30 ottobre 2005

La teoria di Lucca


Lucca non è bella: è bellissima. E' dal 1978 che ci vengo, quando mi portò mia madre da ragazzino, e la fiera era solo sotto il tendone verde in piazza Napoleone e mi tremavano le gambe davanti allo stand dell'editoriale Corno. Poi ci sono andato come studente liceale nel 1982, insieme al mio compagno di liceo e di avventure fumettistiche Andrea Nepoti, e quindi nel 1984 e 1986 per Fumo di China, già dentro il Palazzetto dello sport, quando si dormiva in ostello senza riscaldamento e si gelava e non c'era l'acqua calda e con Zambotto siamo stati una settimana intera senza lavarci (giuro!), e hanno dato lo Yellow Kid alla carriera a Will Eisner e quasi crollava il teatro dagli applausi, e ho intervistato Miller e Sienkiewicz, che nessuno o quasi sapeva chi fossero. Poi gli anni di "buco", e il passaggio nel 1990 da manifestazione biennale a evento semestrale, con gli appuntamenti Star Comics durati fino al 1993, e manifestazioni incredibili con John Romita e John Byrne ospiti. Nel marzo 1994, Lucca è stata la sede prescelta per il lancio della nostra casa editrice, e da allora, pur nell'attuale veste annuale, è ancora straordinariamente e inconfutabilmente la principale mostra del paese. Se ne sono accorti tutti. Tutti hanno capito che non ci sono Roma o Milano o Napoli che tengano. Lucca è per il fumetto italiano quello che è Angouleme per la Francia o Barcellona per la Spagna. E' LA Fiera del Fumetto "par excellence", cui partecipano tutti gli autori, tutti gli editori, tutti i giornalisti. Ci stai due giorni, e li vedi passare al completo, vecchi e nuovi, rampanti e cariatidi, mummie e VIP del momento. Non si può non andare, anche solo per poche ore. La logistica, va ammesso, è un inferno. Alle 9.30 già i parcheggi sono finiti (e non si può dire comodo andare in treno, data la scarsità della rete Trenitalia in zona). I bagni sono repellenti toilette chimiche al cui interno sostano i ricordini dei 1000 visitatori che ti hanno preceduto. Code chilometriche per un caffé (o per entrare, se non si hanno i pass da espositore). Un caldo incredibile nei padiglioni, da soffocare. Una calca e una ressa da stadio. Probabilmente quest'anno si supereranno i 70.000 visitatori, e Lucca così come è ora NON E' equipaggiata logisticamente per accogliere queste moltitudini. Si parla da tempo di una nuova sistemazione in una vera area fieristica, ma nessuno sa come e quando avverrà il trasferimento.
DETTO QUESTO Lucca è un piacere unico per me, mi sento veramente a casa, e anche se arrivo a sera con le gambe che tremano dalla stanchezza, e senza voce, non rinuncerei a venirci per nulla al mondo. I motivi sono essenzialmente due...
Mi piace L'HUMUS della nostra "industry", vedere e sentire colleghi, autori, redattori, conosciuti e sconosciuti, ed eliminare per poco la "virtualità" delle altre 51 settimane dell'anno in cui ci si connette solo per mail o per telefono (anche se ce ne sono cinque o sei - di persone del settore - che, se cambiassero mestiere e andassero a vendere piastrelle, sarebbe un bene per l'umanità).
Mi piace però sostanzialmente stare a contatto con il pubblico. Il 90% del tempo lo passo allo stand a fare il commesso e a chiacchierare con lettori e lettrici. Rispondo alle domande, ma faccio io a mia volta domande. Mi prendo un settore dell'enorme stand che abbiamo sempre, e mi piazzo per ore di fila a vendere fumetti, a fare conti e a dare resti, a imbustare le copie nei sacchetti, a dire "grazie 1000", "ottima scelta" o "buona lettura". Concedo sconti, più o meno a tutti quelli che spendono oltre 20-25 euro, a volte a simpatia, lo confesso. Cerco di piazzare titoli che secondo me sono appropriati per la persona che ho di fronte. Mi sforzo di capire il perché di certi mix (tipo WORST assieme a HOT GIMMICK, oppure L'IMMORTALE assieme allo SHOJO di EVANGELION). Se finisce la moneta, faccio il mio numero ben sperimentato, la famosa formula "la moneta vale doppio", in cui per 15 minuti chiunque paghi con denaro metallico si vede raddoppiare il valore delle somme che spende. Insomma, una specie di mini show utilissimo per capire tante cose, per tastare il polso di un pubblico mai variegato come adesso.

Questa è Lucca, in teoria. Quanto alla pratica di QUESTA LUCCA, delle cose dette e fatte nei giorni che sono stato alla fiera... beh, sono le 23.39, scrivo dal letto, muoio di sonno... e devo per forza dire.... CONTINUA!!

1 commento:

Piergiobbe ha detto...

E va bene, lo confesso: leggo il tuo blog.
Grazie per la citazione...
un caro saluto
Nepo