- giovedì mattina inizio ad avere i sintomi della classica "malattia di Francoforte". In pratica, il corpo è così stremato che vorrebbe dire alla testa "basta" e andarsene in tilt. Basta però un'aspirina e mi riprendo subito. Ci sono colleghi che per default prendono un'aspirina ogni mattina dopo colazione, e mi rendo conto che forse non è una tattica da sottovalutare. Salute a parte, giovedì è la giornata giapponese. In pratica, passo in rassegna uno dopo l'altro tutti i nostri licensors nipponici. Titoli ce ne sono tanti, anche se mancano forse un po' quelli "adulti" che da sempre sono il pezzo forte di Panini, quei Berserk, Blame, L'Immortale, Gantz, Akira che costituiscono il forte fascino di Planet Manga per i lettori maggiorenni e non solo. Per fortuna ci sono tanti shojo nuovi e interessanti, per la gioia delle nostre lettrici, e con un po' di fortuna contiamo che la seconda metà del 2006 sia interessante come i mesi attuali per tutte le appassionati del genere "rosa" o, come preferisco io, "rosa dolce-amaro".
Nel pomeriggio iniziano le partenze. Chi ha già fatto i meeting più importanti torna a casa, e resta solo un gruppetto di Panini Comics, io, Walter, Andrea, Sebastien, Montse e Marco R. Finisco la giornata da Wormland, un negozio di abbigliamento da uomo accanto a Hauptwache, dove da anni mi rifornisco di camicie e pullover. Questa mia scelta suscita spesso incredulità, ma la verità è che in Italia raramente ho tempo per andare a fare shopping. Mi riesce più facile trovare un'ora per fare acquisti a Barcellona, Londra, Francoforte o New York che a Modena o a Bologna, dove il lavoro mi fagocita durante gli orari di apertura (e dove il sabato ormai da un anno e passa me ne vado in campagna lontano da ogni tentazione consumistica). Non dimentichiamo inoltre che ormai l'Italia è più cara di quasi qualsiasi altro paese. Una camicia Boss in Germania mi costa 64.90 euro, e se avessi tempo potrei acquistare un abito Boss attorno ai 300. Un paio di scarpe da abito Kenneth Cole a New York costano 160 dollari...alias 133 euro... e la lista potrebbe essere infinita. Purtroppo quest'anno ho solo una mezz'ora di tempo e mi compro due camicie, una grigio asfalto e una marrone cangiante, veramente molto belle.
Per cena ci dividiamo in due gruppi. Alcuni vanno a mangiare la carne cotta sulla pietra ollare, una delle esperienze più caotiche e rumorose possibili qua a Francoforte. Io, Walter, Andrea e Montse siamo a caccia di tranquillità e ci dirigiamo invece verso una tranquilla e ottima kneipe in pieno centro, dove scopriamo che un piatto gigantesco di carne nella città più cara della Germania costa 8 euro (da noi a malapena ci si fa una pasta o un antipasto). Alle 22.00 siamo in albergo, stanchi, esausti e senza voce. Ma ormai il peggio è alle nostre spalle...
- venerdì ci sono gli incontri più "sfiziosi", tipo la Rainbow di Winx, i francesi, qualche americano, un italiano cui cui potrebbe scapparci una collaborazione inattesa e interessantissima per il pubblico dei più piccini. Riesco persino a ritagliarmi una mezz'ora libera, la prima volta negli ultimi sei-sette anni. Mi basta a malapena per visitare due corsie del padiglione dei libri d'arte, e mi rendo conto di quanto sia interessante questa fiera, al di là degli aspetti di business che mi assorbono totalmente. Mi compro anche un souvenir, un mega poster con la classificazione di tutti i pesci di acqua salata, tipo quelli che si vedono nelle pescherie, da sempre un mio pallino.
Alle 17.00, prendiamo un autobus noleggiato da Panini, e ci dirigiamo verso l'aeroporto di Hahn, dove ci attende il volo Ryanair Hahn-Forlì. Costo del biglietto: 0,01 euro + tasse aeroportuali. Il volo è impeccabile, all'arrivo Andrea mi accompagna a casa in auto. Nel tragitto, ambedue ricordiamo le nostre prime volte a Francoforte, l'inesperienza dei primi appuntamenti, il mio con la DC, cercando inutilmente di prendere i diritti DC per la Star Comics, il suo con Dupuis. Alle 22.30 sono a casa, sotto la doccia, con addosso l'ammasso di stanchezza accumulata in questi sei giorni, e che dovrò assolutamente cercare di smaltire nel fine settimana.
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