Marina di Ravenna è una delle tante spiagge dell'Adriatico, in Romagna, probabilmente la più vicina a Bologna. Fino a qualche anno fa, era una delle località meno frequentate. Un po' di traffico locale, i ragazzi di Ravenna, le loro famiglie. Io, che andavo a Cesenatico, o meglio, a Zadina di Cesenatico, non consideravo neppure quella zona. Per noi bolognesi DOC (per quanto un ibrido lazio-calabrese come me possa considerarsi tale) , "andare al mare" significava sostanzialmente planare tra Cervia e Cattolica.
Negli ultimi 10 anni tuttavia Marina di Ravenna ha subito una metamorfosi totale: i vecchi stabilimenti sono stati rilevati da giovani imprenditori e restauratori, e sono diventati locali di tendenza. Lo Zanzibar, la Duna degli Orsi, il DolceLucia, sono solo alcuni dei nomi di questi bagni/lounge/ristoranti, dove non ci si limita solo a prendere a noleggio lettino e ombrellone e a comprare una coca o una piadina. Ci sono cocktail, massaggiatori, lounge music, veri e propri ristoranti etc etc, e anche se il mare (vero punto dolens) è una sorta di brodaglia melmosetta, tutto il resto del contorno è così glamourour e piacevole che passare qui una giornata (o mezza) può essere un gustoso intermezzo estivo. Ne sono la riprova le migliaia di bolognesi - e non solo - che sciamano qui ogni fine settimana per queste parentesi balneo-modaiole.
Ora, tiro in ballo MdR perché oggi, dopo una assenza lunghissima, di quasi due anni, sono tornato in questi lidi per una mezza giornata di mare, coinvolto da due amiche desiderose di qualche ora di sole. Nonostante il bollino rossissimo da 5 agosto, siamo arrivati in meno di un'ora, complice l'orario prescelto per la partenza, le 14.30. Il comune ha pensato - finalmente - di risolvere l'annoso problema dei parcheggi inesistenti allestendo un enorme spazio "park and ride" dove abbiamo lasciamo la macchina e preso la navetta gratuita per le spiagge. Il bagno prescelto è stato il Donna Rosa, il Bagno 38 di Marina. Ambiente bellissimo, con divani, musica di sottofondo, un bel po' di beautiful people (o come si dice in Spagna, "Chulos de playa"). Ce ne stiamo stati davanti al mare, nelle ore tarde di un sabato pomeriggio, a parlare di massimi sistemi, a leggiucchiare (per me, Dies Irae, di Giuseppe Genna), ho persino schiacciato un pisolino. L'aria era fresca, poco più di 24 gradi, a una certa ora abbiamo dovuto rivestirci, mentre la sera scendeva. Abbiamo anche cenato al ristorante del bagno, e se mi aspettavo penne allo scoglio e frittturine, mi sono invece ritrovato davanti un menu di pesce sofisticato e ambizioso, e un ambiente da lounge che non sfigurerebbe in località molto più da jet set (assolutamente consigliato se passate da quelle parti). Siamo poi rientrati a BO ascoltando musica da discoteca anni '70 e cantando classici dell'epoca a squarciagola...
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