12 settembre 2006

In the beginning - 5 di ?


Negli anni delle medie un altro cambiamento per certi versi epocale: inizia la mia ossessione per la lingua inglese, motivata in maniera non indifferente dalla speranza di poterla usare per leggere i miei amati fumetti in edizione originale. In prima media mi procuro una decina di libri di testo di inglese per le medie e me li divoro, studiandomeli da solo. In seconda media so già scrivere in inglese "basico", conservo ancora un "diario delle vacanze" scritto in quella lingua con monotona e ingenua insistenza. Mi iscrivo al British Council di Piazza Santo Stefano (un'istituzione purtroppo cancellata dai decenni e dall'indifferenza di una città un po' "morta dentro" come Bologna), e inizio a portarmi a casa i libri del dottor Doolittle in inglese, che mi leggo uno per uno con il vocabolario a fianco.

Alla fine della seconda mio padre mi organizza una vacanza studio con la SIS (ora la EF) a Worthing, in Inghilterra. Sono il più piccolo del gruppo, ma siccome sono molto alto e sembro più grande riesco a integrarmi senza problemi, e giro da solo per la città in lungo e in largo a ogni ora (penso che oggi a nessun tredicenne sarebbe concessa una cosa del genere). Durante le visite a Londra, mi svicolo dal gruppo senza permesso e me ne vado in giro a piedi e in metropolitana, alla ricerca - ovviamente - di fumetti Marvel americani. Non li trovo, a dire il vero, ma mi accontento delle gigantesche ristampe settimanali in bianco e nero edite dalla Marvel UK (ricordo ancora STAR WARS con STARLORD di Infantino in appendice, o HULK con dentro RAMPAGING HULK anch'esso in bianco e nero).
Compro anche, svenandomi, A HISTORY OF COMICS BOOKS IN AMERICA, di Les Daniels, uno dei primi libri di analisi storica e sociologica del fumetto USA, che ancora oggi è per me uno dei "testi sacri" sulla Nona Arte.
Gli unici albi USA che trovo sono alcune serie secondarie DC, che mi sbafo senza pensarci due volte, tipo GREEN LANTERN/GREEN ARROW e la JUSTICE SOCIETY. Abituato alle pubblicazioni irregolari DC in Italia, non capisco un'acca di Terra Due o delle vicende di Freccia Verde, ma sono moderatamente colpito.
Alla fine della terza media, a pochi giorni dagli esami, la rivelazione: nel negozio di fumetti di via Lame, gestito da una coppia di anziani signori pugliesi e - a volte - dal figlio Alessandro, si vendono fumetti Marvel in originale, a prezzi proibitivi ovviamente. Ne compro tre, tra mille sacrifici, a memoria direi un X-MEN di Byrne, un AVENGERS anch'esso di Byrne e un MARVEL TWO IN ONE di Byrne (si capisce chi era il mio autore preferito, e perché al momento dovuto mi ingegnai per proporre in italiano quantità industriali di materale del disegnatore canadese).
E' l'inizio di una storia d'amore, quella con i fumetti USA, da me ribattezzati "gli albetti", che si consoliderà negli anni del ginnasio....

1 commento:

Giacomo Brunoro ha detto...

certo che esordire con byrne è stato davvero un bel lusso...