29 luglio 2005

Il mare (sempre più blu)


Per farvi capire quanto sia diventato imbranato sul tema vacanze, sono andato a letto martedì convinto di partire alle 9.00 la mattina seguente, per l'Elba, ma alla fine sono partito alle 16.50 e a Portoferraio sono sbarcato alle 23.00. Sigh, sono finiti i bei tempi in cui potevo mettere le mie cose sulla mia Panda in mezzora e essere onzerrod immediatamente (destinazione: Zadina di Cesenatico). Ora, tra documenti, impegni, gatta da piazzare, innaffiamento automatico da collaudare, amico cui dare chiavi e istruzioni, pizzi, cazzi e mazzi, ci vogliono otto ore per chiudere casa... L'Elba è uno spettacolo, verde e bellissima, neppure tanto affollata... ma calda, torrida, caldissima. Non spira un filo d'aria, l'umidità sarà del 100%. PER FORTUNA mia madre ha pensato bene di fare montare un potente condizionatore, che con un solo apparato mantiene fresca la casa. Si sta meglio dentro che fuori, anche se mercoledì un paio d'ore in spiaggia me le faccio, con l'acqua verde e cristallina calda come brodo, e poi sotto l'ombrellone (sono bianchissimo...) a sudare facendo il sudoku (finalmente ho capito come si fanno quelli difficili di Repubblica), ad ascoltare musica random con l'ìPod shuffle e a leggere una pila di manga. Volumetti letti:
- IL TRASLOCO *****
- HOT GIMMICK 1***
- LIFE 1***
- VITAMIN ****
- SEMPRE PIU' BLU 3 ***
(legenda: *** carino! **** da leggere davvero! ***** da premio!)
Dopo questa scorpacciata di shojo, penso che se fossi uno studente di scienze della comunicazione farei una tesi sullo shojo manga in Giappone e la sua evoluzione. Leggendo HOT GIMMICK , LIFE e VITAMIN, con il loro misto di crudeltà e sadismo, si ha uno spaccato disarmante non solo delle giovani e delle giovanissime giapponesi, ma anche di come l'editoria a fumetti si sia specializzata a dar voce alle loro inquietudini. Sotto l'apparenza di perbenismo e di claustrofobia sociale (in HOT GIMMICK, un condominio per i dipendenti alto borghesi di una multinazionale, in VITAMIN e LIFE, delle scuole fortemente settarie e selettive), ci sono queste quindicenni di carta che subiscono vessazioni, ricatti, abusi, insulti, mobbing psicologico, reagendo con lacrime, automutilazione, bulimia, autoesiliandosi in casa, soffrendo le pene dell'inferno. Chi le circonda non è proprio simpatico. Le famiglie sono cieche, mute e sorde, non vedono e non capiscono nulla, e se anche intuiscono preferiscono stare zitte, senza dare affetto o una carezza, o un complimento. I ragazzi o sono sadici (HOT GIMMICK) o vili (VITAMIN) o inesistenti (LIFE, almeno per ora). Insomma, proprio un bel quadretto! Pubblicando questi tre manga, fortemente consigliatici dai nostri editor nippofoni, siamo andati a pescare nel torbido del "nuovo" shojo giapponese, che racconta un mondo scomodo e lontano dagli ideali rosa, caramellosi e "kawaii" di tanti altri fumetti dello stesso genere. In confronto SEMPRE PIU' BLU è una serie molto più leggera. A sceglierla è stato il sottoscritto, dopo averne letto il primo volume in edizione francese. Diciamo che SPB (libera traduzione, sempre del sottoscritto, dell'originale "Più azzurro del blu"), è una sorta di "shojo al maschile", ed è "di genere" a sua volta, inserito in quella serie di manga "romantic comedy" che escono in Giappone sulle riviste per maschietti, e sono l'immagine speculare degli shojo. Negli shojo, rivolti a un pubblico prettamente di ragazze adolescenti, le protagoniste sono fanciulle tormentate (ora dalla loro verginità, ora dalla loro precocità sessuale, sempre e comunque dall'infelicità e dal romanticismo), che devono trovare vuoi l'amore vuoi il rispetto di sè, passando per ogni possibile peripezia. Nelle "commedie romantiche", per lettori maschili, i protagonisti sono adolescenti maschi di solito 1) ingenui; 2) poco o per nulla scafati sessualmente; 3) sfigati e con pochissime conoscenze femminili. Nello svolgimento del manga, l'ingenuità va farsi subito benedire, e l'eroe si trova circondato da un harem di fanciulle felicemente disinibite, pronte a gettarsi ai suoi piedi. Mi viene in mente TENCHI MUYO, ma di certo ce ne sono mille altri esempio (VIDEO GIRL AI?). Da notare: il passaggio dell'eroe da sfigato a dongiovanni è sempre magico o provvidenziale (in SPB il catalizzatore è l'arrivo sulla sua porta di una avvenente e ricchissima ragazza promessagli come sposa fin da bambino). Insomma... gli adolescenti giapponesi, maschi o femmine che siano, hanno bisogno dei loro sogni, e i manga sono pronti a darglieli, con tutti gli artifici di maniera dei diversi generi, liberamente interpretati dalle sensibilità più giovani e dirompenti. Come ciliegina sulla torta, IL TRASLOCO mi ha lasciato senza fiato. Ci sono due o tre trovate a pagina, di sceneggiatura o disegno, rese (le prime) davvero bene dalla nostra neo-editrix Elena Zanzi. Non so se lo abbiamo candidato a qualche premio, ma dovremmo farlo, Un manga adulto, simpatico, demenziale e intelligente al tempo stesso, che non ha NULLA di maniera. Una sorta di contro-shojo, di genere indefinibile, un meta-manga sulla vita caotica e vera di ragazzi giapponesi che hanno a che fare con l'amore, il caldo, l'abbandono, la birra, gli zoo pieni di animali, le cose non dette o dette troppo tardi, la pasta istantanea e gli italiani che si chiamano Barone Assasino con una sola esse. Insomma, mi è proprio piaciuto....

27 luglio 2005

Post San Diego Crazyness


E' un sollievo finire la fase del blog pubblico per tornare a quello "intimo" (in pratica io e voi 10 editor cui ho passato questo indirizzo). Mi fa sentire libero di scrivere tutte le cazzate che voglio.... A volte mi chiedo se renderò mai pubblico questo blog... sicuramente non per un po', prima devo essere certo di poter scrivere puntualmente e in modo interessante settimana dopo settimana.
Dato che sono parecchi giorni che non posto, un aggiornamento della situazione...

1- devo ancora smaltire le "things to do" di San Diego, davvero troppe questo mese. E' un peccato non poterle elencare, ma se mai renderò pubblico il blog devo abituarmi a mantenere l"aura di mistero".

2-una serie di grosse, grosse, grosse cose che covano da un annetto pare siano state tutte firmate e controfimate questa settimana. I prossimi press release della Panini faranno scalpore... e dietro c'è un bel po' del sudore del voster-semper-voster

3-OK, sono finiti DESPERATE HOUSEWIVES e LOST, e sono assolutamente, totalmente, integralmente "hooked"; avvinto, abbindolato, risucchiato, nel mondo fittizio di queste due serie (confesso, più di LOST che di DH). Fate una ricerca online su LOST e troverete alcuni dei fan sites più incredibili di tutti. E il finale di LOST di tre ore. WOW WOW WOW. OK, sono un totale, assoluto fan boy...

4- mentre scrivo su PARAMOUNT danno ABSOLUTELY FABULOUS, la puntata in cui le due protagoniste vanno a New York a comprare uina maniglia. Non sono un fan, ma è esilarante.

5- sono arrivati i fumetti Marvel di questo mese. HOUSE OF M rocks! E anche UNCANNY di Milligan e Larroca segue un percorso narrativo perversissimo, voglio vedere dove va a parare. CAP di Brubaker, non ne parliamo (anche se questo mese c'è un fill in, dedicato al mio amatissimo Nomad) E' uscito anche il primo fumetto Marvel firmato da Stefano Gaudiano, mio grande amico del cuore da quando lo conobbi in un ascensore a londra nell'agosto 1987. Congratulazioni, Stefano!

6- mi ha fermato la polizia mentre uscivo da un autogrill. Controllo di routine, ma il poliziotto era un mio fan, a metà tra il contento e l'imbarazzato. Devo dire che non ho forse reagito con entusiasmo, ma l'dea che uno con una faccia rispettabile come il sottoscritto sia fermato IN AUTOGRILL mi stava troppo innervosendo. Non so perché, ma essere pelato e con il pizzetto è una garanzia per non essere mai stoppato dalle forze dell'ordine (non mi è mai successo, in nessuno dei miei innumerevoli viaggi). Penso che la pelata emetta un'aura di rispettabilità---

7-Basta con le cazzate per oggi. Posso dire "cazzate" nel mio blog? Certo, è mio.

8- Domani vado in ferie. Finalmente, dopo in pratica UN ANNO dall'ultima volta. Sono solo 5 giorni all'Isola d'Elba, ma GIURO che non lavorerò. Lo giuro! Le ultime parole famose...

16 luglio 2005

Il sabato del villaggio (dei comics)


Chiusura in bellezza per il viaggio a San Diego. L'ultimo giorno dalle 8.00 combino una lunga serie di appuntamenti importanti uno di seguito all'altro, che mi danno una serie di rassicurazioni e di certezze su molte nuove opportunità per Panini Comics. Mi incontro anche con Gabriele dell'Otto, con cui mi metto d'accordo per il libro di illustrazioni che preparerà per noi. A pranzo, io e Simone vediamo come consuetudine Gareb Shamus, il "guru" di Wizard, con cui discutiamo di comics, film, convention e dell'universo in generale. Sono ormai tre anni che abbiamo preso questa abitudine, ed è un bel momento di "networking" che non mi perderei per nulla al mondo.
Con Gareb, ci mettiamo d'accordo per andare a vedere insieme Fantastic Four alla sera, e così alle 19.00 ci troviamo tutti al cinema pronti ad immergerci nel mondo del Favoloro Quartetto versione Hollywood. Il film, che ha avuto parecchie recensioni negative, è invece abbastanza piacevole, lontano da altri film molto più belli, ma godevole nella sua linearità e nella sua semplicità. Particolarmente riusciti Ben Grimm e Johnny Storm, di meno gli altri personaggi, ma nell'insieme due ore di sano divertimento marvelliano.
Dopo il cinema, una cena a base di antipasti e un ultimo giro per la città affollata, pronti a ripartire verso l'Italia.
Anche questa San Diego è finita...

15 luglio 2005

Uncut, anzi cut


I giorni di convention a San Diego lasciano un po’ senza fiato. Anni fa, facevo due, tre, massimo quattro appuntamenti, e il resto erano chiacchiere, conferenze, proiezioni, ore o ore a scegliere e comprare fumetti. Ora ho in agenda dai dieci ai dodici incontri giornalieri, alcuni di mezz’ora, altri di un’ora. In questi due giorni ho visto tutti: Marvel, DC, Dark Horse, Image, TMP, Conan Properties, Viz Media, Fantagraphics, Wizard Press, Cartoon Books…. e molti altri ancora. Il centro congressi è così affollato e caotico che faccio la spola con l’albergo di fronte, nel cui ristorante staziono per ore e ore bevendo litri di te freddo e caffè. Vedo passare tutto e di tutti, in pratica il mondo editoriale è qui al completo, dall’Asia all’Europa.

Incontri emozionanti: due ore a parlare con Jill Thompson, una vera dark lady del fumetto. Poi Jon J Muth, di cui ricordo il MOONSHADOW apparso eoni fa su ALIEN della Labor Comics. Mi presentano anche Matt Groening, il creatore dei Simpsons, che mi anticipa che ci sarà un episodio con Bart e soci in Italia, nella prossima stagione.

Anticipazioni miste: un sacco di news gustose sulla Marvel. La DC che annuncia il crossover Spirit-Batman. SPAWN che si rilancia con il numero 150. Tante (troppe) cose che non posso raccontare per ora.

Cena di giovedì: party con buffet della Scholastic, gli editori del BONE a colori, a base di gamberoni e spiedini di pollo.
Cena di venerdì: serata messicana offerta dalla DC, con Jim Lee maestro di cerimonia e un sacco di gente tra cui l’editore di UNCUT (sì, proprio la rivista musicale numero 1 in UK), Brian Azzarello, Alex Garza, un sacco di animatori giapponesi.

E adesso, dopo due giorni così intensi, aspettiamo il terzo e ultimo…


4-continua

14 luglio 2005

Famous blue skyline


Il terzo giorno in California si apre con una lunga strategy session con gli altri colleghi venuti con me. Si parla soprattutto di manga, e di una serie di tematiche a lunga scadenza che riguardano in mercato nipponico, per certi versi sempre più difficile ultimamente. Passiamo due ore nel patio dell’hotel, bevendo caffelatte e passando in rassegna strategie e idee. Verso mezzogiorno ci dividiamo: mentre Tony e Simone si avviano in auto verso San Diego, io e Sebastien andiamo a Century City per un lungo incontro di lavoro/pranzo con i rappresentanti della Bongo (gli editori dei Simpsons). In un grattacielo di oltre 40 piani, con tutta Los Angeles ai miei piedi, mentre aspetto che ci vengano a prendere per portarci nella sala riunioni, capisco quanto sia lontana questa realtà da quella normale del mondo dei comics. I rappresentanti dei Simpsons sono infatti un gruppo di avvocati, e il loro ufficio sembra uscito da LA LAW, con sale riunioni dalle pareti di cristallo opacizzato e finestre a muro aperte su un panorama mozzafiato, con pranzi di lavoro a base di risotto e costolette d’agnello con Perrier anziché di coca cola e panini come alla Panini. Finito l’incontro, prendiamo un taxi verso la stazione di Los Angeles, per prendere il treno delle 16.10 che ci porterà a San Diego. La città assolata e verdissima mi lascia senza fiato, con i suoi parchi, le sue palme, le case in stile spagnolo con il colonnato sul davanti, e questa aria di luminosa irrealtà. Preferirei di certo vivere qui piuttosto che a New York, se proprio un giorno dovessi venire ad abitare negli States (tocchiamo ferro!).

Union Station lascia a mozzafiato sia me sia Seb. In un paese dove non sopravvive NULLA di antico, la stazione ha almeno 100 anni, con lampadari, sedie e arredi d’epoca. Mi sembra d’essere in uno dei romanzi di Michael Connelly, il creatore di Harry Botsch, che in tutti i suoi gialli ricrea ed esalta un’idea romantica, trasognata e trasognante della Città degli Angeli. Il treno costa relativamente poco (circa 35 euro in prima classe per un tragitto di tre ore), con tanto di merenda a base di junk food e bottiglietta di vino omaggio. Si compone solo di DUE vagoni, su due piani, e ogni postazione ha una presa di corrente per attaccare il computer. Se avessi il wi-fi nel PC su cui sto scrivendo, potrei collegarmi alla rete gratuitamente.

Il tragitto procede tranquillo, da un certo punto in poi a binario unico. Dai finestrini vedo passare per circa un’ora e mezza i sobborghi sud di Los Angeles, poi da San Juan Capistrano in poi solo campagna e spiagge, con qualche turista che passeggia, e una miriade di surfisti in acqua che aspettano le onde. Seb e io parliamo di lavoro fitti fitti, un po’ preoccupati dal fatto che da qualche ora la rete mobile degli USA non supporta più il roaming, e quindi nessuno dei nostri telefonini funziona. La sensazione di spaesamento da mancanza di cellulare è estraniante. Per certi versi, il “cell” è il nostro cordone ombelicale, ciò che ci tiene in contatto con gli altri in ogni momento. Esserne privi, pensare di dover dare e prendere appuntamenti inderogabili per non perdersi, è davvero una cosa bizzarra, cui non siamo più abituati.

Alle 19.15, eccoci a San Diego. La città mi accoglie bene, non ci sono ricordi negativi in queste strade ancora praticamente vuote. I colori sono l’arancio, e il bianco, e l’azzurro latte del mare pieno di portaerei e di barche di diporto. E’ la mia quattordicesima San Diego. Ogni volta che lo ripeto o me lo ripeto mi sento davvero un po’ troppo vecchio, e ripenso a quanto sono cambiato io e a quanto è cambiata la città. In 14 anni il centro è stato trasformato, ogni anno c’è un nuovo hotel, un nuovo grattacielo, un nuovo negozio. Stavolta scendiamo all’Omni, un hotel di design che fa parte di una catena coreana, proprio davanti al convention center. Ci danno due camere al 21 piano, e in hotel ritroviamo Tony e Seb, anche loro un po’ spaventati dal black out telefonico, che interessa tutti i gestori di tutti i paesi fuori dagli USA.

Ci accreditiamo alla fiera, e facciamo un primo giro di perlustrazione. Gli stand sono più faraonici che mai, a quello DC ritroviamo Sara, uno degli editor di Panini, con il suo ragazzo Lee (Bermejo) e vari altri italiani.

Rientrando in hotel, vedo Enrico Fornaroli, anche lui qui, e finalmente ritrovo Francesco Meo, che ospiterò nella mia doppia durante tutta la fiera (in America è una cosa possibile, dato che il costo di una singola o una doppia è identico, e ci possono dormire indifferentemente uno o due persone o più). Ceno in un giapponese con Seb, un sushi decisamente buono, e poi crollo in camera, ascoltando un CD di classici di Leonard Cohen appena comprato (e imparando finalmente bene il testo di Famous Blue Raincoat, una delle mie canzoni preferite…).
3-continua

12 luglio 2005

And on the second day...


Il secondo giorno in California inizia dopo una notte di sommovimenti. Solo chi viaggia spesso con tante ore di fuso di differenza conosce l’ansia di andare a letto alle 22.00, esausti, e svegliarsi alle 4.00 di notte sapendo che non si riuscirà a chiudere occhio… fortunatamente, quest’anno sembra che la lotta con il jet lag sia meno impari del solito e pur svegliandomi cinque-sei volte arrivo indenne alle 6 di mattina. Gli appuntamenti del giorno sono due, uno con la Geneon, nostro licenziante in Germania per un paio di grosse serie video, e uno con Creators Syndacate, la società che gestisce le strip di BC, Momma, Andy Capp, Wizard of Id e molte altre ancora. Con me alla guida, rimbalziamo da un capo all’altro di Los Angeles, su un mostruoso SUV a noleggio a bordo del quale in Italia non mi farei vedere nemmeno morto. La visita a Geneon, dalle parti di Long Beach, non ha nulla da segnalare, mentre molto più interessante è l’incontro con Creators, per parlare di progetto iper-top-secret e passare un po’ di tempo a bocca aperta davanti a una spettacolare collezione di originali di autori di strip per quotidiani tipo Johnny Hart, indubbiamente uno dei geni di questo genere. Chiacchierando con gli amici di Creators, mi rendo conto di quanto sia stato imbevuto di cultura della daily strip da trenta e passa anni di letture di LINUS, MAGO ed EUREKA (tre riviste di cui ho collezioni semi-complete lette e rilette in passato fino alla nausea). Per certi versi, comic book americani a parte, sono proprio i Peanuts, Pogo, BC, Doonesbury, Momma, Dick Tracy, Jeff Hawke, Steve Canyon le mie grandissime passioni “classiche”, e una serie di progetti sia in corso sia in preparazione mi stanno permettendo e mi permetteranno di metter mano editorialmente a centinaia di strip di questo tipo.

Nel pomeriggio, finita per oggi la parte lavorativa, mi perdo con Tony in un centro commerciale, in estasi teconologica nel fenomenale Mac Store di The Grove, o a guardare la fila davanti al cinema in cui danno FANTASTIC FOUR (che per ora non vedo: andare al cinema sotto jet lag è una pratica simile alla tortura…). Primi acquisti cartacei, per soddisfare le mie passioni di lettore di gialli: il nuovo romanzo di John Connolly (in assoluto uno dei miei favoriti) e di Patricia Cornwell (che ormai leggo solo per inerzia). E’ uscito anche il nuovo romanzo di un altro idolo personale, Dan Simmons, OLYMPOS, secondo volume del ciclo iniziato con ILIUM, ma costa 26 dollari e in un impeto di tirchieria aspetto di trovarlo con il 30% di sconto da qualche altra parte (sconti del genere sono molto comuni per le nuove uscite, basta avere pazienza).

Alla sera, dopo cena, si unisce a noi Sebastien, il direttore publishing di Panini Francia, reduce da una gita a Montreal… 2- continua

11 luglio 2005

California, here we come...

Eccomi a Los Angeles, prima tappa del mio 14esimo viaggio californiano, in occasione della fiera del fumetto che ogni anno si tiene a San Diego, a un paio d'ore di macchina da qui. Sono con me Simone Airoldi, il direttore mercato di Panini Comics Italia, e Tony Verdini, il Publishing Manager dei nostri fumetti tedeschi.
Viaggio lunghissimo (quasi 11 ore da Parigi a LAX), ma in fondo tranquillo e confortevole, solito giro dalla Avis per prendere la macchina a noleggio, e poi arrivo al Sofitel su Beverly Boulevard, da sempre nostro rifugio losangelegno in occasione di viaggi come questo. Il primo giorno e' sempre cosi': un totale spaesamento per il jet lag di nove ore, un panini ( anzi, per me un burrito) nel centro commerciale davanti all'albergo, poi in camera a cercare di non crollare per il sonno prima delle 22.00, pena l'ingresso nel tunnel senza ritorno del "jet lag" estremo.
Fine del primo giorno. 1/ continua.

08 luglio 2005

Monday thru Thursday

Iniziando il blog non immaginavo potessero esserci periodi così incasinati da non poter riuscire neppure a scrivere due righe... Questa settimana purtroppo è stata invece ingestibile, con una selva di impegni lavorativi e personali accavallati e accatastati in modo tale che mi sono ritrovato a casa a mezzanotte o oltre tutti i giorni in uno stato troppo penoso per poter pensare di accendere il mac e mettermi a scrivere.
Lunedì e martedì sono stati gli ultimi due giorni lavorativi prima di una serie di assenze per lavoro (tra cui la fiera di San Diego) e di ferie, e quindi come sempre mi sono ritrovato sommerso in riunioni, chiamate telefoniche disperate fatte all'ultimo minuto, contratti spediti in extremis etc etc. Se non altro sono riuscito a chiudere tutte le negoziazioni per l'operazione FAZ in Germania (alias la versione teutonica dei CLASSICI DEL FUMETTO realizzata per il Frankfurter Allgemaine) e quelle per le fasi finali di REPUBBLICA SERIE ORO. A questo punto si potrebbe aprire tutto un capitolo di narrazioni sconvenienti sul comportamento tenuto da alcuni dei 45-50 licenzianti che in Italia-Germania- Spagna-Portogallo-Belgio-Francia-Chile ci hanno permesso di pubblicare oltre 150 volumi di CLASSICI... ma si scadrebbe nel patetico o nel gossip editoriale più spinto, e non posso sbilanciarmi. Rimando tutto a dopo il mio pensionamento...

Mercoledì sono stato a Parigi dalla mattina alla sera per una serie di incontri, ma soprattutto per vedere la gente di Antefilm, lo studio di animazione che sta lavorando ai nuovi cartoni dei Fantastici Quattro. A Cannes avevo visto alcuni bozzetti molto interessanti, a Parigi ho visto immagini e ambientazioni da far accapponare la pelle. Una "revisione" radicale dei FQ, molto rispettosa del modello Kirby, con una passione dietro vista poche volte (di certo non capita tutti i giorni di parlare con l'Amministratore Delegato di un'azienda e di discutere della "kirbianità" delle ambientazioni di un cartone animato). La visita a Parigi è stata rattristata dalla notizia arrivata in mattinata che le Olimpiadi sarebbero andate a Londra (una scelta che non mi convince, conoscendo bene la logistica delle due città) e alla sera uno sciopero dei benzinai di Charles de Gaulle (sic) mi ha costretto a un'attesa di quattro ore all'aeroporto e al rientro a casa dopo l'una di notte. 

Giovedì mattina (primo di due giorni di ferie) queste piccole cose mi sono apparse insignificanti davanti all'orrore degli attacchi terroristici a Londra, in posti che ho percorso dozzine e dozzine di volte, nei tantissimi viaggi fatti nella capitale britannica. Tutta la giornata è trascorsa in una allucinante quotidianità, ascoltando alla radio le notizie agghiaccianti che arrivavano mentre mi affaccendavo in varie vicende domestiche, rese tanto più assurde dal contrasto con il "mondo vero" e i suoi orrori.

Adesso inizia il venerdì, ancora una giornata di ferie e di incombenze familiari, per prendere un po' di forse prima della kermesse californiana...

03 luglio 2005

Nello spazio verde


Il week end, esattamente da un anno, significa per me lasciare la casa di Bologna e il lavoro di Modena per rifugiarmi nel verde. Insieme a 5 amici ho preso in affitto una enorme casa colonica, nel mezzo di una tenuta di caccia privata, in uno degli angoli più riposti dell'appennino emiliano, la valle del Sillaro. Per chi non conosce questa zona: la parte sud-est dell'Emilia Romagna è segnata da una serie di valli parallele, che conducono dalla pianura padana alla Toscana. Alcune sono molto turistiche, piene di paesi, agriturismo, ristoranti, fiumi balneabili con tanto di stabilimenti balneari (sic). La valle del Sillaro invece porta da Castel San Pietro al passo della Raticosa, passando per paesi dal nome pittoresco come Sassoleone, Belvedere, Giugnola e Piancaldoli. Prima del giugno 2004 non ci avevo mai messo piede, segno di quanto possa essere misconosciuta, stretta com'è tra le ben più note valli dell'Idice e del Santerno. In tutta la valle, ci sono pochissime case, qualche minuscola frazione, una manciata di ristoranti, un solo distributore di benzina in miniatura. E' una valle disabitata, de-industrializzata, de-turisticizzata. E' quindi silenziosa, spettacolare, bellissima, abitata da una selva di animali. In un anno, ho avvistato una volpe, uno scoiattolo, un caprone selvativo, una MIRIADE di lepri, cinghiali, cerbiatti e daini, poi civette, pernici, fagiani, aironi cinerini, ogni concepibile insetto amico e nemico dell'uomo, per non parlare dei miei animali domestici favoriti (le mucche) presenti ovunque nella loro succulenta e spettacolare versione romagnola. L'aria è sottile, impalbabile, e in pratica sono ormai "drogato" da questa valle, e dalla casa in cui vivo ogni fine settimana del mese, viaggi permettendo, una casa che abbiamo trovato già con il suo nome preconfezionato, e azzeccatissimo... "Bell'isola".
Cosa c'entra tutto questo coi fumetti? Nulla, ma forse avrete capito che in questo blog parlo e parlerò di (quasi) tutto, ed è quindi importante mettere sul piatto non solo cosa leggo e cosa penso dei fumetti, ma anche di alcuni degli scenari in cui ciò avviene... e ovvimente per me Bell'isola è ormai un punto di riferimento per tutte le mie idee, le mie letture e i miei approfondimenti legati al fumetto (complice anche una bella fetta della mia collezione che ho spostato tra queste mura...).

01 luglio 2005

Il Venerdì dei silenzi


I venerdì al lavoro sono sempre più silenziosi. Ogni anno che passa, sempre di meno il venerdì succedono cose importanti, tutto il mondo globalmente aspetta il fine settimana. I giapponesi quando vai al lavoro sono già a letto o a spendersi lo stipendio al bar o al karaoke. Gli americani per default hanno il "casual Friday", che significa non solo andare al lavoro in shorts e hawayana, ma anche e soprattutto guardarsi bene dallo scrivere o dal comunicare in qualsiasi modo. Anche italiani e europei hanno in testa il fin de semana o wochenende o quel che è, e guai fare alcunchè di decisivo o di decisionale.
Oggi venerdì 1° luglio, alla vigilia del 4th of July d'oltreoceano, con l'esodo europeo alle porte, ho goduto di un venerdì surrealmente tranquillo, occupato tutto in una riunione di 8 ore con Sebastien Dallain di Panini France e Walter della mia redazione a parlare di piani e progetti per le nostre attività francesi. Abbiamo da poco lanciato la DC in Francia, e ancora non mi capacito di poter dibattere di come pubblicare SUPERMAN VS FLASH oppure l'ottimo DC NEW FRONTIER. Alla fine della giornata, in A1 verso Bologna, mi aspettavo il finimondo di inizio luglio, invece era tutto vuoto (dopo una settimana di ingorghi quotidiani). Segno che per fare tutti partenze intelligenti, nella fascia stupida per eccellenza del venerdì pomeriggio ci siamo finiti solo noi poveri pendolari e pochi altri... O tempora, o mores....