12 marzo 2007

Cose sentite


l'attesa
Originally uploaded by francesco.cordio.
Sono usciti i nuovi CD di alcuni dei miei artisti preferiti, e me li sono comprati in tempo reale: Daniele Silvestri, Faithless, Jay Jay Johanson, Air.

In tutti e 4 i casi si tratta di gruppi o solisti che apprezzo a tal punto di comprare ogni loro nuovo disco a scatola chiusa, senza leggere recensioni o preascoltarli (il che mi fa sembrare un dinosauro o un folle, considerate le modalità di fruizione –ehm- della musica oggi).
Mi sono tutti piaciuti, con qualche distinguo.

Pocket Simphony, degli Air, sembra più strumentale e meno innovativo dei CD precedenti, anche se conferma la maestria del gruppo francese.

To all new arrivals dei Faithless è ottimo, anche se un pelino inferiore all’ipnotico No roots, o come dicono alcuni, un pochino più “subtle”.

JJ Johanson, che forse non tutti conoscono, è un giovane ed esile “crooner” svedese, che canta una fusione di jazz vecchio stile ed elettronica, con testi molto malinconici. Quest’album è un po’ un ritorno alle origini, decisamente superiore ai precedenti, e vi consiglio la mia canzone preferita, Tell me when the party is over, che è un po’ un’apoteosi di “romanticismo negazionista”.

Un discorso a parte merita Daniele Silvestri. Non credo di avervene parlato mai, ma sono un fan sfegatato dell’autore di Salirò, una di quelle passioni irrazionali che si addirebbero più a un sedicenne che a un quarantenne. Il suo Uno Due, uscito nel 2002, l’ho ascoltato fino alla nausea, è uno di quegli album in cui ogni canzone ha una storia e vive nelle storie di chi l’ascolta. L’album del 2007 è a un gradino più in basso, almeno dopo i primi 10 ascolti, ma Il suo nome, Gino e l’alfetta, Mi ricordi il mare, sono nella migliore tradizione silvestriana, e svettano sul resto. Insomma, un bel disco, ma sono tutto tranne che imparziale.

5 commenti:

Jacopo Camagni ha detto...

Devo dire che non mi capita spesso di sognare amici, ma sta notte è successo. Colpa del 38e1/2 di febbre che accomuna me e la mia dolce metà? Sta di fatto che ti ho sognato; in un sogno delirante che pare appena partorito dalla mente malata di Joe R. Lansdale, un delirio fatto di doppi film in sale vuote con cassiere anni 50 che regalano pipette da marijuana simili ad ocarine di Budrio, chiacchiere in cucine fatiscenti strapiene di vasi Bormioli vuoti e grossi insettoni rossi in stile "il pasto nudo", un paio di risate fuoriluogo al cospetto di gente nuda, un ex amante di entrambi preso di pacca da "misteryous skin" che vive in una villa iper lussuosa super futuristica ai confini di un'autostrada in un mondo virato al giallo/blupetrolio, che tutti e tre sapevamo essere il posto più inquinato del pianeta, ma al tempo stesso affascinante, e una serie di librerie con vani sagomati all' uopo per un solo oggetto... mi sa che vado a prendermi un'altra tachipirina e cerco di farmi scendere sta febbre, altrimenti Freddy Krueger sembrerà la dolce nonnina in confronto a quanto potrei sognare di nuovo eheheh

Un bacio da dietro i vetri della quarantena
JeM

S3Keno ha detto...

Beh, il nuovo album di Silvestri (che pure io comprato a scatola chiusa, come sempre) lo trovo davvero molto bello e molto sincero (nel senso che il caro Daniele è uno che prende spesso per il culo, ma che non bluffa mai); pezzi come "Sulle rive dell'Arrone" e "A me ricordi il mare" (con Bove degli OttoOhm) sono veramente momenti da grande autore...

Come vedi, non mi spacco solo ri rap!!! ;)

Fabio ha detto...

A me Silvestri piace da morire dal primo disco, che comprai per 'il flamenco della doccia' ma soprattutto perchè ci suonavano su Faso e Cesareo degli Elii.

Da allora non mi perdo un suo disco.

Il suo capolavoro però è 'il dado', a mio parere. Strumentalmente non divino ma con momenti di lirìsmo (è una parola?) assoluto tra l'ode agli stitici e 'Samantha', poi 'Cohiba'...

Fabrizio ha detto...

Resa incondizionata a Daniele Silvestri! Ma che cavolo ci faceva Al Bano al posto suo nella classifica di San Remo?

Saluti

Fab

Davide ha detto...

grande gioia e tripudio nel leggere dell'affetto e dell'attenzione dedicati a daniele silvestri
ho come l'impressione che molti di noi l'abbiamo coltivata come passiuncella solitaria, nella certezza (speranza) che nessun'altro lo conoscesse.
Poi, dopo salirò, si è vista salire troppa gente sul carro del vincitore (morale di sanremo) come da italica abitudine (nel pieno di calciopoli "Nazionale: via Lippi!" poi si vince il mondiale e basta aggiungere una consonante "Nazionale: viVa Lippi!")...

Ora, dopo anni sabbatici, il buon Daniele ritorna a fare le sue musiche (ho visto lo spettacolo Tango - sui desaparecidos argentini- con le sue musiche originali; prima di lei è parte di una colonna sonora), le sue canzoni di paraculaggine (che bella faccia, eh!), le sue canzoni scatologiche (sogno-B come love is in the air), le sue filastrocche pseudo techno (s-con dario era eccezionale),le sue dichiarazioni d'amore, i suoi divertissement (la paranza come salirò), il suo impegno anche nel sociale e il suo andare a braccetto con la musica sudamericana (vedi inti illimani)

sì, confermo, si deve comprare a scatola chiusa. sono sempre combattutto fra lo sperare (per il bene dei suoi figli) che abbia successo e venda tanti dischi e lo sperare che sia sempre di nicchia

In modo che ci si possa (noi silenti appassionati trasversali -colpisce sia stefano piccoli che marco lupoi...) deliziare quasi onanisticamente ogni volta che decide di tirar fuori qualcosa



Davide
ps. "che bella faccia" ballata deandreiana?