Si rientra alla base, a Bologna, al lavoro, e sono giorni dolci, in cui si lavora tantissimo, ma senza le chiamate ininterrotte e i casini che nei periodi normali assillano. La luce è bella, e fa caldo, ma non troppo, che quasi si potrebbe spegnere l'aria condizionata, in ufficio. Certo, è tutto chiuso, si può andare a pranzare solo alla mensa degli operai Meta o in qualche baracchina abbarbicata al fianco del parco Ferrari. Ci sono da mangiare i frutti dell'orto di mia madre, zucchine, pomodori, prugne, e soprattutto fichi dolcissimi, assieme al jamon iberico portato dall'Andalusia. Alla sera, per portar fuori amici spagnoli per la prima volta in visita in Italia, scopro il migliore locale per crescentine e tigelle di Bologna, sentito dire e favoleggiato, ma mai visitato in 41 anni: La Baracca, stile valtellinese subito fuori Zola, per cucina tipicissima e tigelle, crescentine, squaqquerone, lardo, sottaceti. In quattro si spendono cinqunta euro e trenta cent, un regalo di questi tempi, pensando anche alla pasta fritta e calda delle crescentine che si scioglie in bocca, con dentro la mortadella tagliata grossa, di quella buona.
E il pensiero più dolce di tutti è che ci sono ancora quattro interi fine settimana, prima della fine dell'estate...
5 commenti:
Come, non conoscevi quel viaggio mistico nel colesterolo che si chiama la Baracca?
Ma anni fa non venivi preso in giro negli editoriali per la tua lotta impari con la palestra?
Fed :)
Fed, quando mai verrò a trovarti a Bologna, voglio assoluatamente fare anche io questo viaggio mistico nel colesterolo...mi porterò dietro anche un paio di yogurtini anticolesterolo da assimilare subito dopo il pasto :-)
Naturalmente deve venire anche il Tatino!
Sono appena tornato dalle mie vacanze senza computer e con pochissima tecnologia...e adesso devo recuperare tutti i tuoi post non letti! :-)
Bentornato al lavoro...in bocca in lupo per questa nuovo anno di sfide fumettistiche!
MML, a quando un commento del nuovo superman della Planeta / De Agostini?
Mai, ovviamente... non avrebbe alcun senso.
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