10 agosto 2006

E di nuovo chiudo casa


Il giorno prima delle vacanze è una sorta di vigilia di Capodanno espansa e in versione estiva. Attacco l'iPod allo stereo e per tutta la giornata vago per la casa sistemando cose, archiviando carte, separando i vestiti, controllando che l'annaffiamento automatico non abbia falle, sleggiucchiando Witchblade, Cyberforce e National Geographic. E' il nove agosto, ma non c'è afa, si possono tenere aperte le finestre, senza accendere l'aria condizionata. Faccio la spola con il computer, scopro il blog di Michele Foschini, ricevo mail che mi sorprendono, piacevolmente, intendo, quelle mail in cui qualcuno si apre a te in maniera inaspettata e vorresti trovare nella risposta parole importanti come quelle che hai ricevuto. Leggo i bei commenti di Stefano Raffaele al post con l'estratto n. 1 di DeLillo. Preparo i libri per il viaggio, e tutto l'ensamble di materiale elettronico che mi porterà dietro nel viaggio che inizia domani. A cena vado a Tossignano, vicino Imola, da mia madre. E' una di quelle sere d'estate ventose, così rare in questo angolo di pianura. Ascolto Fossati e gli Zero 7, ci sono tanti ciclisti sulla strada, fiancheggiata dalle vigne di sangiovese, con i cipressi sui crinali che danno un po' d'aria di Toscana a questo lembo di Romagna, la valle del Santerno, che si insinua nell'Appennino fino a sfociare a Firenzuola. La strada taglia la vena del gesso, la cicatrice di pietra bianca che solca la regione a queste latitudini.
Nel viaggio di andata, e poi in quello di ritorno, penso a tutto quello che mi è successo in questi 12 mesi, dalla scorsa estate a oggi, e a 12 mesi di vicende personali e professionali, che in gran parte vi ho lasciato vedere, intravedere o intuire in queste colonne, a volte nel testo, altre nel sottotesto, nei silenzi, nelle cose non dette. Le sfide, quelle vinte, quelle perse, quelle pareggiate. Le paure e le sicurezze. La ricerca di risposte, o spesso solo della capacità di porsi le domande giuste. Le abitudini di sempre, e la voglia di cambiarle, e di reinventarsi, prendere strade non previste e imprevedibili. Ridere. Piangere. Ascoltare. Immergersi. Sentire. Iniziare a vedere, non solo a guardare.

E' mezzanotte passata. Ho dimenticato di brindare, ma fatelo voi, virtualmente, con me.

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