standard. Ci si inizia a preparare per il MIP di Cannes, a ottobre. Domani annunciamo una mega acquisizione di animazione giapponese, e iniziamo a mandare i primi comunicati stampa "VIP". Alle 14.00 RaiSat intervista me e Mattia Dal Corno su Ghost in the Shell. E alla sera, vado a vedere 20 centimetri, commedia spagnola che non mi convince al 100%...