22 agosto 2005

Scirocco, mambo e maree


Se dio vuole le meduse sono sparite (se è solo per qualche giorno o definitivamente, non si sa) e fare il bagno è diventato un piacere senza riserva. Ha persino piovuto per qualche ora, cosa che non succede mai in Andalusia da maggio a ottobre. Segno che il mondo sta per finire, o che le stagioni non sono più quelle di una volta (ma leggo che in Italia siete messi peggio e che in pratica il maltempo impera su tutta la Penisola).
Ho letto Scirocco, di Girolamo De Michele, edito dall'Einaudi. E' il secondo libro di GDM dopo Tre Uomini Paradossali, e me lo sono goduto enormemente, anche perché l'autore è un vecchio amico del sottoscritto, e benché siano passati una quindicina d'anni dalle nostre mediamente intense frequentazioni universitarie e post-universitarie, ho ritrovato nel suo libro una quantità di spunti-dettagli-sottigliezze, che hanno riportato alla luce ricordi di una stagione amicale ora perduta, ma importante. Girolamo alias Giro (che oggi fa il professore di Filosofia a Ferrara) è una delle persone più colte e intellettualmente stimolanti che ho conosciuto di persona (quelle di cui uno è sempre un po' in soggezione, a dire il vero), e leggendo le 500 pagine del suo romanzo ho come fatto un'immersione nell'oceano dei suoi interessi e della sua visione del mondo, aggiornato a 15 anni dopo la nostra frequentazione. Riassumere la storia è limitativo, ma ci provo... Bologna, 1998. Ci sono tre amici di vecchia data, un detective, un poliziotto, un carcerato. Una serie di eventi misteriosi a Bologna e non solo fa collidere di nuovo le loro esistenze, e insieme ad amici e alleati vecchi e nuovi il trio cercherà di fermare una tentacolare trama che affonda le sue radici nella Seconda Guerra Mondiale e arriva fino al Kossovo, passando per le stragi, il terrorismo, Gelli, la P2, persino il delitto Moro in un breve ma potente passaggio. Il tutto è narrato con una scrittura ritmica, a volte a singulti, altra liscia come il riff di una canzone, con una molteplicità di voci e punti di vista, con la macchina "da presa" di Giro che vorticosamente passa dal passato al presente al futuro, dall'aldiquà all'aldilà, da un capo all'altro dell'Italia e dell'Europa. Per i lettori bolognesi e tarantini sarà una lettura particolarmente piacevole, per l'ambientazione dettagliata e piena d'amore, e le citazioni di Eisner, Gaiman e Miller convincerà anche gli appassionati di comics. Qualche pecca l'ho trovata anche io, a volte la scrittura è altissima e sublime, altre sembra la sceneggiatura di una telenovela o di un docudrama sui giovani d'oggi, in certi punti Giro si perde in descrizioni turistiche e culinarie più da guida del Gambero Rosso che da romanzo (splendida ma un po' fuori luogo la descrizione di come si mangiano e cucinano le cozze a Taranto). Nel complesso, lo raccomando.

Raccomando anche un film che ho visto in DVD dopo averlo registrato da Ski: Mambo Italiano, un film canadese su una famiglia di Italiani di Montreal sconvolta dal coming out del loro adorato figlio Angelo. Avevo poche aspettative, invece è un film molto, molto divertente, ben scritto, originale, con uno spettacolare styling delle scene, da vedere assolutamente.
Ho visto in DVD anche L'Uomo Senza Sonno, che credo sia un film spagnolo girato in USA, con un Christian Bale bravissimo e scheletrico, doppiato qui mille volte meglio che in Batman. La storia non l'ho trovata originalissima, fa' un po' il verso a Mulholland Drive ma senza la visionarietà di Lynch nella soluzione narrativa. Invece fotografia, scenografia, recitazione, sono tutte "top notch".

Infine, mentre si avvicina la fine della vacanza, inizio a rientrare nella mentalità del lavoro. Mi sorprendo a pensare alle varie cose che mi aspettano al rientro, e nei sogni mi sciroppo varie riunioni di lavoro e discussioni varie. E' come se il lavoro fosse una cosa dentro di me così gigantesca che anche se per qualche giorno riesco a non pensarci, poi mi torna a salire dentro, prima nell'inconscio dei sogni e poi nella lucidità della veglia, come una marea della mente che prima lambisce il bagnasciuga e poi dilaga su tutta la spiaggia. Non so se farmi venire i brividi o pensare che in fondo questo è il lavoro che faccio da 20 anni e che amo follemente, e che quindi come tutti gli amori non si può dimenticare neppure davanti a un piatto di paella o al Mediterraneo color acciaio sotto le nuvole.

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