16 maggio 2009

Peppino

Il fumetto di "non fiction", quello giornalistico, ha trovato negli ultimi anni una casa tutta sua in Italia, l'editore Becco Giallo, piccola realtà produttiva del Veneto che si è specializzata in un formato/concept tutto suo: volumetti in bianco e nero di 112-144 pagine, dedicati alla biografia di persone famose o famigerate, o alla narrazione a fumetti di fatti di cronaca. Spesso si tratta di libri dalla grafica di copertina scarna, dalla narrazione dolorosa e schematica, intrisa della difficoltà dell'adattare al fumetto la narrazione di un evento, di un delitto, di uno degli orrori della storia contemporanea, permeato di dolore, di ineluttabilità, e quindi facile a cadere nel didattico o nel didascalico.
Il volume appena uscito, Peppino Impastato, di Rizzo e Bonaccorso, fin dalla copertina, elaborata, illustrata, colorata, vuole forse segnalare uno stacco dalla tradizione della casa editrice, e all'interno la storia del giornalista ucciso dalla Mafia si consuma in un toccante lirismo: rimane protesa tra il passato e il presente, altalenante su diversi piani temporali, uniti da un lirismo struggente, sia nel ricordare la vis polemica e creativa di Impastato, sia nel descriverne senza pudori il martirio, l'insabbiamento della giustizia, lo strazio della famiglia.
Rizzo si dimostra autore sensibile e disposto a mettersi in gioco, e i disegni di Bonaccorso, a volte minimalisti a volte aperte in suggestive "splash page" che donano ritmo al volume, sono decisamente un punto di forza.
Per chi ama il fumetto verità, o vuole scoprirlo, è sicuramente da acquistare.



1 commento:

Marco ha detto...

Felice che ti sia piaciuto e che ti abbia emozionato.
Infinitamente grazie per queste belle parole, Marco :)