05 gennaio 2010

Cartoline dal Giappone, 2009


Nikko
Inserito originariamente da Marco40134

Ogni storia inizia e finisce con un viaggio, con un andare da un punto A a un punto B e così facendo trasformarsi, traversare le acque, solcare i cieli, vedere il mondo da sopra le nuvole, sotto un altro cielo. Ecco. Anche quest'anno, prima di Natale, sono andato in Giappone, per incontrare gli editori nipponici di fumetti, che concedono al mio editore i diritti per un centinaio di serie manga. Ma anche questo viaggio è stato un momento di trasformazione, di passaggio. Dal punto A al punto B. Soprattutto se i viaggi sono lunghi, una settimana o oltre, non solo stare lontani, in altri contesti, con altra aria, altro cibo, altra gente, ci cambia inesorabilmente, ma anche quello che abbiamo lasciato si evolve: la sofferenza può aumentare o essere lenita, situazioni emozionali di ogni tipo possono nascere o finire , e si crea quindi la realtà parallela di quello che si fa lontano, a Tokyo o Los Angeles, e a quello che fanno a casa gli altri protagonisti della nostra vita.
E con il fuso di mezzo, l'estraneamento diventa assoluto. Ci si risveglia per salutare l'Italia che va a letto, e quando l'Italia si desta, sono per noi le due o le tre del pomeriggio, con i messaggi che si incrociano e il senso del tempo che si perde.

I momenti del viaggio sono stati per certi versi un replay degli anni passati: incontri di rappresentanza o meno con i vari publisher del sol levante, la discussione di titoli da fare, di promozioni da sviluppare, di formati da decidere (e – credeteci – non sono argomenti accademici se pensate che per un Giapponese l'unico modello di affari in editoria è quello loro, e che ogni nostra versione o adattamento viene vista con sospetto se non con ostilità). Tocca quindi spiegare per ore quali motivazioni ci sono dietro ogni richiesta o idea che viene dalla nostra rutilante redazione, solo per sentirsi dire che "non si può fare" dal momento che quel che non esiste nella terra del sol levante non può esistere altrove...


Ci vorrebbe un mediatore culturale a volte per spiegare che cose che in una libreria di Tokyo sono normali diventano infattibili da noi, e viceversa. Invece non ci tocca questa fortuna e ogni incontro è un sottile mix di frustrazione e di diplomazia, di creatività e adattamento. E' un po come dirigere un'orchestra stando in una cabina del telefono, o correre i cento metri con un cappotto addosso.. Si può fare ma immaginate come sarebbe se i lacci e i lacciuoli fossero tolti e si potesse sbizzarrire la fantasia nella riproposizione e nella promozione dei manga...


A latere del viaggio, per la prima vota dopo molti anni, mi sono fermato un giorno in più per esplorare il Giappone e conoscere la sua anima rurale e antica. Così mi sono ritrovato su una specie di littorina che una stazione alla volta mi ha portato a Nikko, nel cuore delle montagne, dell'antica Edo, tra campi innevati e fiumi gelidi, templi secolari con ogni possibile incarnazione del Buddah, e le tre famose scimmiette che non vedono, non parlano, non sentono. E qui sono restato poche ore, lontanissimo da tutto eppure comunque immerso nel mondo, a percorrere sentieri innevati protetti da schiere di buddah incapucciati, o bagnandomi di notte nelle acque bollenti di un onsen all’aperto, sotto un cielo gelido e pieno di stelle, alla ricerca di una luna che non c’era e non c’è.



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