25 marzo 2009

Non si parla di politica

Non parlo di politica su questo blog, di politica vera, non di temi morali, da quasi un anno. Come molte persone di sinistra, la vittoria schiacciante di Berlusconi l’anno scorso e il fondamentale stallo del PD, sono state un colpo così duro che si fatica a mettere nero su bianco quello che si pensa. Anche con gli amici, con le persone che condividono più o meno le mie idee, è diventato così penoso parlare di politica, che a malapena si fanno degli accenni. Lo sfascio è così profondo, la situazione così grave, che gli uomini e le donne con il cuore a sinistra – scusate se mi permetto di parlare collettivamente – se ne stanno un po’ in campana, accucciati, sentendosi a volte come i passeggeri involontari su di un autobus guidato da un autista mitomane, incosciente, che guida a 200 all’ora su una strada di montagna, a fari spenti nella notte, cantando a squarciagola, mentre noi ce ne stiamo in fondo sulla nostra poltrona a fare gli scongiuri, o far finta di dormire, o guardando fuori un paesaggio lunare sempre più desolato.

E la verità è che non possiamo fare (quasi) nulla. Berlusconi ce lo siamo scelti noi. Collettivamente. Credo profondamente che in una società evoluta ogni persona si scelga il proprio destino, che solo recuperando il senso di responsabilità di ognuno per se stesso si possa ottenere quell’onestà intellettuale e umana indispensabile alla crescita. E allora l’Italia ha scelto Berlusconi. Punto, Si merita un governo catto-fascista, un premier che vuole governare legibus solutus, intoccabile dalla legge, senza nemmeno sentire il parlamento. Legiferando come Santa Sede comanda nelle questioni morali e come Umberto Bossi comanda nelle questioni di immigrazione e federalismo, continuando a distrarre l’opinione pubblica e facendo passare il messaggio letale che dice “L’Italia è messa meglio degli altri paesi. L’Italia supererà la crisi meglio degli altri”. Dominando i media. Zittendo i magistrati.  

Il vecchio detto “Calunnia, calunnia, qualcosa resterà”, diventa “Menti, menti, qualcosa resterà”. E intanto, mentre i fatturati della pubblicità calano ovunque, quelli di Mediaset, rimangono gli stessi, dato che nessuna azienda sana di mente deluderebbe il premier in un momento in cui gli aiuti di stato stanno diventando indispensabili.

Ma, dicevo, innegabilmente Berlusconi ce lo siamo collettivamente scelto, e ce lo meritiamo. Chi non l’ha votato, chi disprezza profondamente lui e il suo modo di fare politica, è in una sorta di shock permanente, soprattutto perché non c’è oggi una opposizione plausibile, anch’essa divisa, priva di progetto, arroccata sul vecchio. Sono stato alla Festa dell’Unità lo scorso settembre. Sono andato allo stand del Partito Democratico per chiedere se potevo tesserarmi. Nessuno ha saputo dirmi come. Devo andare alla sede di quartiere, pare. Se nel XXI secolo, per aderire a un partito, devo fisicamente recarmi nella sua sede, agli orari di apertura prefissati, e non posso farlo online, virtualmente, in tre minuti, significa che siamo ancora legati a un mondo che non esiste, alle sezioni di partito in cui i pensionati giocano a carte il sabato pomeriggio, mentre invece attorno tutto è fluido e vorticoso e i destini si inseguono tra i continenti, sul web e nei cieli, nei mari e nelle strade, e le migliori energie di una generazione rimangono inutilizzate, deviate verso altre direzioni.

Ho quasi 44 anni. Vedo al potere gente ultrasessantenne, ultrasettantenne, che non ha alcuna oggettiva conoscenza del mondo oggi e che pretende di governarlo. Alle mie spalle, vedo una generazione di ventenni trasformati in adolescenti e di trentenni agguerriti che, ironicamente, sgomitano a tal punto che finiranno per sorpassare noi figli degli anni ’60, gli ultimi cresciuti con i due blocchi, con la convention ad excludendum, con la Democrazie Cristiana, le assemblee di istituto, i referendum sul divorzio e sull’aborto, una politica partecipativa in cui credevamo ma che ha finito per autoalimentare solo se stessa e trasformare l’Italia nella più patetica gerontocrazia dell’Occidente.

Ecco, sulle ultime file dell’autobus ci siamo proprio noi, senza diritto ala guida fino al 2013 almeno, in questo stato di disillusione permanente, di shock politico prolungato. E magari preferiamo parlare di viaggi, economia, musica, libri, filosofia, religione, costume. O produrre, creare, immaginare, scrivere. Tutto, pur di sopravvivere nella notte, pur di mantenere viva una speranza, pur piccola, pur microscopica, pur luminosa.



12 commenti:

Andrea Nepoti Goitan ha detto...

Carissimo,
in realtà tu sei un uomo di destra, riconoscilo e ti sentirai molto più libero.
un saluto
Andrea

Enrico ha detto...

Condivido con triste incapacità alla rassegnazione.
Credo che la devastazione compiuta al grido di "panem et circenses" - opportunamente aggiornato a "meno regole per gli intrallazzatori e TV coi reality per gli altri", che la distrazione delle intelligenze dalle reali questioni etiche accendendo puntualmente i riflettori sulla cronaca o su problematiche di morale sessuale (nelle quali è doveroso mostrare il volto del buon padre di famiglia, cattolico e tradizionalista), sia - AL MOMENTO - irreparabile.
Occorre seminare per il futuro, camminare in controtendenza, operare con sottigliezza dove qualcuno sta lavorando d'ascia.
Non so se basterà, ma occorre certamente provarci.

Alfredo ha detto...

Condivido parola per parola, ahimè.
Ti ringrazio per averlo espresso con tanta chiarezza.
Personalmente mi sento come una pietruzza in un torrente in piena che vorrebbe essere almeno uno scoglio contro la corrente.

salvatore ha detto...

hai solo ragione, purtroppo. ti ringrazio anch'io per aver espresso i nostri sentimenti con tanta chiarezza.

Gianfranco "Johnny" ha detto...

Stesso errore o non-errore, il risultato è lo stesso, che si è fatto nel 1977. O dal 1977 in poi.
Se non si trovano nuove forme di comunicazione e penetrazione (lasciamo perdere le facili battute) come quelle che cerchiamo ogni giorno per lavoro per vendere prodotti più o meno interessanti, la situazione di certo non migliorerà.
Abbattersi o accettare una vera o presunta debacle non serve a nulla, solo a giustificarsi.
Chi comanda oggi in Italia non ha fatto altro che applicare le strategie di comunicazione e persuasione che conosciamo benissimo e che condividiamo, volenti o nolenti, quotidianamente.
Non accettiamole passivamente.

:A: ha detto...

Marco, ti ho letto con un certo stupore dato che anche io oggi ho espresso dalle mie parti lo stesso concetto, e ti garantisco, da trentenne, che non vedo la mia situazione molto diversa da come la vedi tu (ovvero: anche se la mia generazione sgomita, non vedo molte possibilità di espressione da parte nostra).
Su una cosa siamo comunque d'accordo: queste persone non devono governare non perchè siano semplicemente "vecchie", ma come dici tu non hanno idea del mondo in cui viviamo.

GiorgioC ha detto...

Purtroppo, non credevo che potesse capitare mai, ma devo citare Fini che ha detto 2 giorni fa:
"Come mai Berlusconi è leader da tanti anni? Perché raccoglie il consenso elettorale. Vuol dire che interpreta il sentimento dei cittadini. Come fa? ci si chiede... È la democrazia".
Interpreta il sentimento "della maggioranza" dei cittadini.

marco ha detto...

Whatever gets you thru the night-

Matteo B. ha detto...

Credo di comprendere il suo discorso. Anch'io provo un profondo senso di disagio di fronte all'attuale quadro politico. Disagio che si aggrava al pensiero che per almeno altri quattro anni la situazione non è destinata a cambiare.
Tuttavia inizio a pensare che forse è il momento per la sinistra di interrogarsi seriamente sul perché del successo personale di Berlusconi e dalla Lega Nord. Continuo a non comprendere perché, ad esempio, la classe operaia al nord abbia preferito la Lega e il PdL. Dire che sono stati incantati dagli slogan di Berlusconi mi pare troppo semplicistico. Ripetere che alla base del successo di Berlusconi c'è soprattutto il conflitto di interessi mi pare altrettanto riduttivo. Insomma se gli Italiani hanno votato e rivotato per Silvio ci dovranno essere delle motivazioni ben più profonde. La gente sa bene del conflitto di interessi e dell'uso personalistico della politica, ma non pare interessarsene, lo vota.
E poi l'elettorato non di sinistra, gli altri da noi, che idea si devono essere fatti della sinistra? La vedono come una forza politica moderna o, come temo, vedono in essa soprattutto una serie di leader inamovibili con un piede nel passato? Personalmente trovo assolutamente sconveniente che la sinistra cambi periodicamente nome e simbolo senza mai un vero ricambio al vertice. E' possibile che la più parte dei leader della principale forza di sinistra provenga dal partito comunista a vent'anni dal crollo del comunismo? Senza per altro che il PD riesca a confluire nel PSE, per non inquietare la componente cattolica.
Insomma a me pare tanto che la sinistra riformista sia veramente minoritaria e che la prevalente sinistra retrograda non sappia più parlare alla gente. Questi quattro anni potrebbero essere una buona occasione per spingere forte sul pedale del riformismo (dio lo volesse!), ma temo che ci ripresenteremo alle elezioni del 2013 ben carichi di antiberlusconismo, di giustizialismo, di moralismo, di grillismo, di girotondismo, di sabinaguzzantismo. E un leader chiaramente impresentabile tipo Fassino o Bersani. E poi di nuovo a dar la colpa alle televisioni, al conflitto di interessi, al piove governo ladro!

Roberto ha detto...

Buongiorno,
al di là dei molteplici commenti che si potrebbero fare su questo intervento, quello che non riesco proprio a capire è questo Suo ostinarsi a identificare la sinistra con il Partito Democratico e i suoi patetici leader. Posto che oggi la sinistra è difficile trovarla proprio nella società, ma di sicuro il marcio e la mancanza dei valori del PD e di gentaglia come Franceschini e Veltroni non rappresentano nulla di anche solo vagamente alternativo al banditismo e al degrado morale del Berlusconismo, che oggi è specchio della società italiana. Non possono essere alternativi perchè non pongono in discussione quello che è alla base del degrado e cioè il capitalismo nella sua struttura portante. Non funziona, forse non ha mai funzionato, ma di sicuro non funziona più oggi. E' finito e questi qua non lo dicono perchè non hanno una società alternativa da proporre, e perchè da privilegiati, hanno paura che questo tipo di società finisca. Se non altro Berlusconi è meno ipocrita e grazie alla sua arroganza sbatte i suoi (dis)valori in faccia ad un popolo che lo invidia, lo ama, lo segue. Perchè è uguale a lui.
saluti
R.

Rocco ha detto...

Se fosse stato reale il tuo interesse al tesseramento avresti visitato il sito
http://www.partitodemocratico.it/ . Nell'home page c'è un link grande e grosso TESSERAMENTO ONLINE
Smettiamola di "parlare SOLO di viaggi, economia, musica, libri, filosofia, religione, costume" di piangerci addosso, di compiacerci delle belle cose che scriviamo. Il successo di QUELLO è anche colpa tua, nostra...

dopobarba ha detto...

Mi verrebbe voglia di dire che per gente come voi, che invece di usare la propria testa ha preferito aderire agli slogan di moda, quelli che uniscono ai più, quelli che ci fanno sentire dalla parte giusta con facilità, senza troppi impegni. Per tutti arriva sempre il momento in cui la realtà si fa avanti. Per un clericale reazionario, suddito del Vaticano come me, quando voi saccheggiavate le idee, vi arroccavate nel ruolo dei sapienti, quando voi spavaldi facevate quel che volevate perchè dovevate realizzare il paradiso in terra, io ne soffrivo, vedevo (vedo) le cose in cui credevo, calpestate e sbeffeggiate da vandali trasformati in sapientiti dal potere che li utilizzava. Avete oltraggiato tutto quello che si poteva oltraggiare. Avete messo nei simboli dei vostri obbiettivi la distruzione dei valori degli altri, perchè erano la zavorra al vostro mondo e ci avete trascinati nel niente. Avete sbagliato sempre ma avete voluto insegnare tutto. Ho visto tutte le cose in cui credevo venire aggredite dagli insulti, vedevo il buon senso (quello che non è nè di qui nè di là) definito immondizia tra i canti e trionfi degli sbandieratori. Tutto questo mi verrebbe voglia di dirlo, ma a cosa serve? rispetto il tuo smarrimento perchè è stato il mio, quando tu sedevi ai primi posti del pulman . Non ha importanza Berlusconi o Berlinguer se gli hai dato la tua testa perchè ti portassero da qualche parte. Puoi salire sul loro pulman ma la testa la devi conservare per poter parlare anche con me. Io ho fatto del mio meglio e riesco a parlare con te, a capirti e anche a compatire (patire con). Non provo nessun piacere vendicativo nel tuo smarrimento perchè in esso finalmente trovo una possibilità per parlarti, il che significa, simbolicamente, che solo mettendoti in crisi maturi rinunciando a quella struttura mentale alla quale ti affidavi, per non metterti in discussione. A 44 anni fortunatamente la crisi rinnova, significa che non si è morti dentro. Che Dio ti benedica, o, se Dio non ti piace, che la fortuna ti assista.