
Week end molto tranquillo e allo stesso tempo movimentato quanto basta. Venerdì pomeriggio sono andato a Milano per un appuntamento di lavoro, uno di quelli che possono essere forieri di progetti fantastici oppure dei totali buchi nell'acqua. Purtroppo per ora non saprò mai di cosa si trattava, dal momento che un gigantesco ingorgo al casello di Milano mi ha fatto arrivare con due ore di ritardo e annullare il meeting. Almeno sono riuscito a cenare da una famiglia di amici di Bologna, ormai milanesi da un paio d'anni. Chiacchiere fino a notte fonda, e al mattino colazione e breve giro per la città. Ho comprato in una fornitissima edicola un cofanetto DVD che aspettavo da tempo, Tutto Bozzetto (o quasi), con dentro i film d'animazione che hanno segnato la mia infanzia e il mio immaginario più di qualsiasi film Disney (da dove pensate che venga la mia passione per i super eroi se non da Vip, mio fratello superuomo?)

I più hot, i miei preferiti (DD, Cap, FF, New Avengers, Ms Marvel) me li ero divorati in Slovenia la scorsa settimana, mentre stavolta sono andato in fondo su tutto il resto, in ordine sparso. La cosa che più mi ha colpito sono stati i numeri 9-12 della seconda serie di RUNAWAYS. Davvero mozzafiato, con disegni... perfetti, praticamente, e una sceneggiatura da applauso. Mi ha così colpito che ho scritto la presentazione di un prossimo numero di UOMO RAGNO dedicandola tutta a RUNAWAYS. Ve la anticipo per vostro diletto...
Ci sono serie Marvel che è molto facile valutare. Uno legge NEW AVENGERS o ULTIMATE FANTASTIC FOUR e capisce subito che si tratta di collane forti, coinvolgenti, adatte a un ampio pubblico. Oppure vede 1962 o SHANNA, e per motivi diversi colloca immediatamente queste miniserie nell’olimpo del fumetto USA di alto livello, anche se privo di personaggi noti alle masse, e quindi destinato in maniera naturale a prestigiosi volumi per libreria. Il caso di RUNAWAYS (“i ragazzi scappati di casa”) è decisamente a parte, e sfugge a questa categorizzazione. La serie è nata in America nel 2003, nel periodo finale della gestione come presidente di Bill Jemas, e doveva essere una delle tante collane della divisione Tsunami, fumetti nuovi per un nuovo pubblico, con un ammiccamento alle sensibilità dei manga e un target di ragazzini dai 14 ai 18 anni. Dentro Tsunami c’era invero un po’ di tutto, soprattutto nuove serie dedicate al rilancio di eroi storici, da HUMAN TORCH a MYSTICA, da EMMA FROST a NUOVI MUTANTI, da VENOM a NAMOR, per finire con INUMANI, ma anche concetti del tutto nuovi come SENTINEL e – appunto - RUNAWAYS. A questo punto entriamo nella categoria esistenziale dell’ “ironia della sorte”: le collane Tsunami dedicate a eroi noti falliscono tutte (salvo NEW MUTANTS), chi in 12 chi in 18 mesi, mentre quelle nuove continuano entrambe: SENTINEL in America si è vista dedicare una miniserie quest’anno, mentre il vero caso è RUNAWAYS. Osannato dalla critica, ristampato prima in tre albi pocket destinati ai più giovani e poi in un gigantesco cartonato, è ancora oggi protagonista di una serie regolare (la seconda, dopo una prima durata 18 mesi) e ogni numero che esce è una gioia per la mente e per gli occhi. I Runaways sono dei giovanissimi abitanti di Los Angeles che hanno in comune una peculiarità: i loro genitori sono supercriminali. E non parlo di cattivi da vaudeville come Boomerang o Stilt-Man: sono zar del crimine, assassini, così temuti dal resto della malavita che detengono il controllo assoluto sulla Costa Ovest. I loro figli, all’inizio, ignorano la vera identità dei genitori, da cui hanno ereditato super-abilità di diverso tipo, ma quando scoprono di essere figli di malavitosi decidono di… scappare di casa e di opporsi ai loro papà e alle loro mamme. Partendo da queste premesse, la serie si dipana con un colpo di scena dopo l’altro, con sviluppi continui, e una sceneggiatura (firmata dalla neo superstar Brian K. Vaughan) da lasciare a bocca spalancata: dialoghi imprevedibili e situazioni inattese, per una collana che si colloca volutamente ai confini dell’universo Marvel tradizionale (ma nella seconda serie USA iniziano ad apparire anche volti conosciuti, come Cloak & Dagger e i Nuovi Vendicatori). I disegni poi sono uno dei punti di forza. Adrian Alphona è un nuovo talento che miscela la tradizione dei comics con un tratto manga irresistibile. Mi è capitato di leggere e rileggere certi numeri, osservando le tavole più volte, e l’incredibile ricchezza di dettagli e di trama visuale mi hanno colpito moltissimo.
Ora, tornando alla distinzione iniziale, RUNAWAYS non cade purtroppo in nessuna delle due principali categorie di cui sopra. Forse è per questo che è rimasta nel cassetto tutto questo tempo, nonostante fin dall’inizio avessi pensato che meritava una degna collocazione (magari come appendice de L’UOMO RAGNO…). Adesso, finalmente, osiamo toglierla dalla naftalina, per proporvela in libreria, nella collana 100% MARVEL. Dieci euro per il primo arco narrativo, 144 pagine di pura beatitudine fumettistica, di personaggi che vi coinvolgeranno e vi faranno venire voglia di continuare a leggere le loro storie. Se vi fidate di me, questo è un volume da non perdere assolutamente.