07 aprile 2010

Nelle tue mani


La violenza dell'orco avviene in tre fasi.

Prima c'è l'abuso, la violenza. Il corpo violato. L'intimità violata. Un confine oltrepassato. Lo strazio dell'innocenza, della fiducia. La nascita della vergogna di sé, di una vergogna che non avrà confine.

Poi la seconda violenza, il silenzio imposto, dall'orco o dalla vergogna di cui sopra, o spesso il ricatto, la bugia, l'intimidazione. 

Quindi, se si trova la voce per dire "io", per dire "no", una terza violenza, quella della copertura, dell'impunità, dell'omertà sociale, delle pastoie legali, di una giustizia che o non ci sarà, o sarà tardiva, o ancora peggio, lascerà gli orchi, i boia, i carnefici, liberi di commettere altre violenze, di spezzare altre vite, di perpetuare il ciclo dell'orrore, dell'impunità.

L'orco può essere uno sconosciuto, ma più spesso è un familiare, un amico di famiglia, un insegnante. O, come sottolineato in un vortice in crescendo, da qualche mese a questa parte, un sacerdote. Un prete. Il detentore del maggior rapporto di fiducia ipotizzabile, quello tra l'uomo e dio, tra un bambino o una bambina e Dio. Dio padre. La giustizia assoluta. L'amore assoluto. Quindi, terribilmente, tremendamente, una violenza paragonabile per impatto solo all'incesto.

E se l'orco non è l'uomo nero nascosto dietro le siepi ai giardinetti, ma colui che dovrebbe guidare, proteggere, aiutare, consolare, la domanda da porsi è: da che parte vogliamo stare?
Dalla parte degli inermi, dei deboli, delle vite straziate, spezzate, delle innocenze che mai più saranno tali? O dalla parte degli orchi? Dei boia? Dei carnefici? Di coloro che abusano del rapporto di assoluta fiducia per commettere crimini di cui Gesù Cristo stesso disse: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare."

Perché - mi dispiace - non c'è via di mezzo. 
O si sta con le vittime o si sta con il carnefice. O con le vite spezzate o dalla parte di coloro che le spezzano.

Da che parte sta il ministro Alfano, che indice un'ispezione governativa contro un giudice "reo" di investigare su casi di clero e pedofilia? 
Da che parte sta la curia di Bologna, che invece di sospendere Don Andrea Agostini, condannato a sei anni di reclusione per abuso su minori, lo trasferisce al Santuario di San Luca, simbolo della mia città?
Da che parte stanno coloro che minimizzano? Coloro che invece di accertare la verità erigono barriere, steccati? Coloro che hanno taciuto, insabbiato, decine di casi (ma anche se fosse stato UN solo caso, sarebbe stato meno grave? sarebbe stata una complicità più "lieve" con l'orco?).

Da che parte stanno coloro che reputano la pedofilia un peccato perdonabile in confessione, a differenza di peccati che necessitano di salvacondotti speciali come l'aborto?

Quando sento levarsi gli scudi acriticamente in "preventiva" difesa delle gerarchie cattoliche, penso che non si tratta di fare delle crociate, e che nessuno può condannare ipso facto un'organizzazione come la chiesa cattolica che aiuta, assiste, accudisce, con dedizione, fede e generosità milioni di persone su questa terra. Ma credo anche che arroccarsi non servirà a nulla. Che non servirà a nulla paragonare questa ondata di rivelazioni mediatiche a una "crociata contro il cattolicesimo" o come stoltamente dicono alcuni, all'olocausto.
Non è in atto una campagna per "criminalizzare" la Chiesa. E' in atto una campagna per la giustizia. E nemmeno le gerarchie vaticane potranno sottrarsi alla giustizia degli uomini, alla giustizia di coloro che stanno dalla parte degli innocenti. Contro gli orchi, e contro coloro che hanno permesso agli orchi di esercitare per anni, per decenni, i loro crimini.

Finché l'ultimo prete pedofilo non sarà stato consegnato alla giustizia, e insieme a lui tutti coloro che negli anni lo hanno coperto o nascosto, che finché tutti i nomi e i cognomi e i crimini non saranno resi pubblici, in tutto il mondo, non ci sarà pace. Non ci sarà giustizia. Non ci sarà redenzione o rinascita possibile.

Forse decenni fa sarebbe stato possibile coprire tutto, nascondere tutto, ma oggi, in cui ogni evento riecheggia istantaneamente a ogni angolo del globo, ogni grido spezzato, ogni accusa, ogni lamento che un tempo sarebbe stato coperto e insabbiato, percorre i continenti alla velocità della luce, e rivela quello che per troppo tempo è rimasto sepolto dal silenzio e dalla vergogna.

(per la foto si ringrazia Floberth)





1 commento:

Luca ha detto...

Bravo, Marco! Hai scritto parole di grandissima semplicità e buon senso. Le condivido completamente.